E IN ITALIA SBOCCIÒ L’OLIGARCHIA

Enrico Guastini
Enrico Guastini

NEL 2006 la campagna per le prime primarie del Pd era pubblicizzata da manifesti con la scritta “Sono democratico perciò decido io”. Io cercai di capire se l’ossimoro fosse ignoranza o un tentativo di travisare il significato della parola democratico.

Oggi che è realizzato quel “decido io”, sento che non sbagliavo a pensare a un travisamento (come qualcuno mi confermò in quei giorni).

L’Italia, recita la Costituzione nel suo primo articolo, è una “repubblica democratica”. Il Partito Democratico questa qualità ce l’ha nel nome.

Guardando alla riforma del Senato però io vedo che soltanto una élite di persone (consiglieri regionali) avrà facoltà di eleggere i senatori.

Stessa cosa dicasi per le Province, dove saranno solo i consiglieri comunali ad esprimersi, un’altra élite.

Ora, se le riforme non interesseranno anche il vocabolario, qui stiamo puntando verso un sistema oligarchico, dove alcuni gruppi di persone defraudano del diritto di voto i cittadini.

Il suffragio universale ottenuto nel 1946 viene di fatto preso a picconate e si torna ad un suffragio ristretto, non più basato sul censo o sul sesso, ma sulla posizione politica.

I partiti, decidendo i nomi da mettere nelle liste elettorali, decidono di conseguenza chi ha il diritto di voto.

Mi piacerebbe un parere da parte degli elettori/simpatizzanti/tesserati Pd, perché veramente non riesco a capire come una persona di senno e democratica possa accettare questi sviluppi.

[*] – Ospite

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2 thoughts on “E IN ITALIA SBOCCIÒ L’OLIGARCHIA

  1. Caro Enrico,
    intanto, ecco il mio, di pareri.
    Spero che te ne arrivino altri, ma non ne sarei sicuro, in base alla mia esperienza. Io ho un sacco di indirizzi P.D a livello e-mail; ogni tanto scrivo per segnalare problemi, indicare storture, ecc, ma non c’è mai un cane che risponda nel merito ed a viso aperto; solo una volta Andrea Manciulli, ex consigliere regionale adesso paracadutato in Parlamento, ma su una questione assolutamente secondaria del discorso e per di più in modo superficiale e, quantomeno, inesatto; poi, la Valeria Fedeli, bravissima anche lei ad inviare comunicati a senso unico ed autoreferenziali, ma del tutto priva di argomenti convincenti quando si tratta di rispondere alle obiezioni altrui; stesso discorso per Vannino Chiti, che comunque in questo frangente apprezzo per le posizioni che ha preso, e poco mi importa se abbia o meno secondi o terzi fini.
    Il tuo discorso comunque non fa una grinza.
    Quanto a me come iscritto al P.D, peraltro spesso con spirito critico e dissidente, sono estremamente arrabbiato per quanto sta accadendo, e pronto senza tante storie a intraprendere e seguire qualunque iniziativa che vada contro questo andazzo e contro Matteo Renzi, insopportabile nel suo decisionismo presuntuoso e vanesio, e tranquillamente disinvolto nelle sue frequentazioni di individui (non posso usare i terfmini che vorrei, per non essere censurato) come il pregiudicato di Arcore, Verdini, ed altri servi del primo che ho citato.
    Infine, e forse tu, da estraneo al mondo del P.D non lo avrai notato, voglio sottolineare l’indecenza di certi personaggi (per fare un nome la Caterina Bini, ma come lei moltissimi altri) bravissimi più di un animale selvatico a fiutare il vento che cambiava ed a cambiare a loro volta cavallo “vincente”, da Bersani a Renzi. Cosa ammissibilissima in democrazia, ma a patto che avvenga per motivazioni ideali e politiche, non per opportunismo e carrierismo.
    Per adesso un saluto e vediamo come va a finire
    Piero Giovannelli
    Tessera n.9722 Circolo P.D Pistoia Ovest (di questo passo non so ancora per quanto).

  2. Grazie, Piero, per la franchezza.
    La previsione circa il numero della risposte ad oggi è corretta, ma sicuramente in molti stanno preparando una risposta articolata e complessa per smontare le mie critiche, cosa che richiede tempo.

    Quindi aspetto, fiducioso del confronto democratico.

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