PISTOIA. Si fa presto a dire Pistoia Capitale della Cultura 2017.
Salendo la strada Bolognese, da ‘Il Signorino’ al passo della Collina, a 923 metri sul livello del mare, quella conosciuta in tutta Italia per le gloriose cronoscalate disputate fino ai ’70, una strada dissestata e a tratti invasa dalla vegetazione si presenta come negazione totale di qualsivoglia impegno di valorizzazione territoriale.
Eppure le frazioni montane come Collina, a nemmeno mezz’ora di auto dalla piana, dovrebbero esser considerate strategiche, almeno nell’ottica della leva turistica.
La domenica ma non solo il piccolo borgo si popola, offrendo ai villeggianti giornalieri aria pulita e ristoro, in estate a Prato al Lago, lungo le sponde del bacino di pesca sportiva da cui nasce l’Ombrone, in inverno richiamando cittadini e valligiani a giocare con la neve.
Poi ci sono le camminate lungo gli antichi itinerari (tra cui il logo commerciale denominato via Francigena) e un turismo ciclistico che meriterebbe di essere incentivato. Già, ma come se la strada sembra abbandonata e anche chi, vivendo lassù, la conosce rischia di fracassare la macchina ogni volta che scende?
Oltre alle fronde che invadono la strada ci sono le foglie e quando c’è la nebbia tutto si complica: un residente qualche tempo fa ha centrato una buca e ci ha lasciato i braccetti delle sospensioni. Quasi settemila euro di danni.
In caso di chiusura del traforo, per calamità o incidenti, come purtroppo spesso è successo, la vecchia Bolognese fungerebbe da prezioso collegamento trai due versanti.
Basterebbe imporre ai proprietari delle aree lungo la strada la pulizia, oppure potrebbe provvedere il Comune rimettendo le spese ai diretti interessati. Nonostante i residenti delle piccole località sparse tra Collina e Il Signorino paghino le tasse come tutti i pistoiesi i servizi minimi sono assenti, a partire da quello fondamentale della strada, l’unico collegamento con il mondo.
È così che l’amministrazione, dopo tanta retorica sul ripopolamento di aree marginali e città diffusa, pensa di favorire il ripopolamento e le attività economiche legate al turismo e alla montagna?
I proprietari del ristorante di Collina vorrebbero cedere l’attività, ma, con una strada così, chi si assumerebbe il rischio di un’attività per cui è fondamentale una comoda accessibilità? Molte case sono sfitte e pare impossibile affittarle o vendere.
Stando alle promesse ufficiali del Palazzo bisogna attendere la primavera del 2017 per il rifacimento del tratto Collina-Spedaletto e la primavera 2018 per il tratto Collina-Signorino: ma da qui a due anni chissà quante emergenze e ritardi subentreranno…
Intanto ogni mattina i mezzi del Copit accompagnano i ragazzi di colore ospitati presso quella che era la Comunità Incontro. Prima gli autobus andavano a diritto, raggiungendo la valle della Limentra passando dal traforo, per poi arrivare a Treppio. Naturalmente adesso, percorrendo la strada dissestata, aumentano i guasti ai mezzi e le spese di riparazione.
Non dimentichiamo che anche l’altro tratto della Bolognese, da Collina a Spedaletto versa in condizioni a dir poco scandalose: documentammo due anni fa un ponte in incipiente stato di cedimento. Ugualmente, un altro ponte a metà strada tra Collina e Il Signorino, nei pressi del caseificio, ha ceduto di qualche centimetro.
La beffa, almeno per chi vuol pensare male, viene offerta da una casuale coincidenza. Dal tornante prima de Il Signorino inizia via del Casone di Piteccio, una strada di circa tre km riasfaltata la scorsa estate.
Ci abita, o comunque ci ha avuto la residenza fino a pochissimo tempo fa (vedi qui), il segretario comunale del Partito Democratico Alessandro Giovannelli, che è anche consigliere comunale.
Sicuramente si sarà trattato un fatto fortuito, o al limite di una classica e italica operazione avvenuta ‘a sua insaputa’ (o a insaputa dei funzionari degli uffici), ma la situazione ricorda da vicino i tempi della Giunta Berti, il sindaco noto anche perché faceva riasfaltare la strada dove abitava.
[Lorenzo Cristofani]
Vedi anche: Signorino-Spedaletto: lo scandalo di una strada-disastro
Bravissimo Lorenzo per quanto riguarda il sevizio sulla strada Signorino-Collina e Collina-Bivio Spedaletto (in condizioni assai peggiori del primo tratto, come hai ricordato). A me, con tutto quello che giro in montagna, non mi era venuto in mente di occuparmi anche di questo problema. Comunque, confermo tutto, compresa la questione del ristorante in cima al Passo.
Ma, addirittura grande sei stato, ad andare a scovare il collegamento tra l’asfaltatura della strada del Casone ed il piccolo zar Alessandro Giovannelli (mi verrebbe voglia di cambiare cognome, dopo avere letto il finale del tuo articolo).
Ma non si vergogna questa gente, che per di più si cela dietro parvenze sinistroidi, ad usare così la propria posizione politica?
A questo punto, chiamerei in causa qualche consigliere comunale, tipo Andrea Betti, Massimiliano Sforzi, Alessio Bartolomei, altri eventuali, per una interrogazione senza sconti e senza riguardi che metta davvero il piccolo zar con le spalle al muro.
E dicendo subito che non ci accontenteremo delle solite risposte generiche ed evasive che spesso si danno in questi casi.
Piero
Aggiornamento in tempo reale.
Il caso ha voluto che, nella tarda mattinata, dopo avere letto Lorenzo, avessi già programmato di andare a Spedaletto a fare un bel rifornimento di acqua di montagna.
Passando al tornante della S.S n. 64, per la precisione al km 9, si incrocia proprio Via del Casone di Piteccio.
Mi ci sono infilato, la ho percorsa, ed ho notato che, oltre alla asfaltatura nuova, ci sono anche i cigli e le cunette molto pulite. Sarà un caso? Non vorrà dire niente?
Non lo so. Però so molto bene che, quanto a pulizia, strade sia comunali che provinciali di molto maggior traffico, fanno (o hanno fatto a lungo) letteralmente schifo. Ad es la Gello-Sarripoli ed oltre; la strada che, da Campopiano, si collega con Villa di Saturnana ed altro da un lato e Cireglio dall’altro (finisce davanti alla Stazione dei Carabinieri); la Pistoia-Momigno-Femminamorta, e via discorrendo.
Allora, come la mettiamo?
Piero.