“Il bene ha una sua forza che produce frutti anche quando sembra inefficace e perdente”
PRATO. Un invito alla perseveranza, alla «forza di resistere nel bene anche quando può apparire inutile e perdente». Nel giorno di Santo Stefano, patrono della città e della diocesi di Prato, il vescovo Giovanni Nerbini ha richiamato la comunità a comprendere che «il bene ha una sua forza che produce frutti anche quando sembra inefficace e perdente». Nella omelia pronunciata nella cattedrale durante il solenne pontificale della festa, il Vescovo ha elencato le sfide che attendono Prato e i pratesi in questo tempo: il lavoro, che deve essere sempre più tutelato e sicuro, i giovani, ai quali dobbiamo offrire spazi e strumenti per essere protagonisti, e il bisogno di autenticità nel dialogo, nel rispetto degli altri senza costruire un nemico.
In prima fila erano presenti le autorità cittadine e i rappresentanti delle forze delle ordine. La concomitanza della festa del 26 dicembre con il giorno di domenica non ha permesso a molti sacerdoti di poter essere presenti al pontificale perché impegnati nella celebrazione della messa festiva in parrocchia.
All’inizio dell’omelia monsignor Nerbini ha ricordato la lettera che l’8 settembre scorso – in occasione della Natività di Maria, la festa più cara ai pratesi – ha scritto alla città. Intitolata «Prato, guarda avanti!», era un invito a trovare «possibili itinerari comuni al fine di riprogettare un futuro nonostante e proprio a partire da una dura e preoccupante crisi sanitaria, economica, lavorativa, educativa e sociale». Il Vescovo ha voluto ringraziare i «tantissimi che da sponde diverse si sono mossi in questa direzione portando il loro contributo: semplici cittadini, imprenditori, associazioni di categoria, mondo economico e politico. Questi contributi ci offrono una prospettiva diversa, nuova rispetto ad un anno fa».
Sul tema del lavoro monsignor Nerbini ha sottolineato come «la nostra realtà pratese ha bisogno di superare le tante sacche di illegalità e sfruttamento. Se gli apparati dello Stato lavorano per contrastare ogni forma di abuso – ha affermato il Vescovo – è nella coscienza dell’intera società che deve crescere la consapevolezza del valore della legalità.
E se oggi comportamenti scorretti ed illegali impoveriscono l’intero corpo sociale ed introducono elementi di grave disparità di costi nella produzione danneggiando quanti rispettano le regole, dobbiamo per forza far maturare una coscienza diversa. È l’ambito educativo dove si vince la battaglia».
Ancora un volta il Presule è tornato sul tema dei giovani, considerato «centrale». «Da una parte dobbiamo riflettere su quanta attenzione la nostra società presta alla loro alle loro difficoltà e fatiche; dall’altra – ha detto il Vescovo – dobbiamo saper offrire loro spazi e strumenti per essere non solo “oggetto” di attenzione da parte nostra ma essi stessi protagonisti del loro futuro. Come Chiesa siamo impegnati in un cammino sinodale che ci invita a metterci in ascolto di tutti. In questi primi mesi dell’anno proverò ad ascoltare quei giovani di diverse estrazioni ed orientamenti che riterranno interessante questa opportunità».
Monsignor Nerbini ha parlato anche del mondo della comunicazione, invitando i mezzi di informazione ad avere sempre una «sapienza ispirata nel perseguire i propri obiettivi, gli ideali nella ricerca del bene comune, sempre nella verità, in un confronto rispettoso ed includente. Abbiamo bisogno sì di autenticità nel dialogo ma sempre nel rispetto e nella considerazione dell’altro che non può mai diventare un nemico da battere e da mettere in un angolo e che anzi è essenziale nella costruzione di un bene comune», ha concluso il Vescovo.
Al termine del solenne pontificale il vescovo Nerbini ha proclamato le aziende vincitrici della dodicesima edizione del Premio Santo Stefano, il riconoscimento che la città dedica alle imprese virtuose del suo distretto che operano nel rispetto delle regole e della concorrenza.
[diocesi di prato]