discriminazione dei pm. SE SEI HITACHI PASSI AVANTI O ALTRIMENTI NON HAI SANTI

Sembra che la serie delle disfunzioni della procura con lo smarrimento di fascicoli non sia finita. Anzi, sia destinata ad aumentare. Ultima della serie è la segnalazione per “abbandono” della persona offesa da parte della donna che nel dicembre 2020 denunnciò uno stalker. Oggi il fascicolo non si trova più. Perciò l’indagato resterà  libero e impunito?



FORTI CON I DEBOLI, DEBOLI COI FORTI

TANTO I CITTADINI CÓNTAN QUANTO I MORTI


Claudio Curreli sciamano. Ma non servono alberini da piantare. La gente normale ha bisogno di rispetto, non di filosofie politiche e di salvatori del mondo

 

Abbiamo già narrato un famoso episodio di malagiustizia che dimostra come la procura di Coletta viaggi a “due velocità”. Ma forse anche tre o quattro.

Abbiamo già scritto in un articolo che richiamava la persecuzione a carico del sindacalista (non allineato) Antonio Vittoria: per lui i tabulati telefonici furono richiesti, da Curreli, in tre giorni. Ma di mezzo c’era il sacro potere dell’Hitachi.

Questa volta, per una nostra sfortunata lettrice, al sostituto Curreli, protetto a Roma e a Genova (ce lo ha detto due volte per scritto il presidente del tribunale Maurizio Barbarisi), sono occorsi 12 mesi circa. Oggi, poi, ci avvisano che in Procura non si trova più il fascicolo delle indagini.

Nel glorioso Terzo Piano pistojese entra di tutto ed esce ogni cosa. E Linea Libera, che non tace come i giornali importanti (e o appastati della città), fa la fine della voce da perseguitare e spengere perché ha la bocca troppo larga e nessun pelo sulla lingua: da noi, infatti, si fa il giornalismo come Dio comanda, non come pretendono Grieco, Curreli, Coletta e la Contesini…

La questione ritorna a galla e viene riproposta all’attenzione dei montanelliani procuratori del terzo piano, in questo articolo. Ma il legale della parte offesa (la signora stalkerizzata) ci conferma che il faldone non si trova.

Probabilmente la cancelleria del sostituto-scout Curreli, titolare originario delle indagini, è in ambasce e starà cercando in ogni angoolo. Ma intanto la signora che subì lo stalking si chiede: «Che ne sarà di me? Chi mi proteggerà da ulteriori azioni dello stalker che è stato identificato con più che tardive indagini fatte sui tabulati telefonici chiesti dalla procura solo un anno dopo i fatti stessi?».

La vittima si è rivolta a noi esibendoci le querele datate dicembre 2020. E ci chiede di assicurare la sua riservatezza.

Ma la domanda inquietante è: perché dopo trre anni e mezzo noj risulta che ci sia stato alcun rinvio a giudizio per il procedimento in ipotesi avviato sul grave episodio di stalking? Forse agli uomini e alle donne di Tom Col le persecuzioni sono gradite e interessanti solo quando vedono come imputati i giornalisti di Linea Libera, quelli che non si “inseriscono nel gregge” e preferiscono tenere la schiena dritta?

Per chi lavora Curreli? Per lo stato o per le Ong? Per la redenzione delle prostitute o per i cittadini italiani? Per i diritti della gente di Vicofaro o per i propri comodi, dato che – come dice Barbarisi – se ne sta in poltrona a Pistoja senza che a Roma o a Genova il Csm e l’Anm abbiano niente da dire?

O per certi incompatibili a Pistoja (lèggasi Claudio Curreli, protetto a Roma e a Genova – teste Barbarisi) se a denunciare sono l’Hitachi oppure il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi o il mai-comandante dei vigili di Agliana, Andrea Alessandro Nesti e signora, si arriva fino al paradosso di inventare un reato che non c’è (stalking giornalistico); a spingere Gaspari a piegare la testa alle tesi bislacche, smentite dal Tribunale del riesame di Firenze; a convincere la “indiziaria” Martucci a mettere agli arresti chi scrive per 104 giorni; a far scivolare il Buzzegoli su deviate intdrpretazioni di norme “interpetate ad hoc” e corroborate dall’autorevole voce (a mio avviso incompatibile) di una Cassazione da Idi De Marzo.

Ma quanto deve andare avanti, ancora, questo commercio giudiziario a Pistoja, sepolcro imbiancato del legalitarismo oppressore e deviato, dinanzi al quale anche la camera penale dell’avvocato Andrea Ferrini si prostrava per il bacio della pantofola a Coletta? E speriamo che ora, con la nuova direzione dell’avvocata Daria Bresciani, qualcosa possa mutare.

E a proposito di fascicoli smarriti, che ne è statodel silenzio tombale disceso sulla PP RGNR 4052/21?. Avete bisogno, in procura, di altro tempo per rispondere alla nostra richiesta Pec che si avvia all’età di Matusalemme?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


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