PISTOIA. Sono ormai dieci anni che psicologici, pediatri, insegnanti, neuropsichiatri infantili e logopedisti, sono in “rete” per riconoscere precocemente i bambini con disturbi specifici di apprendimento (Dsa).
Una problematica sulla quale c’è una forte attenzione da parte della componente sanitaria, attraverso la unità funzionale salute mentale infanzia e adolescenza Smia (diretta dal dottor Enrico Biagioni) e dell’istituzione scolastica. Fondamentale poi l’intervento del pediatra di famiglia che, durante i periodici bilanci di salute del bambino, può evidenziare il disturbo e comunicarlo ai genitori.
Dai 32 casi accertati nel 2003 siamo passati a 93 nel 2014, con un incremento di anno in anno.
Il dottor Claudio Cappellini, responsabile del servizio, spiega che sempre più spesso la dislessia oltre a generare difficoltà nell’individuare lettere, sillabe e parole, si accompagna anche ad altri problemi come i disturbi dell’attenzione e la discalculia, di cui soffre un dislessico su quattro, la disortografia e la disgrafia.
“In passato questi bambini venivano definiti pigri, distratti e svogliati o ancor peggio limitati da un punto di vista intellettivo, il numero degli abbandoni scolastici era molto alto, con ripercussioni anche da un punto di vista sociale e psicologico oggi – racconta il medico psicologo – sappiamo che i bambini che soffrono di questi disturbi, quando la diagnosi è tempestiva possono avere le stesse opportunità dei loro coetanei e svilupparle una volta diventati adulti, oltre a seguire un regolare percorso scolastico”.
Dal 2001 presso la unità funzionale Smia è attivo un ambulatorio specifico che si occupa di questi bambini che entrano in un programma riabilitativo che da la priorità di trattamento a coloro che frequentano la scuola primaria (in particolare le seconde e terze classi).
Dal 2002 è anche attivo il progetto di formazione continua per le insegnanti Scoledi rivolto a tutte le scuole della provincia pistoiese promosso dalla Asl 3 e dall’Aid (associazione italiana dislessia): oggi in ogni scuola è presente un insegnate referente formato sulla dislessia e in grado di riconoscere il disturbo.
Nella diagnosi della dislessia la valutazione è sempre multiprofessionale e in primi luogo partecipano il neuropsichiatra, lo psicologo e il logopedista, lo specialista che poi con esercizi mirati, aiuterà il bambino a superare la sua problematica. Il fine ultimo del percorso è l’autonomia nell’apprendimento da parte del bambino che si può realizzare dopo diversi incontri.
Uno screening sul disturbo del linguaggio, viene invece condotto nella zona distretto della Valdinievole con lo scopo di individuare precocemente casi di bambini, nella fascia di età dai 18 ai 36 mesi, che non parlano, o, se lo fanno, che presentano un’espressione comunicativa alterata, e quindi deviante rispetto alla norma.
[ponticelli – asl 3 pistoia]