dittatura dei pm. NESTI DIFFAMATO? MA CHE ASPETTANO, A ROMA, A DISFARE PROCURA E DUE TERZI DEL TRIBUNALE INIZIANDO COL RIMUOVERE L’INCOMPATIBILE IPER-PROTETTO CURRELI?

L’amministrazione, scrive il Nesti al Fragai, «potrebbe “ristrutturare” l’intero servizio, magari nella prospettiva delle unioni, e affidare un incarico intuito personae per la durata del mandato proprio in relazione al nuovo ufficio». O guarda un po’ chi è che in séguito si occupa della stesura del regolamento di servizio associato di polizia municipale Agliana-Montale. Se ne fa carico proprio lui: la Paola Nanni, comandantA di Montale, se ne serve apposta e ce lo testimonia. Eppure per l’avvocata Lucarelli la letterina di Nesti a Fragai è solo una “caramellina al miele Ambrosoli”, vero?


Lo diceva pure il Leopardi nei suoi Pensieri: la gente, e ancor più l’autorità, odia chi mostra il male. Fa comodo solo che le cose restino come sono, così ognuno può fare i cavoli suoi in santa pace

SE NARRI QUEL CHE IL POPOLO PATISCE

CONTRO DI TE IL CURRELI S’ACCANISCE


Andrea Alessandro Nesti non ha ancora metabolizzato che non lo abbiamo abbattuto noi di Linea Libera, ma il Consiglio di Stato. Lo spiegasse anche a Curreli e ai suoi amici della procura, per favore, invece di fare scendere in campo anche la moglie Milva Maria Cappellini, alias Blimunda e sparar quereleall’impazzata

 

Il 5 ottobre 2014, poco dopo che il sindaco Mangoni aveva buttato giù di sella l’Eleanna Ciampolini, il mai-comandante Nesti scrisse una letterina personale all’assessore-sovietkommissar Rino Fragai per spiegargli i suoi casi e per chiedere una mano a restare in sella ai vigili: sulla cui testa costui stava dal 1999 e senza legittimazione.

Se lo ficchi in testa l’avvocata Annalisa Lucarelli, che vorrebbe insegnarci come si fa giornalismo montanelliano e che, a occhio e croce, sembra imboccata in questo dallo stesso Terra Aperta, ossia il sostituto-scout Claudio Curreli, uomo dai mille-e-un impegno.

Ieri mattina – 10 giugno 2024 – sia io che Alessandro Romiti siamo stati costretti (a causa delle mille querele della vergogna nestiana, accolta in pieno dal sostituto che pianta alberini di Falcone e Caponnetto, il sempre lodato C.C.) a presentarci in aula prima dalla giudice Daniela Bizzarri e, sùbito dopo, dal giudice Paolo Fontana.

Ed è stata una mattinata molto faticosa: perché non c’è niente di peggio del dover ascoltare la voce dell’insensatezza del Terra Aperta veicolata dai suoi ammaestrati Vpo (i supplenti emissari del Curreli quasi sempre assente in aula, che si permette di causare danni senza fare indagini, e poi pretende che i giudici condannino chi fa, di mestiere, il giornalista); e da certi avvocati che, sì, devono difendere il cliente, ma non oltre il difendibile, dato che – come ci insegna anche il commediografo Eugène Ionesco – “un cane che suona la sua tromba, non riesce a farsi passare per un elefante”.

Si noti che il mai-comandante Andrea Alessandro Nesti (come risulta dalle testimonianze e non dal gioco del nocino), è inequivocabilmente un protetto delle amministrazioni di sinistra di Agliana, dal sindaco Marco Giunti, fino ai falsi testimoni e calunniatori neofascisti della cordata Benesperi-Ciottoli dei giorni nostri. Arrivò il centrodestra, infatti, e loro si misero a proteggerlo a spada tratta, auspice quella specie di segretaria generale che si appella Paola Aveta e che ha grandinato per 5 anni su Agrùmia pur di fare la sindaca di fatto alle spalle di quel coglione indegno di Benesperi.

Sul versante Daniela Bizzarri, ieri mattina, siamo partiti con l’insensatezza dell’avvocata Annalisa Lucarelli. Va compresa, povera ragazza, perché non ha la struttura di un San Cristoforo porta-Cristo: e poi il Cristo che si è messa (o le ha messo Andrea Niccolai) sulle spalle è caratterizzato da una insostenibile pesantezza dell’essere, blindato com’è da tutti, procura compresa. È, anche lui, un cane che suona la tromba e tenta di passare per un elefante, del quale, tuttavia, gli mancano le poderose zanne bianche e le orecchie sventolanti.

Aldilà di non saper dire altro se non che Linea Libera porta accanto al titolo di testata un’immagine di Montanelli e che ciò è cosa indegna e cattiva (e chi è l’Annalisa? Cristo giudicante?); la sostenitorA del Nesti ha molto insistito nel ripetere che la letterina del mai-comandante a Rino Fragai, una specie di O mio babbino caro del Gianni Schicchi, è innocente come l’uovo da cui è nato, il 9 giugno 1934, Paperino della Walt Disney. Di questa letterina ve ne trascrivo una parte: e giudicate da voi, lettori ,se è un esempio di innocenza o una chiara richiesta obliqua di “sistemazione in arcione”. La letterina la potete scaricare da qui anche se i link irritano l’Annalisa…

Dopo avere spiegato le sue personali vicende con un sacco di arzigogoli, fino al punto di sistemare la sua posizione personale, il Nesti conclude: «È di tutta evidenza che tale ultima soluzione (scaricate da qui l’intera letterina innocente), oltre ad esprimere un segnale di apprezzamento della mia opera professionale, avrebbe in sé un ulteriore contenuto di giustizia del quale, credo, si possa obiettivamente avvertire la necessità».

Corpo di reato: per questa foto dell’aprile 2015, il Nesti ci ha fatto querela e i Pm della Procura hanno deciso a bomba un bel rinvio a giudizio, dopo tre anni. Ma che rapporti corrono fra il fu-comandante e gli uomini che possono fare insindacabilmente quello che vogliono? Finché non sarà chiarito bene questo aspetto, fidarsi delle «autorità costituite» è un serissimo problema… In quel momento Nesti non era neppure in servizio, si dice. Approfondiva i temi della letterina?

Poi il mai-comandante aggiunge (a mo’ di rassicurante compagnoneria): «Certo, rimarrebbe aperta la vicenda dell’inquadramento giuridico ma, nell’ipotesi sopra delineata, potrebbe essere affrontato anche in un contesto di natura transattiva». Per i bàmboli di Pistoja che non capiscono nulla, l’esegesi testuale suona così: «Voi cementatemi il plinto sotto il piedistallo su cui finora sono stato usurpatoriamente in piedi e poi, Rinuccino, via… Si fa una bella pizzata con una birra e amen! E il mio caso è risolto».

La frase che precede tutto questo è particolarmente indicativa della ruffianaggine (vedi Bergoglio) nestiana. L’amministrazione comunale, scrive il Nesti, suggerendo la via da seguire per sistemare le sue chiappine, «potrebbe “ristrutturare” l’intero servizio, magari nella prospettiva delle unioni, e affidare un incarico intuito personae per la durata del mandato proprio in relazione al nuovo ufficio». In altre parole: «ora che si va a istituire il servizio associato di polizia municipale con Montale, a vostra insindacabile scelta potreste affidarmi un incarico (sottinteso: di natura direttiva) proprio in relazione al nuovo ufficio».

Ora la cara Annalisa dovrebbe dirmi se, a suo avviso, il Nesti sta scrivendo nell’interesse pubblico di Agliana oppure in quello delle proprie tasche e del suo super-Ego. Attenti! Sapete cosa significa intuito (come scrive, sbagliando, il Nesti) personae? Vuol dire a scelta discrezionale dell’amministrazione. È chiaro che si tratta di un O mio babbino caro? Io non ho dubbi e invito pubblicamente anche la stessa giudice Bizzarri a riflettere. Perché… delle due l’una: o ho ragione io, o avete torto tutti voi da Terra Aperta in giù.

Che palle, Annalisa, doversi sentire ripetere (10, 20, 30 volte) la solita menata, ma l’avete letta bene la letterina a Babbo Natale, anch’essa una sorta di lettera scarlatta di quelle che fanno infuriare il toro che sopravvive nell’anima di Curreli come resto/lascito del suo essere cuspide-gemello del 22 maggio?

Certo che l’abbiamo letta la letterina scarlatta del Nesti! Piuttosto: l’avrà letta, Terra Aperta, quella letterina? Oppure, quando ha farcito il panino copia-incolla, stava partendo in fretta e furia per andare a fare i diavoli sua, conscio del fatto che, dalla giudice Bizzarri non si sarebbe fatto vivo di persona, ma ci avrebbe mandato un suo mite-addomesticato Vpo, Alessandro Baccelli, se non erro?

Bastianelli ha letto bene il parere di Mauro Montini? E lo ha soppesato o no, seguendo l’esempio del suo Mentore Claudio da Cagliari?

Secondo round. È toccato a Romiti essere sottoposto al fuoco di fila del Vpo Riccardo Bastianelli. Una questione di stato è subito apparsa all’orizzonte: come abbiamo potuto, noi di Linea Libera, sostenere che il Nesti è un usurpatore? Questo l’ostacolo insormontabile. Da cosa lo abbiamo desunto che il Nesti è stato un usurpatore di posto dal 2000 al 2015-Consiglio di Stato? Da cosa siamo resi certi che il mai-comandante doveva essere licenziato?

Alessandro Romiti ha lottato almeno 15 minuti per cercare, inutilmente, di spiegare al volenteroso Vpo – evidentemente ben imbeccato dal Terra Aperta, che è sempre dappertutto tranne che in aula a svolgere il suo mestiere «con disciplina ed onore» – che lo avevamo desunto icto oculi, «a colpo d’occhio» (avrebbe scritto, sbagliando, il Nesti), dallo stesso parere dell’avvocato Mauro Montini, che potete leggere sia in immagine, per estratto, che integralmente scaricandolo da qui.

È stata come la famosa barzelletta del candidato bravissimo e inaffondabile, ma da bocciare, a cui, dopo 40 domande alle quali ha risposto alla perfezione, il commissario di geografia chiede quanti sono i cinesi? e quello risponde 1 miliardo 285 milioni, 728 mila 402, mentre l’esaminatore urla «i nomi, voglio! Mi dica tutti i nomi!».

Terra Aperta s’è messo in testa che dobbiamo essere condannati per forza perché lui la vede così. E manda i suoi Vpo all’arrembaggio. Lui, Claudio cagliaritano, classe 1968, la sua faccia barbuta non ce la mette mai o quasi. In aula l’impegnatissimo ci scende solo con l’effeèffe Grieco, il capo Coletta e la signora Contesini. L’unica risposta da dare al dottor Bastianelli (la più logica, visto che non gli andava bene niente di nulla) sarebbe stata soltanto questa:

Alla prossima state certi, ci informeremo perfino sulle mutande di Minnie, così non potrete dire – come state facendo ora instradati da Claudio TerraAperta – che non abbiamo fatto sufficienti indagini… E mentre lui non ne fa nemmeno una…

Signori del tribunale e delle nostre vite, dìtecelo chiaramente che per fare il giornalista, oltre a esserlo come lo siamo noi, occorre inderogabilmente raccogliere i documenti necessari e sufficienti a darci la sicurezza delle nostre indagini e fare quello che di solito noi facciamo, mentre voi mai o quasi mai: leggerli con l’attenzione dovuta.

Imponétecelo. E fateci imporre ogni altra regola che vi pare anche da Vpo e avvocati del pan-di-mano. Vi garantiamo che le prossime volte, per non sbagliare, «obbedienti alle parole di Vossignori e formati al vostro divino insegnamento», dopo aver ben letto e ben capito quello che abbiamo raccolto, andremo dritti perfino dall’economa del Comune e le chiederemo di che colore ha le mutande che indossa: se bianche a pois rossi come quelle famose di Minnie della Disney.

Una domanda finale per Vpo, giudici e avvocati: voi ve lo chiedete mai se sia normale che un Terra Aperta resti a Pistoia a lavorare con la moglie in posizione di incompatibilità ma superprotetto (teste Maurizio Barbarisi) da Anm, Csm e Genova? E a Coletta osate mai chiedete perché lui non intercetta la Lucia Turco, sorella di Luca Turco e cugina di Cecilia Turco?

Smettete di coprirvi di ridicolo e non solo…

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


LA PROCURA LAVORA CONTRO LA VERITÀ. SI VEDE «ICTU OCULI».
E IL RISCHIO È CHE I GIUDICI LA ASCOLTINO PERCHÉ ESSA È IL MOTORE IMMOBILE DI UN OPPRESSIVO POTERE LOCALE


Print Friendly, PDF & Email