dittatura dei pm. SULLA GIUSTIZIA A PISTOJA C’È UN TACITO PATTO: “PROSSIMITÀ SOCIALE” AVVOCATI-MAGISTRATI. COSÌ LO “STATUS QUO” È STABILE E AL SICURO

Per capire cos’è questa città, non occorre essere laureati in legge, o avvocatoni del Pd o della massoneria o dell’Opus Dei, o essere magistrati all’avanguardia con la Terra Aperta, o Salomoni di provata saggezza come quelli che urlano per Julian Assange e la libertà di informazione…



MAGISTRATI-AVVOCATI

MOLOTOV-RIBBENTROP


Come con i musicanti di Brema…

 

Nella città del ladro Vanni Fucci, il Pm che avrebbe dovuto lavorare per la «gente comune», ma che preferisce salvare i Turchi, si è distinto lavorando alacremente a fianco dei suoi alfieri inquadrati, allineati e coperti.

Si parte da un Claudio Curreli che non sa di essere un sostituto, ma crede di poter emulare le qualità di Dio, per giungere a una Martucci che dà per scontate le accuse, mai seriamente provate, di Curreli, il redentore delle prostitute in nome degli scout.

Poi si arriva a un Grieco che si “accorda” volentieri con i “musicanti di Brema” e, infine, a un Gaspari che non legge niente di ciò che ha in mano e, proprio per questo, contribuisce a estendere la coltivazione monocratica dell’iniquità della giustizia, la quale, tra i confettaj pistojesi, è dedicata solo alle «prossimità sociali» di Coletta e dei suoi “derivati tossici”.

Risultato: 1. 104 giorni di domiciliari a chi chiedeva di ripristinare la legalità a Quarrata, perché il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi non si può toccare (anche lui si chiama Turco?); 2. più di un anno di arresti e misure restrittive alla comandante Lara Turelli di Agliana, perché la figura del mai-comandante Nesti (che fluttua tristemente sotto tutta l’indecenza messa in piedi dal duo De Gaudio-Serranti) ha acquisito, anch’essa, il doppio cognome caro agli Dèi; 3. arresti in mezzo al mare della Calabria per un Gatto di Montecatini, caro, ancora, alle cure di Leonardo, l’uomo che faceva atterrare il Betti-baccalà al Carbonizzo di Fognano, senza voler vedere le lettere scarlatte del malaffare e la fin troppo evidente presenza della Misericordia di Pistoja sotto gli strani cambi di “destinazione aeroportuale” dei terreni dell’ex-Tempesti. Anche lui – De Gaudio – si è allineato all’aer sacro pistojese, che però puzza come l’inceneritore di Montale; quell’affare che la Linda Gambassi ha mandato all’archivio prima di tagliare la corda da Pist[r]oja.

E Alessandro Buzzegoli ragionò con la testa dei padroni della procura e della Cassazione

Alla fine i cervelloni mossero anche mademoiselle Contesini, la Cassazione delle Idi De Marzo e Alessandro Buzzegoli, l’obéissant che non voleva lezioni di diritto, per il sequestro di un quotidiano on-line, Linea Libera, che ha il coraggio civile di svergognare chi di vergogna è l’aristotelico motore immobile in una città piena di quattrini e generatrice di una impressionante marea di corruzione e protezionismo degli squallidi compatrioti di un vescovo straniero, Scipione de’ Ricci, che è stato il più adatto, secondo il suo credo giansenista, alla gente che a Pistoja vive, crede e cresce di malaffare.

Infatti, secondo i giansenisti, si salvano – alla fine – soltanto gli uomini destinati a salvarsi a prescindere da qualsiasi loro merito.

E per capire questo, non occorre essere laureati in legge, o avvocatoni del Pd o della massoneria o dell’Opus Dei, o essere magistrati all’avanguardia con la Terra Aperta, o Salomoni di provata saggezza come quelli che urlano per Julian Assange e la libertà di informazione, ma non vedono la voragine che hanno a un centimetro dai loro piedi proprio qui, in Piazza Duomo, dinanzi a Sant’Jacopo col suo mantellone rosso truffaldino per non pagare i debiti. Vatti a fidar dei santi!

Giuseppe De Marzo

È sufficiente, per capire cos’è Pist[r]oja, riflettere un istante su quello che il Pm Coletta disse, seccato e minaccioso, al buon luogotenente Daniele Cappelli, e che ormai tutti conoscono a menadito tranne il Csm, l’Anm, il Ministero della Giustizia, il Quirinale del democratico Mattarella, la procura della repubblica di Genova, che fa solo opera di salvataggio come una pelosa Carola Rackete traghettatrice di clandestini da mettere al sicuro prima ancora di garantire i diritti di base dei cittadini italiani.

A Pist[r]oja i clandestini (basta che non siano quelli di Linea Libera) vengono perfino prima – complice la procura – di tutti i residenti di Vicofaro.

Riascoltate, dunque, attentamente il messaggio di Coletta. E grattatevi in testa anche voi, avvocati dell’ordine di Pist[r]oja e della camera penale, lèsti a ossequiare il potere:

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


« Non si deve più rispetto a un uomo, specie se Coletta, che alla verità »


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