Oppressori e oppressi sul suolo di Vanni & Cino in una pubblica amministrazione che, secondo Coletta, libera da ogni «prossimità sociale», in ogni suo passo dimostra l’ipocrisia delle proprie affermazioni
Riflessioni sul mondo al contrario
AL CITTADINO NON FAR MAI SAPERE
QUALI SONO I MISFATTI DEL POTERE
L’avete mai sentito un avvocato penalista lamentarsi, nonostante la Camera Penale, del modo con cui il Pm Coletta tratta i dati del suo ufficio? Io credo che sia impossibile.
E penso che i penalisti di Pistoia siano fra i più pavidi, timorosi di dio e – non di rado – vili, dinanzi a dei pubblici dipendenti che fanno, dei doveri del loro ufficio, tranquillamente “pezze da piedi”.
Se, con i giudici, ci battono, per caso, il viso per via, nella migliore delle ipotesi, se intravisti da lontano, gli Avv. pistoiesi prendono il primo vicolo a destra o a sinistra del reticolo fitto della Sala; altrimenti, ove costretti, come don Abbondio, a dove andare avanti, lo fanno.
Ma sùbito gli cade qualche foglio di mano, magari una penna: sicché loro si chinano fin quasi a battere la bazza a terra, in maniera da genuflettersi senza però dare l’impressione di farlo. Perché loro sono… “uomini d’onore” come Bruto in Shakespeare.
Ai Caratteri di Teofrasto manca la descrizione del comportamento del penalista di Pistoia. Ed è per questo che, stamattina, ho voluto rimediare io con questo breve appunto.
Magari, se preferite, posso anche scrivervelo in greco antico a imitazione del filosofo successore di Aristotele, l’inventore caposaldo della Logica.
Di inerzie eclatanti stamattina ve ne cito tre:
- la più clamorosa è quella del settennio inutile in cui la sostituta Gambassi ha fatto galleggiare la sporcizia dell’inceneritore di Montale, che sorge su una discarica costruita sotto il suo stesso suolo.
Ma è inutile parlare perché l’illuminato Pm Renzo Dell’Anno volle, fortissimamente volle sempre e comunque, un basso profilo sui problemi dei tumori della piana e poi anche della discarica del Cassero; - la media è una pratica che, avviata dai vigili urbani di Quarrata a inizio maggio del 2022 (fui trattenuto a forza in via di Lecceto, sulla pubblica via, dinanzi all’abitazione di un iperprotetto ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, sedicente laureato ma solo all’Università Radio Elettra di Torino), Grieco tiene ancor oggi nel suo cassetto in attesa che, come l’anatra/gallina dalle uova d’oro della novella del fagiolo di Jack, deponga la sua “monocellula riproduttiva”.
È almeno la seconda volta che Grieco – sicuramente terzo e imparziale – salva due vecchietti creativi (Sergio Luciano Giuseppe Meoni e gentile consorte, Margherita Ferri) da atti innominabili di violenza privata. Qualche anno fa, infatti, il sostituto anziano della procura li rimandò a casa pimpanti nonostante avessero segato il tubo dell’acquedotto della casa in cui abita mia figlia: lo avevano fatto “per celia”, come si dice…. E mi pare che a convincerlo di questo fosse stata la cugina di una certa Lucia Turco…; - l’infima è la storiella della sostituta Chiara Contesini (quella che odia visceralmente Linea Libera e, per transfert, me che scrivo in incontenibile libertà di pensiero e di parola) che, dopo un tempo infinito in cui nulla aveva fatto o fatto fare, chiese altri sei mesi di indagini in aggiunta per venire a capo (mi pare senza riuscirci) di una cosa di cui vi parlerò, ma solo più in qua.
Di tutto ciò che dico sono pronto a rispondere in aula: e non con parole, come fanno Pm e sostituti di Pistoia. Con carte, ufficiali, incontestabili; anche se nessuno di loro ne vorrà tener conto perché la regola del terzo piano è questa: «Io so’ er Pm e voi non siete un cazzo».
Onde mi viene da dire: gente che finite sotto l sgrinfie della procura pistoiese, cercatevi un penalista a Lucca, per farvi difendere. Sarà sempre molto più sicuro della merce «andante» disponibile nel centro storico e sulla Sala, fra barili di aringhe, stoccafissi e baccalà.
Sopra tutto questo dall’alto del terzo piano, «come l’aquila dal suo nido insanguinato, il selvaggio signore» dei silenzi e della circolare negatoria dei diritti di trasparenza (la n. 574 del 14/3/22), Coletta domina tutto lo spazio dove piede d’uomo può posarsi, e non vede «mai nessuno al di sopra di sé, né più in alto».
E qui – per dissipare le nebbie dell’ignorantia rerum – non sto offendendo nessuno né passando i limiti della cosiddetta continenza, ma sto semplicemente parodiando un famoso passo del Manzoni, anche se oggi quel lumbard non va più di moda.
Per essere più chiaro ed esplicito, perché quando ci vuole ci vuole, aggiungerò:
- ho chiesto, per Pec, a che punto sia Grieco con i suoi sforzi cognitivi in merito (in ipotesi) al mio sequestro di persona/violenza privata: risposta zero;
- ho chiesto da mesi copia del mio 335 (elenco delle azioni giudiziarie attive e passive che mi riguardano).
In tutti i tribunali d’Italia certe cose si rilasciano per via telematica e senza tanti discorsi. Nella Pistoia di Coletta, invece: risposta zero.
È stabilito per editto che il cittadino, sfortunatamente pistoiese, debba andare di persona su e giù per le antiche scale (sto citando Mario Tobino del fu-manicomio di Lucca, quello di Maggiano, ribattezzato Magliano, famoso per le sue «libere donne»); - ho inoltrato domande, segnalazioni, raccomandate, Pec, comunicazioni varie di ogni tipo, senza mai ottenere una risposta o ottenendone alcune davvero da manuale per una giustizia perfettamente adatta al carattere di Erdoğan e alla magistratura/polizia da Fuga di mezzanotte o da Notte delle matite spezzate, ecosistema in cui possono vivere serenamente e fiduciosamente non-presidenti come Mattarella e partiti politici fascisticamente strutturati con il beneplacito del progressismo europeo.
Viviamo in dittatura, cari fratelli di Crozza.
Una dittatura democratica che è anche la peggior forma che un uomo possa augurare a sé e alla sua (ma decisa dagli altri e non da lui) discendenza, visto che i giudici stabiliscono chi deve vivere (per Coletta, ad esempio, la signora Lucia Turco) e chi deve morire (per la procura di Pistoia Edoardo Bianchini e la sua pericolosissima Linea Libera).
Amen!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]