dittatura dei pm. «SE ’L PASTOR DI COSENZA … AVESSE IN DIO BEN LETTA QUESTA FACCIA…»

Se il sostituto Curreli avesse attentamente letto e compreso le carte del maxiprocesso politico scatenato e affidato poi a Luca Gaspari, si sarebbe umilmente fatto da parte per non cadere in un così vergognoso bugliolo di legge adoperata con sviamenti di potere e abusi d’ogni genere. E per evitare il ridicolo a cui si è esposto solo per affermare a ogni costo la propria ottusa incapacità di capire la realtà del vero


Se le regole della Costituzione prevedono che – come dice la Gip Martucci – le «autorità costituite» hanno sempre ragione a prescindere, allora l’Italia è una dittatura come quella tanto odiata dai progressisti. Ma se i magistrati che sbagliano non devono pagare mai, allora la nostra è una dittatura ancor più dittatura delle dittature odiate dai “migliori”

SVEGLIATI, NORDIO, E PROPRIO NON DORMIRE:

GUARDA PISTOJA CHÉ FA IMPALLIDIRE!


Cari pargoli del Terzo Piano, le strade che non hanno una particella catastale sono pubbliche. Vedete quanto ce n’è di arancione? È tutto pubblico o aperto al pubblico. O siete ciechi oltre che muti perché anche voi dovete favorire qualcuno che vi sta a «prossimità sociale»? Fàtevene una ragione: sia il ragionier non-dottor Perrozzi che il mai-comandante Nesti hanno raccontato un sacco di cretinate in aula e nelle loro denunce. Il brutto è che gli avete dato ascolto. Che aspettarsi da magistrati che non studiano a dovere le carte?

 

Visto che Roberto Benigni, dopo tanta Casa del Popolo, va ad abbracciare il papocchio perché – ha detto – “se noi abbiamo i baci, che cavolo ce ne facciamo se non li diamo a qualcuno?”, voglio scrivere questa mia nota, che è un ixesimo atto di accusa contro la colpevole cialtroneria delle indagini (?) della procura della repubblica di Pistoja, omaggiando Claudio Curreli – sostituto infedele alla repubblica e alla sua Costituzione; e pure indegno quanto a «disciplina ed onore» di cui all’art. 54. Lo faccio mettendolo a confronto, grazie ai suoi modi di operare per la legalità, con il vescovo di Cosenza che profana le ossa di Manfredi nel Purgatorio 3, 128-9 di Dante.

A lui lo paragono quale pastor di Cosenza, dal momento che Claudio – lo scout, il pianta-piante, il cittadino attivo dell’Agesci, il terrapertista dei clandestini, l’homo catholicus –, appunto, da Castrolibero di Cosenza il 1° settembre 2010 si trasferì a Pistoja per prendervi dimora in via XX Settembre n. 29.

Nel Purgatorio Dante, il poeta da non leggere se in classe vi sono dei musulmani, dice che se il pastor di Cosenza (il vescovo di là) avesse ben letto questa faccia di Dio (vale a dire la sua misericordia), tuttora Manfredi riposerebbe dentro la sua tomba e le sue ossa non sarebbero state disperse: come, ad esempio, le mie e quelle di Alessandro Romiti, in mille processi del Menga che hanno voluto dire solo quattrini buttati via per tutti i pistojesi.

Ma evidentemente il pastor di Cosenza non ha saputo (o voluto) leggere quella faccia di Dio, metafora, nel nostro caso, delle irregolarità intrinseche nelle autorizzazioni e nei permessi regalati, a babbo morto, al ragionier non-dottor Romolo Perrozzi – e non solo a lui.

Claudio Curreli su Tvl. Oltre che capo scout è anche coordinatore della rete Terra Aperta

Claudio Curreli, il metaforico pastor di Cosenza trasferitosi a Pistoia, nella maggior parte delle sue cosiddette indagini (?), dà a vedere di non saper leggere né quello che i cittadini scrivono, né quello che è scritto nei documenti ed è – scriverebbe Coletta – «ontologoicamente essente».

Perché se Claudio, il protetto da Dio, dal Csm di Mattarella (teste Maurizio Barbarisi), dal tribunale di Genova, dall’Anm, avesse – nei miei articoli sul corrotto Comune di Quarrata e sui sui favori al ragionier non-dottor Romolo Perrozzi (e non solo) – ben letto quello che v’era scritto, avrebbe accuratamente evitato di prendere quelle sue brillanti decisioni adottate ad mentulam canis che hanno dato origine non alla riaffermazione della giustizia e della legalità, ma a una serie di processi senza fondamento finalizzati solo a colpire chi, dirigendo Linea Libera, ha fatto vedere a tutti il marcimonio che esonda dagli argini del Terzo Piano di Pistoia.

E per questo (non per altro) ci hanno chiuso per ben due volte, senza però adottare (e perché mai?) nessun’altra azione in merito oltre l’asfissia coatta delle libertà di cui all’art. 21 della Costituzione.

Se avesse letto e compreso le carte, Claudio si sarebbe umilmente fatto da parte, per non cadere in un così vergognoso bugliolo di legge adoperata con sviamenti di potere ed abusi d’ogni genere.

Ma il pastor di Cosenza non solo non vide, ma credo che non volesse proprio vedere quello che dai miei articoli del 2019-2020, era di un’evidenza solare:

  1. che il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi è stato un favorito del Comune di Quarrata;

  2. Risultato. e nessuno vede nulla a cominciare dalla procura che inquisisce e rinvia a giudizio chi chiede l’applicazione della legge. Bell’Italia eh? E si pagano anche fior di quattrini per queste decisioni indefinibili…

    che non solo non poteva chiedere di chiudere tre vicinali-interpoderali e due piazzole di sosta in via di Lecceto, ma neppure doveva chiederlo;

  3. che non era un fiorellin di serra quanto ad abusivismo edilizio;

  4. che nelle sue proprietà non c’è 1 solo sasso 1 che non sia, in qualche modo, fuori regola. E mettiamoci a un tavolo, invece di mandare i CC di Quarrata a chiedere spiegazioni agli stessi autori degli scempi amministrativi e burocratici.

Insomma, Claudio di Cosenza non avrebbe mai dovuto inviare il luogotenente Salvatore Maricchiolo a chiedere lumi di tutto a chi, quel casino di favori e regalìe, lo aveva fatto nascere e crescere: i due falsari e falsi testimoni quali il raccomandato del Pd, da parte del cognato senatore Dario Parrini di Vinci, al grande batti-ganascia Mazzanti: parlo dello Iuri Gelli, poi anche falso testimone in aula) e il falsario culilinguo Marco Bai: personaggi ambigui e corrotti che hanno sottoscritto perfino false relazioni di sopralluoghi segnalati alla procura e sui quali – chissà perché – tutto lo staff di Biancaneve e i sette nani sono stati più muti di Totò Riina.

Vi piace il presepe, pistojesi del terzo millennio? Volete una giustizia proprio così? Pigliàtevela pure! Ma voi, non io, cari panaj con l’estro da Vanni Fucci!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


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