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FIRENZE. Oggi, la comunità dei cittadini asiatici di nazionalità cinese scenderà in piazza a Firenze non per protestare contro lo sfruttamento dei loro lavoranti o l’oppressione indotta dalla malavita organizzata dei loro connazionali, men che meno per lo sfruttamento di giovani e meno giovani, indotte alla prostituzione casalinga.
Saranno a protestare contro un profeta della Pace, il Dalai Lama, l’emblema spirituale e politico di un’altra popolazione asiatica quella tibetana, oppressa e perseguitata in casa propria da decenni con una crudeltà, spregiudicatezza e impunità che gridano vendetta alla coscienza di chiunque.
La manifestazione di protesta, non è la prima, avendo avuto un clamoroso precedente a Milano e – a noi osservatori – non ci interessa introdurci nella comprensione delle reali motivazioni che avrebbero indotto la comunità cinese a organizzare la manifestazione che sarà sicuramente molto bene partecipata. Il Dalai Lama è un perseguitato politico da un regime, il suo popolo sconfitto, depredato e umiliato. Vi basta?
Bene, assunto che un corretto approccio democratico e liberale non potrà che garantire e assecondare la manifestazione della comunità cinese, non ci resta che attendere e osservare chi e quanti saranno a fare una contro-manifestazione di protesta in sostegno al Dalai Lama.
Saranno i “dem”, quelle di “non una di meno”, i “girotondini”? Chi sarà a scendere per la contro-manifestazione? E sopratutto, “se non ora, quando”?
[Alessandro Romiti]