ECONOMIA: «MA COME SIAMO MESSI DAVVERO?»

Brics

PISTOIA. Pubblichiamo una lettera di un nostro lettore sui dati economici di questo periodo.

Seguo da vicino l’economia e ciò che vi gira intorno. In Italia ciò che vi gira intorno consiste nell’evidenziare ciò che è funzionale alla grancassa mediatica di Renzi e silenziare ciò che non lo è. Questo col gentile contributo di giornali e Tg compiacenti (tutti sul carro!… si parte!… ma non sarà poi un binario morto?).

Bene, ma come siamo messi davvero, al di là di quello che dice il manovratore? Come sempre dico, i numeri, sono numeri e non si possono manipolare: al massimo si tace di quelli che non servono al proprio credo.

A livello mondiale la situazione è la seguente: i Brics non briccano più (la tanto decantata Cina, lo vogliamo capire che fa quasi lo stesso Pil degli Usa con un miliardo in più di popolazione? Lo capiamo che ne hanno ancora di polvere da mangiare?).

Gli Usa sono tornati ai livelli precrisi. Venerdì i dati hanno confermato che la disoccupazione è scesa al 5% e i salari iniziano a crescere e l’inflazione si avvicina al target del 2%. Nel 2010 la disoccupazione era al 10%.

L’Ue: disoccupazione all’11% e inflazione a 0.

La Gran Bretagna: dati misti che però vanno più verso gli Usa che verso l’Ue.

Perché questo? Perché sono profondamente diverse le filosofie che reggono l’economia americana e quella europea e molto diversi i mandati delle due banche centrali.

In Usa da sempre pensano che non ci può essere sostenibilità in un’economia che non cresce e l’economia cresce se c’è la piena occupazione.

Di conseguenza il mandato della Fed è sempre stato incentrato a favorire l’occupazione. In Europa invece siamo andati al traino della fallimentare impostazione rigorista tedesca, mirante solo alla contrazione del debito che, come si è visto, in assenza di crescita porta ad aggravare le crisi invece di risolverle (se in casa tua le entrate scendono o si annullano perché perdi il posto di lavoro puoi risparmiare quanto vuoi, ma alla fine ti tocca vendere i gioielli, poi la casa e poi se non trovi lavoro muori pure di fame… elementare, ma non per i tedeschi).

mario_draghiCosì la Bce costruita sul modello Bundesbank, non ha nel mandato l’occupazione delle persone, ma solo l’inflazione, in una visione tutta monetarista dell’economia. Il povero Draghi, per poter fare, con anni di ritardo sulla Fed il suo Qe si è dovuto arrampicare sugli specchi, scontrarsi duramente con Weidmann e Schauble e inventarsi soluzioni che solo un italiano (stavolta in senso positivo) avrebbe potuto concepire.

La Germania ha approfittato a man bassa di questa impostazione che lei ha imposto, nell’idea, mai dichiarata (per evidenti ragioni) che i suoi partner commerciali non fossero più gli europei, ma i Brics, e quindi a loro è andata benissimo vedere l’Italia andare in affanno con la chiusura del 30% delle attività manifatturiere negli ultimi 6 anni…. più gli altri andavano in crisi più loro guadagnavano mercato in Cina, Russia, Brasile, India. Ma… ma ora i Brics sono in recessione e la Germania perde colpi, ben gli sta.

Peccato che la Germania sia anche uno dei nostri principali partner commerciali, e dunque? Dunque come siamo messi al di là della propaganda renziana?

Ecco i dati di settembre-ottobre, tutti, anche quelli che non fanno comodo a Renzi. Il primo dato è il più recente, il secondo al precedente mese.

  • Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero italiano (Set)
  • 52,7
  • 53,8
  • Indice dei direttori degli acquisti del settore dei servizi italiano (Set)
  • 53,3
  • 54,6
  • Produzione industriale italiana (Annuale) (Ago)
  • 1,0%
  • 2,8%
  • Produzione industriale italiana (Mensile) (Ago)
  • -0,5%
  • 1,1%
  •  IPC italiano (Mensile) (Set)
  • -0,4%
  • -0,4%
  • IPC italiano (Annuale) (Set)
  • 0,2%
  • 0,2%
  • Saldo della bilancia commerciale italiana (Ago)
  • 1,850B
  • 8,070B
  • Saldo della bilancia commerciale italiana UE (Ago)
  • 0,47B
  • 3,05B
  • Saldo della bilancia commerciale italiana non-UE (Set)
  • 1,43B
  • 1,38B
  • Vendite al dettaglio italiane (Annuale) (Ago)
  • 1,3%
  • 1,6%
  • Vendite al dettaglio italiane (Mensile) (Ago)
  • 0,3%
  • 0,3%
  • Inflazione degli stipendi italiani (Annuale) (Set)
  • 1,2%
  • 1,2%
  • Inflazione degli stipendi italiani (Mensile) (Set)
  • 0,0%
  • 0,0%
  • Livello di fiducia delle aziende italiane (Ott)
  • 105,9
  • 104,4
  • Indice della fiducia dei consumatori italiani (Ott)
  • 116,9
  • 113,0
  • IPC italiano (Mensile) (Ott)
  • 0,2%
  • -0,4%
  • IPC italiano (Annuale) (Ott)
  • 0,3%
  • 0,2%
  • Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero italiano (Ott)
  • 54,1
  • 52,7
  • Indice dei direttori degli acquisti del settore dei servizi italiano (Ott)
  • 53,4
  • 53,1

renzi liberoquotidiano--Un capitolo a parte merita il tasso di disoccupazione. Era del 6.7 nel 2008, ha toccato un picco del 13.5 nel 2014, per attestarsi all’11, 8% a settembre. Ma… c’è un ma. All’uscita del dato di settembre ovviamente la grancassa di Renzi è partita a 1000.

Peccato che rispetto al mese precedente, quando eravamo ancora al 12% ci siano 35.000 occupati in meno. Come è possibile allora che la % sia scesa? Semplice. Ci sono meno persone che cercano un lavoro… ovvero ci sono più sfiduciati che non cercandolo più un lavoro sono usciti dalle statistiche.

Come vediamo sono dati in chiaroscuro che vanno su pochi decimali che a me danno l’idea dell’immobilismo e non della crescita.

Con il dato principale, la disoccupazione, che viene spacciato per positivo quando non lo è affatto. Balza altresì agli occhi come gli unici dati che davvero si sono mossi sono quelli relativi alla fiducia, un sentimento non misurabile oggettivamente, aleatorio per sua natura e che secondo me evidenzia una cosa: la pubblicità è l’anima del commercio e Renzi, pare sia il degno erede di Berlusconi in questo.

Io continuo a ritenere, Jobs Act e sgravi fiscali per i neo assunti a parte, che Renzi abbia parlato tanto e agito poco.

Niente riforme strutturali sul fisco, niente spending rewiew, niente di serio in materia di provincee (che sono sempre tra noi) e regioni, che sprecano quanto prima.

Niente che possa dispiacere alle consorterie che da 60 anni si mangiano l’Italia. Ci tiene in piedi Draghi col Qe e il prezzo del petrolio sceso da 150 a 44 dollari al barile… finchè dura…

Massimo Scalas

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2 thoughts on “ECONOMIA: «MA COME SIAMO MESSI DAVVERO?»

  1. dimenticavo la spiegazione di cosa è IPC: indice prezzi al consumo. Questi, come l’inflazione degli stipendi, i prezzi alla produzione, sono sintomatici di un’aconomia che si muove o meno. In un’economia sana devono salire e creare un’inflazione che dovrebbe stare intorno al 2%….noi siamo circa a 0 ora (così come l’UE). Inoltre un’osservazione sul tasso di disoccupazione: abbiamo perso su base mensile 35.000 posti (su base annuale invece il saldo è positivo se non sbagli per circa 200.000. Ma perchè – 35.000 a settembre? Semplice: molti erano legati alla stagione turistica (anche se Renzi ad agosto faceva finta di non crederci). Infine è di oggi la notizia che Perotti, l’economista subentrato a Cotterelli per aiutare Renzi a fare la spending rewiew, si è dimesso: consatato che i tagli agli sprechi non se ne fanno ha deciso anche lui di non stare più lì a fare la foglia di fico.

  2. Ultimissime dal PIL…
    -pil trimestrale: era atteso un +0.3%, in linea col precedente trimestre….invece no. +0.2% con un calo dello 0.1% sul precedente. Ai non addetti può sembrare poca cosa, ma non lo è perchè segnala una contrazione…sai comìè finite le vacanze, finiti i turisti.
    pil annuale terzo trimestre: atteso +1%, precedente 0.6, attuale 0.9%. anche qui può sembrare un buon dato…peccato che le stime davano un+1%
    Vedremo il 4° trimestre a gennaio.

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