E meno male che Elodie, gnudandosi, ci libera dalla tirannia del patriarcato che imperversa nella repubblica dello jus scholae di mister Mattarella…
C’È LA MELA CHE CONDANNA
E C’È QUELLA GIOIA & PANNA
Mai vista tanta stupidità come in questo paese in questo momento storico disgraziatissimo, in cui Repubblica mena vanto che le armi Nato sono state usate per l’okkupazione della Russia. Armi Nato specialmente europee. Evviva!
ANTIFA, RICORDATE LE IDI DI MARZO DELLA VERGOGNA!
Elodie si gnuda (cito Benigni) e libera la nazione dal “servaggio del patriarcato”: di cui proprio Mattarella è il massimo rappresentante eletto da un parlamento dichiarato illecito da lui medesimo. Evviva!
A Pistoja dal 1945 non c’è mai stata una procura della repubblica degna di tal nome. Ma oggi – dopo l’avvento di Coletta – non si è toccato il fondo: s’è proprio sfondato. Siamo piombati oltre il pensabile.
Tra malapolitica, malamministrazione, malagiustizia, malasanità (di cui è esperta la giornalista Daniela Ponticelli, molto protetta dall’ordine e soprattutto dal presidente Giampaolo Marchini), malagueña, Malá Strana di Praga, ma la notte no di Renzo Arbore; tra tutte queste mala, s’è voluta distingue anche la malaprocura di un capo che non intercetta la sua protetta Lucia (la Lucia va protetta sin dal tempo di Manzoni) perché sirocchia di un amico («prossimità sociale», dice lui) che si chiama Luca. Casualmente cugino della presidente dell’ordine degli avvocati pistojesi. Razza padrona, avrebbe commentato il mio Maestro al Forteguerri.
Se gli uomini – oltre che esserlo in metafora – fossero dei veri e propri cani in carne ed ossa, dovremmo parlare di storie da… malamute: e non saremmo fuori-tema.
Un vecchio spezzone del Tg60 di Tvl, con Marta Quilici alla guida del veicolo, mi ha riportato in mente la vicenda che molti hanno (peraltro inutilmente) applaudito per inimicizia con questo giornale che rompe i coglioni delicati dell’incrostato potere locale dei vannifucci.
A Pistoja ha fatto comodo, fino dal 1945, che tutto cambiasse perché tutto restasse com’era. In chiesa, in Comune, in tribunale. E Linea Libera è una pietra dello scandalo, cioè il sasso in cui s’inciampa per via e che dà un sacco di noia. E che va spostato dalla carreggiata.
Dopo l’assunzione della Madonna in cielo (gioia per Landini e la Schlein: contratto a tempo indeterminato) è bene ricordare a tutti:
- l’ordine dei giornalisti non capisce un tubo nelle norme giuridiche che regolano la professione e si vede dalle mille castronerie con cui sia Bartoli che Marchini si sono mascherati per abbattere Linea Libera;
- la procura di Pistoja non capisce un tubo (e soprattutto non studia una beata minchia) delle norme non solo riguardanti il giornalismo, ma tutto il settore penale. S’inventa perfino reati inesistenti: lo stalking giornalistico;
- Curreli non ha titolo per fare le bucce a nessuno in quanto è incompatibile a Pistoja insieme a sua moglie e a Pistoja in quanto terraperturista per i clandestini in contrasto con le leggi dello stato (di dissoluzione morale e civile di oggi);
- Coletta sa spegnere bene le candeline sulle torte in Facebook, ma crede che la legge, per lui, sia un optional, perché lui è lui come il Marchese del Grillo…;
- Grieco non è in grado di definire una violenza privata nemmeno se vede che due vecchi imbecilli segano un tubo dell’acquedotto e lasciano una famiglia senz’acqua per 8 giorni 8; o se sequestrano due persone impedendo loro qualsiasi libero movimento;
- Chiara Contesini ha smesso di leggere e pensare – sembra – da quando ha vinto il concorso in magistratura. E si vede da quello che scrive e combina.
PER NON DIMENTICARE
Può bastare per ricordare a tutti (giornalisti pistojesi iscritti all’albo per primi) anche che, avendo io superato l’esame professionale, sono e resto un giornalista e non un clandestino come tutta questa pletora di impreparati cerca di far apparire alla coscienza della collettività pistòika a cui il politicamente corretto (incarnato dallo status quo) ha assolutamente sostituito il cervello con della semplice aria fritta che si muove solo al suono di Bella Ciao?
Edoardo Bianchini
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