L’anno scorso, a inizio giugno, la segretaria generale ricevette una bella lettera anonima che la minacciava di fare casino e di più se, disobbedendo agli ordini della camorra locale, non avesse preso provvedimenti immediati contro un dipendente del Comune che rivelava – sembra dicesse la lettera del camorrista – pericolosissimi segreti d’ufficio…
Les princes n’ont point d’yeux pour voir ces grands merveilles,
leurs mains ne servent plus qu’à nous persécuter.
Agrippa d’Aubigné
Chi esercita il potere non ha occhi per vedere le meraviglie del mondo:
le sue mani non servono ad altro che a perseguitarci…
SE L’AVETA VUOI CHE FACCIA
USA ANONIMO E MINACCIA!
IERI, per prendere in giro l’assessor Ciottoli, noto con molteplici epiteti coloriti e pittoreschi, dettati da certe sue frasi famose o domande più o meno insensate (chi è che dice le cose del Comune di Agliana a Linea Libera? Preoccupatevi, furboni, di non fare cazzate e le vostre cazzate non usciranno a passeggio per strada…); ieri, dicevo, ho pubblicato agrùmia & magìa. la curiosità è femmina, ma non manca neppure a certi “agnelloni pasquali” che non sanno stare al loro posto fino a cadere nel ridicolo… Rileggetelo.
Vi tiravo in ballo, con Monsieur Ciottolì de l’Ombròn e il suo patron Pedrit el Drit, anche la dottoressa Paola Aveta, segretaria generale, dea ex machina d’Agrùmia, dichiaratemente e dimostratamente doppiopesista.
L’anno scorso, a inizio giugno, costei ricevette una bella lettera anonima che la minacciava di fare casino e di più se, disobbedendo agli ordini della camorra locale, Donna Paola non avesse preso provvedimenti immediati contro un dipendente del Comune che rivelava – sembra dicesse la lettera del camorrista – pericolosissimi segreti d’ufficio a chi sta scrivendo.
A prescendiere dal fatto che gli anonimi sarebbero reato (ma alla procura di Pistoia non gliene può fregar de meno, visto che il fu comandante Andrea Alessandro Nesti, pur avendo ammesso in aula di aver scritto una denuncia anonima contro un collega, venne scriminato come se avesse sputato una semplice caramella Sperlari per terra); e senza voler scomodare l’imperatore Traiano che, a Plinio il Giovane, che gli chiedeva, preoccupato, cosa dovesse farsene delle lettere anonime di denuncia contro i cristiani, rispondeva, in buona sostanza, «se è carta morbida, puliscitici il culo»; poiché degli anonimi si servono, in generale, i nazifascisti e i comunisti alla Stalin, a prescindere da tutto questo, la segretaria Aveta, dicevo, con questa storia ha mostrato il suo marcato doppiopesismo.
Può fare anche querela, a questo punto: tante se ne son viste di querele a capocchia di cavolo che, una più o una meno, non farà testo.
Ma nel caso che si muovesse in questa direzione – senza magari mandare avanti a testa bassa, stile caprone, o l’Agnellone o il Pedrito – sarà bene che la segretaria preventivamente pensi:
che lei denuncia suoi dipendenti piegandosi immoralmente alle minacce, alle ritorsioni e alle estorsioni delle lettere anonime di certi masclazoni camorristi che non possono che risiedere nella sua culla dorata agrumiènse, dato che violano perfino il sistema informatico del Comune e le sue caselle-mail
che, pur essendo tenuta per legge (anche perché è responsabile dell’anticorruzione), a darmi copia di tale lettera che riguardava anche me, cede tranquillamente e assai più facilmente alla camorra agrumiése e ai suoi metodi, piuttosto che rispettare la legge del diritto di accesso e della garanzia di difesa;
che obbedisce a dei vili ricattatori (e corre dalla GdF: Guardia di Finanza di Pistoia, non Guido Del Fante), ma… ma quando noi di Linea Libera le abbiamo inoltrato per Pec – e non pur solo una volta, ma due –, i quattro famosi libri aglianesi, che mettevano in ginocchio i grandi democratici epigoni di Magnino Magni (e dei magnoni post-comunisti di Agliana), se n’è guardata bene di correre, facendosi accompagnare dall’Agnellone, alla caserma della GdF, per denunciare tanti panini e rose e non solo. Tutto questo, chiaro e spaparanzato, documentato da carte ufficiali del Comune, costei non voleva vederlo: neppure se era, com’era, suo dovere farlo.
Va bene che noi siamo stalker seriali; che ricattiamo lei e i suoi due bipedi innocenti come agnelloni di dio e legalitari alla Pedrito: ma dar séguito a camorristi anonimi e ignorare bellamente Linea Libera che si firma, lavora per Pec e dà le prove di ciò che dice, è forse indice certo di onestà e integrità intellettuale e morale o non, piuttosto, di pericoloso doppiopesismo post-ideologico?
Gentile dottoressa Aveta, lei – peraltro non unica fra molti suoi colleghi di questa provincia disgraziata – ha una sola fortuna: che questo stato fa acqua da ogni parte e che perde pezzi come le macchine a rimorchio, che il suo dilettissimo assessor Trapélo trapéla ogni dì quando non è a far danno altrove.
O a quest’ora – mi creda – sarebbe già stata inquisita, e forse condannata, per ipotesi di doppiopesismo, omissioni di atti d’ufficio, sviamento di potere, abuso d’ufficio e quant’altro!
Con i più cordiali saluti.
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
One thought on “doppiopesìsmo. QUAL È IL CONCETTO DI LEGALITÀ CHE ALBERGA NELL’ANIMA DELLA SEGRETARIA GENERALE DEL COMUNE DI AGLIANA? VE LO SPIEGHIAMO IN POCHE RIGHE”
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