SAN MARCELLO-MONTAGNA. Ma veramente qualcuno può pensare che intimidire il cittadino per avere compiuto atti legittimi e preannunciati, civilmente e senza violenza, educatamente esponendo il proprio stato d’animo? Tutto questo può lasciare spazio a interrogatori, per quanto informali, e a chiedere giustificazioni?
In questa Italia “veramente” democratica le manifestazioni pacifiche e civili non sono più ammesse e si predilige, paradossalmente, quelle violente e gli scontri con le forze dell’ordine come ci è dato quotidianamente vedere in televisione e leggere sui giornali?
Avrete già letto ieri, su questo quotidiano (vedi), ciò che anche la stampa cartacea riferisce oggi: pacifici cittadini che manifestano – per il loro territorio e contro i tagli indiscriminati che esso ha subìto e subisce – dinanzi al camion che doveva (e lo ha fatto senza problemi), trasferire al Quirinale l’albero natalizio che annualmente viene offerto dalla Montagna a Re Giorgio, presumibilmente l’ultimo della sua gestione.
Dove stava il problema? Quale tremendo “vulnus” al vivere “democratico” è stato commesso da pochi pacifici abitanti della Montagna?
Certe “informative” da parte dei Carabinieri o della Digos sono attività autonoma di servizio, oppure ordini eseguiti a seguito di “desiderata” di qualche politico incazzato? Perché non possiamo certo credere che da Roma fossero preoccupati di ciò che non potevano sapere se non avvertiti.
Nel primo caso pensiamo che i Carabinieri o la Digos abbiano di meglio e di più importante da fare sul territorio; e se mai si fosse verificata la seconda ipotesi, e cioè che ci si sia mossi su imput politico, beh, allora “mala tempora currunt” ed è santo e giusto opporre a certi atteggiamenti inqualificabili l’arma dell’ulteriore impegno civico e dell’ancora più legittima denuncia della sottile e ricattatoria tecnica della minaccia strumentalmente camuffata sotto la dicitura di «dovere d’ufficio» di altri.
Si consideri inoltre che questa pacifica protesta si è verificata all’esterno della privata proprietà dove l’albero era in attesa di essere caricato sul camion; nessuna opposizione è stata effettuata al cancello per impedirne l’uscita e, cosa non secondaria, la Stazione Carabinieri era a poche decine di metri dal luogo dell’evento. Cosa si sta cercando di fare?
Un’ultima domanda: chi è l’ente promotore dell’iniziativa? Non sarà mica la Provincia? In questo caso tutto sembrerebbe più chiaro con il desiderio dei montanari di portare, in allegato all’albero per Re Giorgio, anche il Bilancio Consuntivo 2010 della ex Comunità Montana che qualche malevolo dice non essere mai stato non solo approvato, ma neppure esistito: con conseguente probabile illegittimità degli atti posteriormente adottati.
E poi quando dicono che siamo una Repubblica da barzelletta, qualcuno se ne ha a male. Ma fateci il piacere, direbbe Totò.
Vedi anche: https://www.linealibera.it/lalbero-di-natale-dei-servizi-tagliati/