DYNAMO. MA L’ORO VERO NON LUCCICA QUASI MAI

Dynamo. Ed è venuto fuori un moscaio...
Dynamo. Ed è venuto fuori un moscaio…

LIMESTRE. Siamo costretti a ritornare sulla Dynamo Camp perché l’articolo (vedi) ha scatenato commenti e riflessioni, che in quanto tali attengono a chi commenta nel pieno esercizio della facoltà anche di criticare quanto scritto.

I dati riportati sono stati attinti dalla stampa locale: perché sul sito della Dynamo – salvo essere smentito – non sono riuscito a trovare niente in relazione alla forza lavoro fissa ed altro ancora.

Ma una cosa molti non hanno compreso: il senso e il cuore del ragionamento, se così si può dire, sono solo critica propositiva che dà per scontato che la Dynamo è, per la Montagna, un valore aggiunto sul quale nessuno obietta.

Non comprendere questo, significa avere letto superficialmente, attaccandosi a “distinguo” risibili e non determinanti.

Un commento ci dice che siamo disinformati perché le donazioni non sono di quattro ma addirittura di cinque milioni di euro; un altro commento ci dice che una cosa è la Dynamo ed un’altra è l’Oasi (che io continuo a chiamare riserva) affiliata al Wwf dove non si può sparare.

Salvo il fatto che anche lì si è sparato nell’anno 2013 e potrebbero confermarlo i cinghiali che si sono sottratti a una mattanza, che non può essere caccia di selezione…

Né vale il ragionamento secondo il quale le migliaia di visitatori avrebbero dato lustro al territorio: un lustro, però, senza alcun ritorno dato che tutto si è svolto e consumato all’interno della struttura, dal caffè al dolce. Tutti prodotti comperati sul territorio?

È possibile ipotizzare una sinergia migliore fra la struttura Dynamo e il territorio?

Traiamo questo auspicio anche da quanto, a suo tempo, in relazione alla soppressione dell’Ospedale L. Pacini, attraverso il direttore Orlandini apprendemmo, con piacevole stupore, e cioè che il Presidio Ospedaliero andasse mantenuto anche in funzione dei servizi che la Dynamo erogava.

Se non ricordiamo male, lo stesso direttore ebbe a paventare una diminuzione dei servizi dovuta proprio a questa soppressione. I servizi in Dynamo sono aumentati con gli anni e l’Ospedale è stato soppresso: ma questa è un’altra storia.

Il problema di fondo è e resta uno: una “fabbrica del bene”, ché tale è la Dynamo, senza scopo di lucro, che raccoglie in donazioni nel 2013 ben cinque milioni di euro, viene gestita di fatto da una multinazionale quale è la Kme. E una multinazionale che licenzia.

“È tutto oro quel che riluce?” è un’amichevole provocazione dinnanzi alla considerazione che persone professionalmente votate al guadagno e che non si fanno scrupolo di chiudere, come è stato fatto, uno stabilimento in Montagna (e quanto prima lo farà anche a Fornaci di Barga) in base al principio del profitto, siano anche, nello stesso tempo, dei benefattori “a fondo perduto” attraverso fondazioni onlus. Forse non è facile essere sé e il contrario di sé.

Tutto qui quello che volevamo dire, anche se un po’ di sana polemica ci spinge a chiedere a un nostro censore che è impegnato nella conta dei lupi sul territorio provinciale, se questa operazione è gratuita o retribuita.

Nel secondo caso è facile fare il naturalista con i soldi altrui, tanto più che in Montagna un Lupo lo abbiamo già e non ha bisogno di essere censito; fino a poco tempo fa circuitava attorno alla Comunità Montana…

f.d.m.

 

IL COPPO E LE MOSCHE

 

Essere buono è necessariamente sinonimo di intelligenza?
Essere buono è necessariamente sinonimo di intelligenza?

NON MI VERGOGNO affatto a dire che, da buon campagnolo della prima metà del secolo scorso (classe 1947), quando, nel 50, in casa non avevamo l’acqua, tenevamo il lògo (eufemìsmo litòtico per cesso) nell’orto: in un capanno di frasche o di cannucce e con un coppo di terracotta, di quelli da olio, ma a ben altro destinati.

Non mi vergogno a dire di avere avuto nonni boscaioli e contadini, analfabeti; un padre falegname – ma anche altri, più noti di me, lo ebbero.

Quel coppo – che poi in molti, anche di quelli che scrivono ossessivamente cazzate su facebook, hanno ricomprato come specialità antiquaria, e sistemato nei giardinetti delle loro villette – aveva un coperchio; e quando noi, rustici, andavamo a fare i nostri bisogni, alzandolo, scatenavamo un’ira di Dio di mosche: una nuvola assassina. Più o meno come quella sviluppatasi dai commenti sul nostro innocuo, benintenzionato articolo a proposito della Dynamo.

Perché? Forse perché abbiamo, anche noi, scoperchiato un “vasettino di Pandora” semplicemente dicendo che sarebbe meglio se una realtà di quella portata e di quella potenza (5 milioni di €!) potesse – come abbiamo detto – investire di più in lavoro e Montagna? Abbiamo sbagliato a dire questo e abbiamo, con questo, offeso tutti i volontari e i buoni della terra?

Ma quando mai? Però, forse, dobbiamo sottolineare il fatto che le grandi conquiste scolastiche delle scuole filo-barbianesi del 68, del tutti-uguali, del non-bocciare, della non-selezione, hanno portato alla creazione di un’ignoranza diffusa tale che nessuno sa più leggere in italiano e capire cosa ha letto nelle parole che gli sono scorse sotto gli occhi.

Così nessuno si rende conto che “essere buono non è sinonimo di essere idiota”: ma non è neppure necessariamente sinonimo di «essere per forza intelligente»: nel senso di “capace di capire” che niente è come appare e che tra noi e chi manovra i quattrini davvero, c’è già – di per sé – una differenza abissale che deve senz’altro avere le sue motivazioni.

E se qualcuno non ci crede, ripensi – da prode Lancillotto incazzato e indignato della Montagna – a come glielo hanno dimostrato alla perfezione i suoi amati politici della Comunità Montana: che lo hanno lasciato non con le toppe al culo, ma addirittura senza mutande…

e.b.

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One thought on “DYNAMO. MA L’ORO VERO NON LUCCICA QUASI MAI

  1. condivido pienamente… e vi rammento la costituzione del comitato del comune unico… vorrei capire meglio questo contenitore occorrerebbe che ci fosse un po più di controllo da parte degli enti preposti

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