PISTOIA. I quarantadue nuovi dissuasori di velocità acquistati per la modica cifra di 150mila euro, e sparpagliati in città, sono inutili. Dovrebbero rimpinguare le casse comunali ricoprendo di multe di automobilisti frettolosi, ma niente di ciò accade.
In pratica è stata riempita la città di trabiccoli arancioni che dovrebbero scattar foto, ma che foto non scattano, e oltretutto non sono affatto segnalati come legge prevede.
Mesi dopo la loro installazione è stata posta sopra la loro testa una luce bianca a intermittenza che, a un primo impatto, può far credere che la macchina infernale funzioni.
In realtà non c’è bisogno di alcuna luce bianca, poiché la legge prevede che tali apparecchi debbano essere segnali con cartelli specifici posti svariati metri prima, su cui addirittura deve esser specificato se si tratta di un dispositivo mobile o no. Se fate caso, infatti, agli autovelox per le strade, troverete sempre prima il cartello che ne annuncia la presenza.
Il motivo è facilmente intuibile: se ti accorgi troppo tardi della sua presenza, tendi a inchiodare l’auto e rischi di farti e fare del male. Talmente semplice che, ad esempio, sulla lunga e buia strada chiamata Montalese, non uno di questi dissuasori di velocità è segnalato. La conseguenza inevitabile, soprattutto su una strada priva di illuminazione, è una serie infinita di frenate per timore di prendere una multa.
A questo punto diventa difficile intuire il significato dei 150mila euro spesi, visto che il Comune non ne sta comunque traendo alcun vantaggio.
O forse mettere quei cartelli sarebbe come urlare alla cittadinanza “Non votatemi!”?
[Lorenzo Zuppini]