E SPUNTANO GLI INEDITI DEL POETA DI GAVINANA

Giuseppe Geri, il poeta
Giuseppe Geri, il poeta

GAVINANA-MONTAGNA. Sono emersi dal passato e si sono materializzati quasi per magia fra le mani di Roberto Geri, nipote di quel Geri di Gavinana conosciuto e ricordato da tutti in paese come il Poeta.

Si tratta di tre manoscritti contenenti poesie per lo più inedite, ritrovate nel baule dei ricordi, contenente il materiale appartenuto al poeta di Gavinana. Libri vergati a mano di cui si era persa la memoria e si ignorava l’esistenza.

Grande è stata quindi l’emozione provata dal nipote Roberto nello sfogliare e leggere, non senza incredulità e commozione, le poesie dello zio risalenti a più di 80 anni fa, e nel realizzare l’importanza del ritrovamento fatto.

“Nell’aprile dello scorso anno – ci racconta Roberto, con la voce increspata dall’emozione – nel corso di lavori fatti nella casa di Gavinana, mi sono trovato nella necessità di spostare il baule dei ricordi dello zio, in cui tuttora sono custoditi gelosamente i libri a lui appartenuti”.

Un baule pesante. Per spostarlo si è reso necessario aprirlo e svuotarlo. Un’operazione fatta altre volte nel passato, ma questa volta è stato diverso.

“Il caso, il destino, o forse lo zio, di cui ricorrono i 40 anni della sua dipartita, ha voluto che il mio sguardo si posasse, prima su uno, poi sul secondo e infine sul terzo, di quelli che a prima vista sembravano degli anonimi registri contabili, adagiati sul fondo del baule. Li ho tolti, impilati uno sopra l’altro, e posati sulla pila di libri che nel frattempo si era formata sul pavimento”.

Roberto Geri, il nipote del poeta
Roberto Geri, il nipote del poeta

Uno di questi, inavvertitamente è caduto e aprendosi, ha mostrato il suo contenuto. Se non fosse scivolato dalle mani, sicuramente non sarebbe mai stato aperto.

Nell’atto di raccoglierlo e di chiuderlo, l’occhio si è posato sulla pagina aperta: “Ho indugiato, la vista a quest’età è quella che è. Ho cercato di mettere a fuoco la scritta e ho letto, cosa strana, e forse non del tutto casuale, il titolo di una poesia: Il destino”.

Per la verità il nipote non è rimasto particolarmente sorpreso, in quanto è risaputo che il poeta scriveva le sue rime dove gli capitava, cogliendo l’ispirazione del momento. Una produzione poetica non organizzata che sgorgava in lui come una sorgente inesauribile. Tante sono infatti le poesie scritte su cartoline, foglietti volanti, regalati poi a amici e parenti.

Perché quindi sorprendersi di trovare una poesia in un giornalmastro? La cosa, conoscendo lo zio, è sembrata del tutto naturale.

“Ho iniziato, distrattamente a sfogliare il libro dei conti, ma non c’erano numeri, né somme o sottrazioni, ma parole, versi, rime e poesie. Una dopo l’altra, pagina dopo pagina.

La voce mi si è increspata e la vista mi si è fatta ancora più annebbiata. Ho chiamato mia moglie perché mi portasse gli occhiali da lettura”.

Il baule dei ricordi del poeta
Il baule dei ricordi del poeta

Con le mani tremanti dall’emozione il nipote ha aperto gli altri due registri e anche qui, non conti ma poesie mai prima d’ora lette.

“Mia moglie, giunta nel frattempo, mi ha, con aria attonita, porto gli occhiali e ho iniziato a leggere i versi del Destino:

Ognuno segue del proprio destino
tutta la strada che in terra ci addita,
così trascorre tutta questa vita,
sino a quel giorno che viene il becchino.

Non si sa se sia lontano o sia vicino
e quando è l’ora di farla finita,
ma per giocare l’estrema partita
ci vorrebbe di fare l’indovino.

C’è chi cammina, chi sempre in vettura,
c’è chi va a piedi per pestarsi i calli,
chi ha la testa grossa e chi l’ha dura.

Ma viaggiare a piedi e sui cavalli
quando vien quella che ci fa paura
finiscono poi tutti i suoni e i balli.

I manoscritti sono stati consegnati all’Associazione Domenico Achilli per realizzarne un libro curato da Moreno Burattini (vedi Siamo fatti della stessa sostanza delle tette).

La pubblicazione verrà presentata giovedì 6 agosto nel corso della consueta rassegna poetica “Sera di Gavinana” giunta alla 4.a edizione.

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