discarica inceneritore. L’ACQUA SCURA DEL LAGHETTO DI VIA TOBAGI

Siamo stati avvisati dai residenti del quartiere di Stazione che nel terreno antistante all’inceneritore è affiorato un laghetto spontaneo di acque luride, nonostante il lungo periodo di secca

**L’ameno laghetto di acque scure affiorato nel campo antistante all’inceneritore di Montale**

MONTALE — AGLIANA. Ci chiamano da Stazione di Montale alcuni cittadini (ma perché non chiamano la stampa strutturata, e sempre e solo noi di Linea Libera, questa “gente comune”, così definita dal sig. Tommaso Coletta che “lavora per loro”?) e ci segnalano un’insolita e improbabile vicenda: nel terreno antistante all’impianto tra via Tobagi e via Rossa – dove ci sono gli ammassi di ceneri sotterrate dell’inceneritore – c’è un bel laghetto di acqua scura, apparso nonostante il lungo periodo di siccità.

**Archiviazione dopo un lustro dalla denuncia di inquinamento di ben tre comitati ambientalisti. La prescrizione è stata ampiamente raggiunta raggiunta, ci sembra (era il 2015!)**

Storica archiviazione richiesta dal Dell’Anno per i fatti della fuoriuscita di diossina del 2009. Era il 2011, poi i cittadini vennero risarciti con 43.000 euro dal Cis. Il Gup respinse la richiesta di archiviazione.

La questione è inquietante, la “gente comune” ci dice che hanno dei pozzi irrigui che usano per gli orti e per abbeverare gli animali domestici e dunque sono preoccupati di queste acque scure che affiorano in una stagione secca.

Abbiamo dunque ripreso alcuni documenti di archivio che riepilogano le analoghe questioni poi archiviate, sempre relative alle acque potabili, per poter così sollecitare la vicenda all’attenzione degli organi di controllo, ovvero Arpat e Usl Toscana Centro.

**Ancora una veduta del laghetto affiorato**

I cittadini si ricordano bene della posizione della primitiva discarica, costituita già a seguire dal 1978 anno di costituzione dell’inceneritore a “canna libera”.

Sulla questione vi è stata una caratterizzazione di Arpat e Usl con dei pozzi piezometrici che, a parere di alcune persone (sempre della stessa “gente comune”) sono troppo profondi e resi impermeabili dagli strati argillosi del terreno.

Questa acqua così scura, come si spiega?

Non sarebbe questa una ottima occasione per verificare la qualità delle acque superficiali? Che ne dice Arpat e Usl, ma soprattutto che ne pensa il sig. Tommaso Coletta, Procuratore Capo della Repubblica quello che diceva appunto, di lavorare per la stessa “gente comune” che ci ha chiesto (raccomandandoci di assicurare l’anonimato, per una questione di fiducia, ahìnoi direbbe la Cartabia) di portare all’attenzione della pubblica opinione il fenomeno di affioramento di acque scure?

Alessandro Romiti

[alessandroromiti@linealibera.it]