AGLIANA. Più che un semplice presidente, un capo… amante della scrittura epistolare. Claudio Di Ninni è così, se vi pare. L’ex direttore sportivo del Real Aglianese, promosso a massimo dirigente del club dallo scorso maggio, si è messo in testa di cambiare il mondo sportivo pistoiese.
Così, una volta conquistata la serie B con la prima squadra del sodalizio che ha l’onore e l’onere di presiedere, ha iniziato ad allacciare rapporti con enti, istituzioni e aziende, pubbliche e private, scrivendo una missiva dietro l’altra, per far comprendere, con un impegno che ha pochi eguali, che il calcio al femminile è bello perché è ancora esclusivamente passione, non contaminato dal business (e dai disvalori) di quello maschile.
Lui lo definisce “calcio pane e salame” e indubbiamente, al di là di chi non gradisce quel salume insaccato, par proprio azzeccato raffigurarlo in questo modo. Le prime lettere spiegavano al colto e all’inclita che cosa fosse il “fenomeno-Real” (promozione in cadetteria più successi in Coppa e Supercoppa Toscana nella stessa stagione agonistica, ma soprattutto tante giovincelle tenute lontane dai pericoli della strada); le successive proponevano la trasformazione da Real Aglianese in Real Piana (metropolitana), chiedevano un supporto economico e di forze e lanciavano accorati appelli.
Ben presto il nostro si deve essere accorto come a Pistoia e dintorni (zone pratese e fiorentina comprese) sia difficile raccogliere risorse da chi non fa parte dei “soliti noti” e allora ha iniziato a “suonargliele”, rammentando a tutti coloro che avevano promesso che è giunta l’ora di mantenere pena esser messi alla berlina dinnanzi all’opinione pubblica.
Un leader poco diplomatico, converrete con noi, che con metodi anticonvenzionali intende porre l’attuale società con le spalle al muro: inutile discorrere tanto di principi e valori se poi, al momento decisivo, si aiutano soltanto i “conosciuti”, spesso coloro che non fanno sport con sentimento, per missione sociale e con intenti d’aggregazione e socializzazione.
Se fossimo in sindaci, presidenti di provincia, assessori e consiglieri vari, imprenditori, papabili piccoli o grandi sponsor, ci penseremmo su: perché non allungare una mano a chi merita veramente?