d’ogn’erba’un fascio littorio. È VERO: IL DISAGIO DEI GIOVANI NON HA LIMITI, MA ANCHE GLI ANZIANOTTI SCHERZANO DAVVERO POCO


Sempre girando intorno alla consolatrice del povero Maurizio Ciottoli che non è compreso nella sua profonda nequizia di falso testimone in aula, di calunniatore e di aggressivo fascistoide per le vie di questo mondo della Piana pistoiese



ALLA PRIMA OCCASIONE IL MARIÒLO

MOLLA OGNI COSA E LESTO SPICCA IL VOLO


Ricordàteli anche così. Serve a capire chi vi prende in giro

 

La gente si sta sbattezzando perché quella gentile signorina di Chiara Petrolini non solo ha fatto quello che ha fatto, ma lo ha fatto anche senza alcun senso di colpa: non ha nessuna Scala Mercalli o, se volete, Richter, per misurare le frane che si verificano all’interno del suo cervello terremotato.

In realtà, come direbbe la Bibbia, non c’è niente di nuovo sotto la luce del sole. E non dobbiamo meravigliarci di niente: omnia intelligere, nihil admirari, ovvero capire tutto senza stupirsi.

Ma resta però difficile non doversi stupire, oggi. A Agrùmia abbiamo esempi di disagio conclamato con giovani (penso all’Ambra Torresi) che militano a sinistra da sempre; che si votano all’Anpi; che organizzano incontri con la Boschi contro la violenza alle donne, ma che alla fine:

  1. fanno una campagna elettorale per sé, proponendosi come sindaci o sindachesse democraticamente orientati, ma poi s’accodano ad altri, di chiaro stampo feccioso (così scrive Massimo Giannini oggi sulla Repubblica), e si lasciano abbracciare da un Ciottòlico Agnellone che giovedì 3 ottobre prossimo sarà di nuovo in tribunale per l’aggressione a Alessandro Romiti;
  2. non ci pensano un istante (insieme al pretone, Massimo Zucchelli, e al suo fido “mestichièr cortese”, Lorenzo Romiti) a tradire i suoi della sua lista civica per andarsene per i fatti propri;
  3. tengono alla propria coerenza quanto a un occhio di pernice sotto la pianta del piede: e prima se lo tolgono di dosso, più contenti sono;
  4. se ne fregano di con chi vanno o non accetterebbero mai di farsi toccare da gente che ha preso a tubate altre persone per via; ha cercato di strangolare Silvio Buono (altra vittima ambrata); ha cianchettato, appunto, il Romiti.

Ma soprattutto – sto parlando del Ciottoli, il cui abbraccio l’Ambra/ombra non disdegna –, da vero delinquente – ancorché ben difeso da una procura della repubblica che è tutto fuorché degna di restare in piedi – ha fatto, senza nessun problema, falsa testimonianza in aula al giudice Gaspari.

A Gaspari la procura, coi suoi metodi dittatoriali, aveva imposto di difendere le tesi malsane dello «stalking giornalistico» inventato da Curreli e da Grieco non per fare giustizia, ma per azzerare Linea Libera e difendere individui iperprotetti. I nomi li conoscete già: il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi; il mai-comandante dei vigili di Agliana, Andrea Alessandro Nesti, tenuto al comando contro qualsiasi principio di legalità; e decine di altri “graditi” al sistema delle «autorità costituite».

Ma come si può vedere, se l’Ambra piange, il Ciottoli non ride.

Ciottoli filosofo e profetico sul suo Facebook. S’è avvantaggiato da vivo tradendo chi lo aveva aiutato e mostrandosi qual era in realtà. Le parole sono sue, non nostre, Curreli. Pènsaci, prima di rinviarci a giudizio!

Sono ambedue (una giovine arrampicatrice e un anzianotto con velleità di vetero-nostalgie sbruffone) un esempio di schifidità politico-morale che trova giustificazione solo in una supervalutazione (ovviamente disturbata) del proprio super-Ego – vieni qua che ti frego.

In questo bailàmme insofferibile che turba la vita dei cittadini comuni, solo perché non sfiorato da una magistratura penale che soffre degli stessi disturbi e difende Maurizio, “il cicci, l’arzillo di Scandicci”, viene blandito e incoraggiato da qualche sua fan, che lo fa rammentandoci la punizione degli invidiosi secondo Dante.

S’è capito che Claudia Vilucchi Dante lo ha letto, visto che lo cita (o anche… Tamba, che era un altro nome della scimmia di Tarzan).

Ma si è anche capito che, di quel Dante lì, la ex-vigilessa filo-ciottola ha compreso assai poco: visto che il fiorentino dal naso aquilino non volle servirsi della legge dei pentìti dell’epoca; perché tale legge gli avrebbe, sì, permesso di tornare a Firenze, ma solo a condizione che si dichiarasse colpevole di corruzione.

E lui non si sentiva affatto un corrotto, come tutti questi personaggetti intinti nella merda del comodismo morale odierno, in cui siamo costretti a vivere noi che non ci pieghiamo alla menzogna e al potere senz’anima.

È difficile, cara Vilucchi, essere coerenti. Perché ci sono sempre persone che, come voi tutti, partono col dire una cosa, e finiscono con fare non l’esatto contrario, ma gli esatti, molteplici contrari.

Occhio, mimmina!

È per questo che vi bacchettano, spesso e volentieri, anche degli invidiosi come noi, che finiscono in galera per garantire agli altri quei diritti che, grazie a voi – corrotti, mentitori, indegni di parlare, «autorità costituite» o anche ladri comuni come molti dei politici che ci spolpano e ci fanno dannare l’anima –, l’umanità dei falsi e conniventi non merita affatto.

Provi a riflettere su questo, Claudia. E arrivi a capire che in questo mondo c’è il Lago Titicaca; poi chi ti caca; e, infine, anche gente che, come il Ciottoli, prima striscia in terra e ti lecca il culo perché tu lo sistemi a sedere, ma poi non solo non-ti-caca, ma addirittura ti tradisce e ti prende per quello stesso culo che ha leccato fino a cinque minuti prima.

Cicci l’ha fatto con tutti quelli che conosce, in vita sua. Figuriamoci se non lo fa anche col resto del mondo con cui si rapporterà!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


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