divus iulius. ANDREOTTI: «A PENSARE MALE DEGLI ALTRI SI FA PECCATO, MA SPESSO SI INDOVINA»

Aveva, dunque, ragione Piercamillo Davigo? Sono tutti innocenti, finché non vengono beccati? Almeno in questo caso, devo dire di sì…



L’INECCEPIBILE PROCURA DI PISTOIA


 

Carlo Bartoli, ex presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, ora presidente nazionale, dovette presentarsi alla caserma di Quarrata

 

È quello che mi è venuto in mente posando di nuovo l’occhio, oggi pomeriggio, sul foglio di trasmissione delle informazioni rilasciate da Carlo Bartoli alla caserma di Quarrata e da lì passate al sostituto Claudio Curreli dal Lgt Salvatore Maricchiolo.

La caserma di Quarrata è evidentemente molto apprezzata dalla procura di Pistoia e dai suoi Pm e sostituti.

Pensate: Carlo Bartoli, che abita a Firenze, viene sviato da Curreli sulla caserma del Maricchiolo, a Quarrata. Curreli non si fidava facendo chiamare il Bartoli a casa sua, dai carabinieri fiorentini risparmiando 50 km di strada al Bartoli? No, evidentemente. Maricchiolo era… preferibile.

Quante ne ha filtrate di cose più meno assurde, il Maricchiolo? Non solo quella del Bartoli che, a occhio e croce e seguendo le indicazioni del Divo Giulio, contatti con Curreli deve pure averne avuti, in qualche modo. Ma anche assurdità di denunce di vigilE femminE di Agliana, che hanno deposto le uova a Quarrata, anche se il comando vigili di Agliana è a tre metri e 45 centimetri dalla caserma locale.

Il Curreli riaffiora anche in altre vicende di primo piano. Maricchiolo, custode (peraltro infedele) del sequestro cautelare dei miei computer (4), del mio tablet (1) e del mio cellulare, indica a Leonardo De Gaudio che, per fregare la Lara Turelli dopo le denunce anomale di cui sopra, può ficcare tranquillamente il naso a suo pacere dentro un oggetto che dovrebbe restare blindato e intatto da qualsiasi mano. Il sequestro è, tenételo ben presente, cautelare.

Allora De Gaudio scrive a Curreli e gli chiede l’autorizzazione a profanare l’oggetto, di mia proprietà, sotto sequestro cautelare. E Curreli, vibrante di spirito di onnipotenza, abituato a fare e disfare di tutto a suo piacimento secondo i suoi capricci da capo-scout-Agesci (anche se perlopiù sembra agescere male) gli risponde «Visto si concede». E meno male che gli uomini della procura dovrebbero proteggerci dai crimini! Non di rado sembrano molto inclini loro a commetterne sotto l’ombrello dell’impunità garantita.

Pm Coletta, cosa ne dice e mi dice? Sono questi i magistrati che, in termini di «prossimità sociale», riescono a mantenersi puri, terzi e imparziali senza farsi scambi di favori per i quali, se rilevati su un comune cittadino, proprio loro arrivano a infliggere pene severissime?

Leonardo De Gaudio e Tommaso Coletta

Aveva, dunque, ragione Piercamillo Davigo? Sono tutti innocenti, finché non vengono beccati? Almeno in questo caso, devo dire di sì.

Lo dica a Bardelli di Tvl, Pm Coletta, che i suoi uomini sono dei santi. Lui, il don Manone, ai miracoli ci crede: è abituato da una vita a vederne. Ma noi che siamo laici, preferiamo la storiella dei due amici, uno dei quali si innamorò di una giovane sposa e ci perse la testa dietro. Tanto che voleva divorziare e scappare con lei.

L’amico – stronzo come Andreotti – fu però risolutore nella sua spietata crudezza: «Vai, vai! Lascia tutto e scappa con lei – gli disse –. Ma ricordati che è sempre una che non ha saputo neppur mantenere la parola data a suo marito!».

La capiranno, questa battuta, in procura? Mah… Si accettano scommesse.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Print Friendly, PDF & Email