ECCO IL RISULTATO: GLI IMMIGRATI BIVACCANO IN PIAZZA SAN FRANCESCO

Immigrati che bivaccano in Piazza San Francesco

PISTOIA. A Sesto San Giovanni dopo una lunga ed interminabile egemonia della sinistra nelle urne, gli aventi diritto hanno preferito un drastico cambio di rotta.

Adesso la comunità islamica locale si lagna della resistenza dell’amministrazione comunale all’apertura di una nuova e imponente moschea di 2450 metri quadrati: oltre a vari inadempimenti di natura burocratica, la moschea non verrà costruita perché, votando a destra, il popolo maggiorenne aveva implicitamente dichiarato di non volere nella propria città un così importante centro di preghiera e di raccolta per coranisti.

Al Pd ovviamente dispiace: faranno il bagno nelle loro stesse lacrime. A Pistoia, come ben ricorderete, il 25 giugno è avvenuta la stessa identica cosa: dopo settantadue anni, la sinistra è stata disarcionata dal ronzino del potere facendovi accomodare Alessandro Tomasi di Fratelli d’Italia. Anche qui le lagne resistono, e in effetti il concetto di resistenza è caro ai frignoni sopracitati.

Ed è stato votato il Tomasi sia per una crescente insofferenza verso un sindaco fantasma e filosofeggiante (Platone continuate a leggerlo eh!) e sia per la necessità di una serie di misure anche drastiche da mettere in atto.

Il bon ton in politica, altrimenti detto politically correct, è ormai divenuto una palla al piede che impedisce di fare e dire ciò che va fatto e va detto.

Piazza San Francesco, come potete notare dalle foto, è divenuta un bivacco per giovani africani tanto desiderati e tanto voluti dalla precedente amministrazione comunale che, mentre si riempiva la bocca di un umanitarismo senza costrutto, definendo i clandestini i nuovi partigiani (i quali, anziché combattere per il proprio paese, scappano a gambe levate), mai si è chiesta che fine avrebbe fatto quest’enorme massa di anonimi arrivati qui e mantenuti con una paghetta elargita da Pantalone.

Un immigrato in Piazza San Francesco

È indecorosa la massiccia presenza di bivaccatori nullafacenti e parcheggiatori abusivi (sopratutto) i questa zona della città? Evidentemente sì, e chi sostiene il contrario dovrebbe spiegare il senso logico della politica d’accoglienza che ci ha condotti in questo vicolo cieco.

Non ne facciamo ovviamente una questione di razza, colore di pelle, taglio di capelli o numero di scarpa: chissenefrega di tutto ciò, potrebbero pure essere albini bianchi come il latte, ma il nocciolo della questione rimarrebbe il solito.

Per non parlare di realtà come Sammommè, dove c’è un rapporto di circa un immigrato per ogni due autoctoni.

Prendiamo atto che è in atto una destabilizzazione dell’equilibrio sociale ed economico, e il sindaco Tomasi ha il dovere di prendere seri provvedimenti, a costo di beccarsi il solito “razzista, fascista”, per il semplice motivo che è stata la maggioranza del popolo pistoiese a chiederglielo.

Scrisse Leopardi che “quando tutto il mondo fu cittadino romano, Roma non ebbe più cittadini: e quando il cittadino romano fu lo stesso che cosmopolita, non si amò né Roma né il mondo: l’amor patrio di Roma divenuto cosmopolita, divenne indifferente, inattivo e nullo: e quando Roma fu lo stesso che il mondo, non fu più patria di nessuno, e i cittadini romani, avendo per patria il mondo, non ebbero nessuna patria, e lo mostrarono col fatto”.

[Lorenzo Zuppini

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