don biancalani. IL PALADINO DELLE MINORANZE DIFFAMA CHI È DI DESTRA

Roberto Spada

PISTOIA. Accade che diviene assai difficile esprimere un’opinione su un comportamento altrui senza cadere nella trappola tesa dai vili: indurti a perdere le staffe.

E non è neanche vero che a noi don Biancalani stia antipatico. Peggio: con noncuranza gli passiamo attraverso come potremmo fare con un fantasma ormai decaduto.

Però c’è un però, e a tutto anche un limite.

Un limite che viene imposto dal buon senso e dal rispetto che si deve agli altri, formula che, lo ammettiamo, lascia molto a desiderare e si presta alle più banali interpretazioni. Siamo sicuri che, almeno questa volta, sia necessario intervenire e non tanto per ristabilire l’ordine (quale ordine?), bensì per sottolineare la nostra indignazione verso uno stile e un modo di approcciarsi agli altri (e al diverso) che fa oggettivamente vomitare.

All’indomani dell’aggressione subita dalla troupe di Nemo da parte di Roberto Spada, un analfabeta romano facente parte di una famiglia mafiosa, don Massimo Biancalani ha ritenuto opportuno denunciare l’accaduto come comportamento spontaneo di una generica destra.

Motivo? Pare che la famiglia Spada abbia apprezzato il candidato di Casapound ad Ostia il quale, per altro, ha conquistato una discreta percentuale di voti.

Una persona mentalmente sana, apprendendo della bravata del sacerdote di Vicofaro, si chiederebbe che senso abbia il nesso immaginato e creato da don Massimo: un tubo, infatti.

Per quale arcano motivo il candidato di Casapound dovrebbe essere a conoscenza della fedina penale di tutti coloro che, nel segreto dell’urna, lo hanno votato? Ma non si tratta di follia e tantomeno di stupidità: questa è pura volontà diffamatoria.

Don Biancalani, scrivendo sotto la foto dell’aggressione che questo è il vero volto della destra, ha coscientemente e deliberatamente diffamato quelle milioni di persone che in Italia, ma anche all’estero, si definiscono senza remore “di destra” senza, al contempo, avere in programma di prendere a testate chicchessia.

La sua battaglia ideologica contro chiunque la pensi diversamente da lui, ovvero coloro che lui definisce di destra quindi razzisti e fascisti, e per la quale ha creato una stupida associazione antifascista e antirazzista in seno alla sua parrocchia, ha evidentemente come fine ultimo quello di annichilire i suoi nemici accostandoli a realtà turpi e violente.

Don Massimo Biancalani

Non è ignorante: sa perfettamente che la destra ha una storia e una cultura assolutamente rispettabili e radicate nella coscienza di molte persone. Persone che si svegliano la mattina e lavorano, mettono su famiglia, parlano ed esigono rispetto, esattamente come tutti coloro che il don ha nelle sue grazie.

Ma la sua posizione diviene anche assurda allorquando egli si definisce paladino dei diritti e della dignità delle minoranze mentre, sul solito Facebook, ghettizza ideologicamente persone culturalmente diverse da lui.

È aduso alla menzogna, proprio come quando definisce i ragazzi da lui accolti col termine neutro di richiedenti asilo anziché utilizzare quello corretto, cioè clandestini; come quando racconta ovunque, comprese le ore scolastiche in cui lui ricopre il ruolo di professore, che la carità cristiana prevede questo genere di accoglienza da lui sbandierata; o come quando, vedi il caso di specie, insulta l’idea diversa dichiarandola inaccettabile.

Linea Libera è un quotidiano per tutti, nel senso che qualsiasi posizione o idea può esservi esposta liberamente, a patto di non scadere nell’insulto.

Non siamo in odore di fanatismo poiché, per fare un esempio calzante, abbiamo intervistato don Massimo in più di una occasione cercando un terreno di rispetto per confrontarci con lui.

Ed è proprio in virtù della libertà di pensiero e d’espressione che ci caratterizza e che per noi è un vanto, che non possiamo accettare questo suo perenne totalitarismo.

Assieme ad una nuova comparsa in tivù, caro pretone, ti sei assicurato l’oblio degno dei miserabili.

[Lorenzo Zuppini]

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