a forza di ruminare. E LA GIUNTA DI AGRÙMIA PUPPÒ ALLA PALLA DI UNA SEGGIOLA

Pasolini, in Salò o le 120 giornate di Sodoma, inventò il girone della merda. Ma nella Piana agrumiènse la realtà aveva già precorso la fantasia…



LE BUGGGIE HANNO LE GAMBE CORTE
                                                                                                                                                                                  [cit. Sonia Pira]

Riascoltate con attenzione cosa dice mister Ciottoli di pipino Benesperi sindaco con diarrea ed epigastràlgico certificato dal cerchio magico dei medici che gli hanno rilasciato certificati per una patologia sua da sempre: dall’infanzia e prima adolescenza (mai superata ovviamente) e senz’altro antecedente all’accusa con cui mezzo tribunale di Pistoia, senza indagini e senza accertamenti, gli ha dato ascolto fino alla meravigliosa sentenza insensata di Luca Gaspari.

Ad aiutarlo nella sua sconcia calunnia ci ha pensato l’avvocata Elena Augustin, ora incaricata di esigere i danni civili riconosciuti da un tribunale che non ha letto uno straccio di documento e ha negato l’evidenza.

Perché a Pistoia, da Curreli in giù, con ovvia supervisione di Tommaso Coletta, si giudica così: si legge il cognome dell’individuo scomodo ed è tutto fatto.


Revised March 11, 2023 • 8:23:30 AM

Ma quanta discrezione fra questi amministratori del corpo sciolto come l’inno del Benigni caro a Mattarella!

 

Del contenuto della delibera di giunta che vedete, ve ne parlerà, prossimamente su questi schermi, Alessandro Romiti. Il commento è lasciato a lui, salvo qualche mio modesto ritocco.

Io mi limito, qui, a dare due o tre nozioni di puttanate istituzionali: di quelle che fanno storcere il naso a tutta la procura di Pistoia, istituzione che, prestissimo, inizierà a scrivere, come i politicamente corretti, con gli asterischi; e al tribunale penale nelle persone di Patrizia Martucci (Gip) e Luca Gaspari (Gup) – ma forse non solo.

San Luca del Calice, protettore dei ruminanti

La falsità, l’ipocrisia, il sudicio mascherato da salvaguardia del valore della privacy è tale, in questa barocca flatulenza, che merita una corona d’alloro. Ovviamente di quello per i caduti di tutte le puttanate di una destra cagona al potere col sigillo pappale (con 2 p) di politici quali il Sen. La Pietra o la Sonia Pira, prònubi di poveri elementi sbandati, partiti come gli zufoli di montagna: per suonare. Ma che tornarono suonati. In tutti i sensi. La destra sfasciata, più che s-fascista.

La demenza politica di quest’armata Brancaleone, li ha inquinati a tal punto che non riescono più a distinguere – nemmeno nel ricordo mnemagògico – la differenza che passa tra le linguine alla bottarga, piatto forte del Ciottoli a casa del Romiti per qualche anno, in attesa di scalare l’Olimpo; e la merda di oggi: quella sparsa a larga mano dopo aver morso la sbronza de potere apparente, dato che quello reale e consistente lo ha tenuto in mano la fronda dei cattocomunisti, il prete, la Misericordia e le donnine della Cgil. Salvo se altro.

Contro l’imperatore Claudio – anche se nessuno lo sa, né a Agliana né in tribunale, dove regna sovrana l’ignoranza della presunzione e della volgare violenza alla legge – fu scritta un’operetta di Seneca. In essa l’imperatore, fatto fuori dalla moglie, molto troia e trafficona, con un bel piatto di funghi, giunge in paradiso dove esclama, preoccupato: «Heu me, concacavi me!». Per l’avvocata Giunti: «Ahimè, mi sono riempito di merda!». Proprio come la giunta di centrodestra (?).

Aveta formato Murano

Se fu lecito, in un mondo di stronzi come quello romano del I secolo d. C., scrivere queste cose di un imperatore, liceat mihi (questo lo capiranno in procura e la Giunti?) scherzare dicendo che il Benesperi nella merda – sua e di altri – è già bell’e affogato.

È per questo che delira, epigastralgicàzza, rumina e scacàttola ovunque. Perché oltretutto è ben conscio di essere un calunniatore nel vero senso della parola. Le prove forensi, volute dal Gaspari, sono sul mio cellulare arraffato da Curreli per mano della Martucci e poi – magari – passato anche in mano al De Gaudio col malo consiglio del Salvatore Maricchiolo.

Cara Paola Aveta, segretaria maneggiante, spumeggiante e carnevalesca a Venezia e con capelli rosa-fucsia. Lei ha sbagliato a tenersi sotto l’ala e far tenere, a due citrullotti improvvisati, un Nesti mai-comandante al suo posto, rimbeverando e drogando Benes & Ciott fino al punto da far loro tradire non noi, che sappiamo anche difenderci, ma il popolo aglianese che li ha votati e che, proprio per questo, lo ha preso sonoramente – come si dice? – nel culo. Espressione poco elegante, ma molto icastica!

Ciottoli formato bottarga

E allora: Puttanitas puttanitatum et omnia puttanitas, puttanata delle puttanate e tutto è puttanata – la traduzione. Chiarisco a Grieco – che sa usare il computer, mi dicono, ma forse perché più che altro ci gioca… forse – che questa sortita è una parodia, uno strumento della satira, indubitabilmente. Anche di quella che non fa ridere e che a lui (e non solo) dà così tanta noia.

San Giovanni Crisostomo, citando la Bibbia del Qohelet (o Ecclesiaste), scriveva (trascrizione fonetica) Mataiòtes mataiotèton kài ta pànta mataiòtes. Il latino lo passò in Vanitas vanitatum et omnia vanitas. La parodia di questo giornale sgradevolmente verace, la avete già vista sopra. Meditateci su!

Parlate di buon nome del Comune, gente di giunta che di storia un ne sa punta? Ma ne siete voi tre (con altri, ovviamente) i principali stupratori, squalificatori, squallidificatori, compromissori, ingannatori, di tutti i colori, di dentro e di fòri, di Campo dei Fiori…

E qui li difendono pure!

Smettetela di farvi passare per vergini deflorate perché vittime di un giornale che ha detto e dice la verità in satira che non fa ridere. Prendete coscienza e atto che, per far ridere, a Pistoia, di uffici pubblici ce n’è anche troppi.

Sarcofago City, in quanto tale, è tutta una risata: quale incarnazione prima di una sublimata coprolalìa morale.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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