Gabrielìn del Santonovo ha poco da ridere perché il suo Comune è un ricettacolo di iniquità e degenerazione amministrativa che vanno avanti da oltre trent’anni. E l’alluvione del novembre 2023 altro non è che il risultato della «vigilanza zero» dei suoi uffici edilizia e territorio. D’altronde se un ente locale tiene, all’edilizia, un edificatore abusivo come il Niccolai; lo salva adottando comportamenti mafiosi del sindaco Mazzanti e del fu-comandante Bai, e lo rinomina assessore all’edilizia dopo le elezioni, come può parlare di legalità e Georgofili? È esattamente come far tenere un convegno su Dio affidandone la direzione di quel sant’uomo di Satana
NON È MAFIA FARE ASSESSORE ALL’EDILIZIA
UNO CHE SI È DISTINTO PER ABUSIVISMO?
Questa notizia della Nazione merita un commento breve e commosso: ma solo per rappresentare la realtà per quella che è, e non per quella che i nostri beneamati padroni (magistrati, politici della vergogna e associazioni varie) vorrebbero farci bere come un Fernet digestivo finalizzato al drogaggio delle coscienze civili.
Cerchiamo di capirci bene. Non stiamo a discutere dei Georgofili. Il tema non è affatto questo.
Il nòcciolo della questione, qui legato strettamente al Comune di Quarrata, è se gente come Gabriele Romiti – sindaco semianalfabeta, ma attivissimo a tutte le mense, comprese quelle nell’orto della chiesa di Lucciano – e la sua fida giovane assessora Maria Vittoria Michelacci (Politiche Sociali, Politiche della Casa e del Lavoro – Legalità – Turismo), laureata in legge e legality watchdog, siano legittimati a fare sfoggio della loro indefettibile anima costituzionale, quando tutti sappiamo bene che condividono il potere locale con un topo quale Simone Niccolai, responsabile indegno e inammissibile del settore edilizia. Ma il popolo è, perlopiù, scemo.
Tutti – e per tutti intendo dire anche la procura della repubblica di Pistoia, quella del Coletta che non intercetta la Lucia Turco in quanto sorella del suo amico e superiore Luca Turco – sanno che il Niccolai aveva costruito capannoni abusivi nell’orto di casa sua per proteggere da sole e intemperie i suoi adorati camper.
È un politico degno, dunque? Rappresenta gli interessi collettivi e il bene comune? Rispetta quei cittadini che, se costruiscono un pollaio, vengono denunciati per direttissima dalla vigilanza edilizia alla procura di Coletta? Ha un profilo pulito e tale da risultare adeguato alle previsioni dell’art 54 della Costituzione? O no? A voi la parola, elettori soprattutto di sinistra e di Italia Viva (o morta, a noi non ce ne importa).
Eppure lo salvarono il comandante Marco Bai (un falsario conclamato), un sindaco solo batti-ganascia quale Marco Mazzanti (ancor oggi sindaco di fatto alle spalle del Romiti) e tutto il resto dell’apparato comunale addetto all’edilizia. Quel settore che, ai tempi del geometra Franco Fabbri, era solito distribuire (e presumibilmente “a pago”) condoni, licenze, autorizzazioni, permessi, assensi, documenti falsi a richiesta, occhi chiusi e… mani tese.
Tutto questo, a scapito dei cittadini che stanno nei limiti della legge, si definisce con un solo termine: mafia.
Che poi è ciò che tutta questa marmaglia istituzionale dice di voler combattere giorno per giorno, ma che in buona sostanza mantiene e ingrassa ogni dì di più.
Notizie come queste, tromboviolinate come se fossero annunzi di Cristo Giudicante, sono peggiori e più puzzolenti delle famose scorregge di Biden.
E chi le veicola come straordinario impegno civile a combattere il male, altro non è che la stessa materia organica che fuoriesce dalle chiappe del vecchio dimissionato: 1 atomo di carbonio e 4 di idrogeno.
Ossia metano puro e puzzolente.
Edoardo Bianchini
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