LIMESTRE. Abbiamo già parlato di Dynamo Camp nel luglio del 2013 e lo stesso volontario che ci propose il regolamento paramilitare (deluso, ma nient’affatto omologato) torna a scriverci oggi con un commento davvero pertinente che s’incastra a pennello con la critica del consigliere Betti sull’associazione di Limestre.
Dice il – molto deluso – lettore: “So che il progetto (quello della Social Valley – n.d.r.) assomiglia anche a un’oasi naturalistica e gli abitanti sono già arrabbiati perché non potranno più cacciare, cercare funghi e raccogliere mirtilli senza scontrarsi con notevoli restrizioni.
“Già non fanno più la corsa dei ciuchi e altre sagre perché per garantire la sicurezza, le pro-loco devono pagare cifre (per istruire le necessarie autorizzazioni – n.d.r.) superiori agli incassi prevedibili.
“Poi ricordo, che al Dynamo Camp non si cura nessuno e che non è certamente un ospedale: se i bambini migliorano è grazie alla terapia psicomotoria.
“Siamo d’accordo che è dubbia la proporzionalità sussistente tra i fondi impiegatI e le persone impegnate (stipendiate – n.d.r.) rispetto al numero delle giornate spese per le attività con gli ospiti”.
Ci fermiamo qui, proponendo un paio di domande ai lettori: Dynamo Camp è una risorsa solo per i giovani sfortunati ospiti che vengono assistiti per brevi periodi? Chi e come decide le assunzioni del personale dipendente?
[Alessandro Romiti]