E se lo dice la difensora del mai-comandante Nesti, ci possono credere anche le avvocate Elena Augustin, Cristina Meoni e Elena Giunti. I processi promossi dalla terna citata con una raffica di querele infinite, sono di matrice politica e strumentalmente orchestrate dalla gente di Coletta. E il nostro giornale ne ha fatto le spese persecutorie in nome della difesa della ibertà di stampa, con arresti, condanne illogiche di Gaspari e ridicoli sequestri preventivi degni di una radicatissima mentalità fascista dei signori procuratori democratici
MA CON LA CADUTA DEL FASCISMO
CERTE COSE NON DOVEVANO ESSERE MORTE E SEPOLTE?
PISTOIA. L’avvocata Annalisa Lucarelli è stata diretta e ha parlato fuori dai denti: richiamando l’indirizzo “politico” del giornale e degli imputati, ha confermato e gradito la richiesta di condanna avanzata dal Vpo eterodiretto Alessandro Baccelli, un altro che, insieme a Massimiliano Tesi, riceve le direttive dal terzo piano per chat.
Curreli, quella specie di isola che non c’è di Peter Pan (non si sa mai se parla da sostituto, da scout, da Ong-Terra Aperta, da piantumatore di alberini o da incompatibile a Pistoia – teste qualificato Msurizio Barbarisi), ama dare direttive ai giudici, specie se onorari, con queste sue modalità da cupola dei pizzini.
Magari anche per interposti simboli, come – ad esempio – la famosa lettera scarlatta, ignominia del notaio Muscariello di Montemurlo: una verità che poggia saldamente sulla copia forense del cellulare del direttore; certificazione ordinata e imposta da Luca Gaspari che poi se l’è fritta come tutte le altre prove del processo in cui ha giudicato prono dinanzi a certi pm acefali e violatori delle procedure di legge.
I Vpo controllati dai titolari delle inchieste (non di rado ridicole) del terzo piano, non si fanno mancare nulla: è questo l’effetto del “sistema” descritto da Luca Palamara e Alessandro Sallusti un lustro fa, con tanto di saggio dedicato, appunto chiamato “Il Sistema”.
Il Vpo Baccelli ha chiesto una dozzina di mesi di reclusione per chi scrive e per il direttore: due pericolosi giornalisti, detestati dei Pm pistoiesi e da molte altre autorità costituite, da demolire, perché hanno il vizio di certificare la rogna che imperversa a Pistoia e provincia.
Bene, bravo, si direbbe esemplare proprio per la comunità dei colleghi giornalisti che saranno così “rieducati”: si andranno infatti a conformare al revisionismo moralistico curreliano, servito in salsa Agesci.
Nonostante la marea di documenti che attestano la verità fattuale delle nostre inchieste giornalistiche, siamo stati trascinati sul banco degli imputati, senza un minimo d’indagini, solitamente affidate per default ai due ottimi (e così anche premiati) Panarelli che lavorano con regolare violazione di un articolo del codice di procedura penale, il 358. E giustamente: perché se il processo è politico, c’è poco da accertare, ma ben più da avanzare a testa bassa ignorando quello che non fa comodo. Del resto, a Pistoia, certi magistrati, non sono affatto “soggetti” alla legge, ma la interpretano a capocchia, e con il benestare del Csm.
Dopo l’ar(r)inga della collega di denti davanti (l’avv. Andrea Niccolai) adesso anche i più famosi colleghi Belpietro, Feltri, Sallusti, Del Debbio, Giordano, Sechi, Porro, Veneziani e altri, dovranno fare attenzione se entrano nella giurisdizione del tribunale di Pistoja. Se in un ristorante alla domanda del cameriere “a chi vanno questi tortelli?” rispondessero “A noi!”, potrebbero trovarsi rinviati a giudizio per apologia del fassismo.
È noto che, in provincia di Pistoia, c’è l’Anpi del sovietkommissar Antonio Gigliotti, che sorveglia tutti i pubblici locali (per le repressioni di atti di velleitari nostalgici. Ciò non vale per i super giornalisti Gomez e Travaglio, perché loro, essendo bene orientati sono “diversamente ispirati”. Fanno correttamente le loro inchieste e non sono perseguibili dai Pm montanelliani.
Ora la vicenda, che è già stata ridotta in polvere dal dottor Pasquale Cerrone con una sentenza di assoluzione passata in giudicato, ma che si ripresenta una, dieci, cento, mille volte sempre con la stessa materia puzzolente (il vittimismo insipido di un Nesti mai-comandante, che da 20 anni è dipendente pubblico senza esserlo: amato, favorito e protetto vergognosamente dalla sinistra da Giunti e perfino dalla destra di Minkiolìn), va alla decisione della Got Daniela Bizzarri che dovrà sentenziare un bis, un tris, un quadris in idem (a Pistoia anche questo è frutto delle decisioni anomale del Terzo Piano); e così decidere se il processo è politico o no.
La dottoressa Bizzarri ha tutto: chiaro, approfondito e indiscutibile fra le mani. Ha anche le dichiarazioni dei testi che hanno confermato la correttezza delle inchieste giornalistiche oggetto di articoli, protestati nelle querele. La più brillante è stata la “Fata smemorina” che ha certificato in aula (e chi meglio di lei, che era segretaria generale del Comune di Agliana?) la vomitevole protezione ricevuta dal Nesti dalle amministrazioni demokrats. Vediamo come si comporterà ora la Bizzarri: se come terza, imparziale e indipendente oppure prona come lo fu Gaspari con una sua sentenza di vassallaggio a Curreli e Grieco.
L’avv. Lucarelli perdoni l’uso intensivo di collegamenti ipertestuali, che lei detesta. Ma tali mezzi nient’affatto illeciti risultano molto utili per far comprendere le varie vicende intersecate storicamente in collusioni, coperture e malegestioni amministrative. Tutta roba coperta dai segretari comunali del Comune di Agliana e non solo, visto il pervicace interesse della procura a difendere, fino alla morte, l’indifendibile stra-ptotetto Nesti, anima eletta di Marco Giunti, Paolo Magnanensi, Eleanna Ciampolini, Giacomo Mangoni e poi anche il falso-destrista Luca Benenesperi: tutti sindaci; Rosanna Madrussan, Donatella d’Amico e, oggi, Paola Aveta: tutte segretarie generali, ma di fatto succube agli ordini della sinistra.
A.R.
[alessandroromiti@linealibera.info]
Visto di fabbrica
Qui farò come Coletta | quando avalla il suo Curreli. | Apporrò, di corsa e in fretta, | la mia firma senza veli.
Sol che il capo al Terzo Piano | firma pur l’indigeribile; | mentre io, montanelliano, | firmo l’incontrovertibile.
È la logica del vero, | che mi vieta la mazurca. | Non difendo – e ne son fiero – | la Lucia nomata… Turca!
Visto – Edoardo Bianchini