dulcis in fundo. GIUSTIZIA A PISTOIA? SCHIZOFRENICA, INIQUA MA SOPRATTUTTO E SPESSO NÉ TERZA NÉ IMPARZIALE

Non voglio essere un “cittadino privilegiato”, ma non voglio neppure essere fatto alla brace come San Lorenzo solo perché a Sarcofago City voi, tutori della legge, vi permettete di schizofrenare ogni volta con le vostre assurde e contraddittorie decisioni, non di rado assunte perfino senza indagini o con indagini al sapore di nebbia


Per qualche dollaro in più (Sergio Leone)


SPESSO SIAMO AL PARADOSSO

E ALLA GENTE TOCCA L’OSSO


 

La direttiva di Tommaso Coletta disattesa dai suoi sostituti. 1

 

La perfetta cognizione di causa mi permette, oggi, di poter ripetere un ritornello noto a tutti, ma da tutti opportunamente ignorato, perché si vive meglio abbassando la testa che alzandola per chiedere l’affermazione della correttezza e della legalità.

Notizia del giorno. Solo sul Tirreno, mi dicono. Bravo a Massimo Donati, che ha saputo lavorarsi meglio i signori magistrati della procura pistoiese.

Anche quando parlò della mia scarcerazione grazie al tribunale della libertà di Firenze, il Donati ebbe delle soffiate e dei particolari in più, che solo gli interessati (io, il mio avvocato e i magistrati della procura) potevano conoscere.

Meno male che si arresta la Lara Turelli, la comandante dei vigili Agliana, perché ha violato il segreto d’ufficio! Ecco la coerenza e la credibilità delle «autorità costituite».

Anche in quella occasione – se è vero che oggi solo lui, il Donati, ha toccato il cielo con un dito – fu un giornalista privilegiato.

Eppure il PM Tommaso Coletta (quello della storia della Lucia Turco e di suo fratello, procuratore aggiunto di Firenze) aveva scagliato tuoni & fulmini con un ordine di servizio preciso: nessuno, solo lui (aveva scritto) era autorizzato a parlare; nessun privilegio a testate singole. Tutto trasparente e coordinato.

La direttiva di Tommaso Coletta disattesa dai suoi sostituti. 2

Come si vide – e si vede oggi con lo scoop del Donati e La Nazione a secco – i sostituti rispettano rigorosamente gli ordini del loro superiore. Ecco la coerenza e la credibilità delle «autorità costituite».

E allora deve essere vietato narrare e mostrare ciò che si vede e si tocca con mano? Come non dire che i 5 parlamentari 5 di Pistoia, nel loro silenzio complice, hanno fatto pena per quattro anni e mezzo di camera e senato? Sul loro territorio hanno fatto proprio come i ristoratori che non chiedevano il green pass ai clienti. Negligenti e basta.

Come non dire che, delle «autorità costituite» della Gip Patrizia Martucci, a Pistoia non ne funziona neppure una a iniziare da quel sacro tempio che dovrebbe proteggerci dalla follia dell’illegalità e garantirci una legge e un trattamento uguali per tutti per terzietà e imparzialità?

Non voglio qui discutere se il barista di via Roma ha o non ha violentato la minorenne ubriacata ad arte come viene scritto dal Donati. Mi limito a ragionare seguendo una scienza che, nella procura di Pistoia, non non solo esiste ma si ignora perfino dove stia di casa: la logica.

1. Don Biancalani turba un intero rione con la sua accoglienza dei neri fuoriusciti dai percorsi stabiliti dalle regole, e quindi doppiamente illegali: e nessuno vede niente. Lui disobbedisce, ma loro, i signori degli anelli e delle catene, non lo sfiorano neppure. Anzi, la politica della legalità così cara a Enrico Rossi accorre e premia il don disubbidiente.

2. Nel caso del barista si parla di violenza sessuale su minorenne e, per sicurezza, gli si applicano gli arresti domiciliari. In pratica il carcere a casa. Se la storia risultasse poi vera, a mio parere sarebbe assai ben più grave dello scrivere articoli ben documentati da carte ufficiali volutamente ignorate dalla giustizia (?) pistoiese che ha fatto pendere l’ago della bilancia dalla parte dei suoi privilegiati.

3. Io chiedo che il Comune di Quarrata applichi leggi dello stato e regolamenti suoi propri, e vengo accusato, arrestato e condannato per «stalking giornalistico», un’amena invenzione del quartetto Curreli-Grieco-Martucci-Gaspari, dietro alle fantasie di avvocate di sinistra progressista.

Che giustizia, quella di Pistoia! Altro che quarta dose anti-Covid! Nell’ufficio di Tommaso Coletta per la sanificazione dell’area si dovrebbe passare coi raggi ultravioletti per garantire davvero un ambiente che, così com’è, fa decisamente male alla salute della «gente comune» adorata dal procuratore capo.

Ho offeso qualcuno, narrando la realtà? Oppure ho ragionato sul filo della logica esprimendo, con ironia-satira-sarcasmo, una mia opinione compatibile con l’art. 21 della Costituzione?

Dite la verità, censori, inquisitori ed ermeneuti della Tōrāh ad usum delphini.

Citando l’Alighieri: «Ho io grazie grandi appo te?»: «Anzi maravigliose!» (Inf., XVIII, 134-5)

Scrivere articoli di giornale per chiedere il rispetto e la riaffermazione della legalità, è la stessa cosa che fare ubriacare una minorenne per poi trascinarla ubriaca nella toilette e violentarla? Scusate, ma lo può credere solo un mentecatto.

Io non voglio essere un “cittadino privilegiato” come il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, stimato Ctu del tribunale di Pistoia; o il fu comandante dei vigili di Agliana, Andrea Alessandro Nesti e gentile signora Blimunda, accarezzati nei loro discutibilissimi comportamenti, tipo denunce anonime e insulti su falsi profili Facebook; o la signora Daniela Ponticelli che tutto è fuorché una giornalista, salvata almeno 5 volte dal dis-ordine dei giornalisti anche quando meritava delle sane frustate, non foss’altro perché faceva la spia segnalando colleghi alla democratica direzione dittatoriale di Paolo Morello Marchese; o un don Piergiorgio Baronti, prete che non tollera di sentir dire che la sua Capannina rompe, rumorosa com’è, i corbelli ai residenti; o una Sonia Pira stizzosa e vendicativa che si sente maltrattata perché, a forza di fare l’oca di nome e di fatto, a Pistoia ha ridotto la sua Lega a un terzo.

Non voglio essere un cittadino come questi, perlopiù rossi al sangue quali fette di rosbif. Proprio no.

Ma non voglio neppure, procura e tribunale di Pistoia, essere fatto alla brace come San Lorenzo perché a Sarcofago City voi, tutori della legge, non solo vi soffermate sulla cispa agli occhi, ma dimenticate inceneritore (Gambassi); carbonizzo di Fognano (De Gaudio); discariche e cloruri di vinile (AAVV, autori vari); denunce di decine di infortuni sul lavoro all’Asl pistoiese, tutta roba da penale (AAVV, ma anche – si dice – il sostituto Grieco); corruzione negli uffici pubblici e dell’Asl (decine di promossi in pectore segnalati in anticipo a Paolo Canessa e poi lasciati morire in un cassetto); e falsi d’autore dei tecnici del Comune di Quarrata e non solo (Gambassi, Serranti, salvo se altri).

Preferite, questo sì, fare stalking giudiziario nei miei personali confronti da oltre trent’anni perché non taccio, non piego la testa e non onoro il sistema Palamara.

Insomma: non sono disponibile per fare l’agnello di dio. Anche perché, se la vera legge è quella che viene somministrata (dal dizionario del politically correct) a Pistoia, è proprio vero che dio non c’è.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Quando la Gip Martucci mi fece arrestare – a mio parere in maniera illogica e illegale – cari democratici pistoiesi di destra, di sinistra e di centro, e caro dis-ordine dei giornalisti, nessuno di voi fece pio. Nessuno respirò.

Respiravo l’aria di Se questo è un uomo. Più sicuro chinar la fronte al dittatore folgorante in solio, vero? Così chi spiffera spulciando dalle segrete carte, può perfino garantirti qualche notizia in più…


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