L’architetto Agnoletti: “Evidentemente solo le pietre contano, anche se non parlano”
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PISTOIA. Il Monumento ai caduti della Resistenza era composto da un cippo commemorativo in breccia rossa entro un’aiuola circondata da cerchi concentrici di pavimentazione in calcare e arenaria e siepi.
Il cippo al centro dell’aiuola divideva idealmente la stessa in due emicicli: quello anteriore con siepi basse e un accenno di gradinata, era lo spazio della rappresentazione commemorativa, quello posteriore, con una fitta siepe di alloro, era parte del momento stesso perché nella visione frontale doveva cingere la sommità del cippo come una corona d’alloro posta in capo al vincitore, mentre nelle visioni angolari e tergale doveva apparire come una montagnola boscata, evocazione delle colline appenniniche e dei loro boschi ove molte formazioni partigiane trovarono rifugio e che scelsero come base operativa.
Nella visione d’insieme del Monumento quella massa verde poteva ricordare il Montalbano con i suoi affioramenti rocciosi arrossati dal sangue versato di Fedi, Giulietti, ecc.
Lo scorso anno questa giunta e questo sindaco decisero di estirpare quella massa di alloro per evitare che un oscuro senzatetto vi potesse pernottare e orinare. Per il pubblico decoro!
Ora il monumento amputato e ridotto al solo cippo non ha più la sua laurea corona, ma solo erbacce e cartacce. Poveri partigiani e povera memoria…
Per completare l’opera, in vista delle celebrazioni del’8 settembre, quest’amministrazione ha pensato di ridurre ai minimi termini di spunzoni legnosi anche la siepe anteriore, così che rimanga il solo nudo sasso…
Evidentemente solo le pietre contano, anche se non parlano.
arch. Roberto Agnoletti