AREZZO. Valerio Bobini, Presidente del Crest, ci scrive:
Invito a raccogliere e leggere questa testimonianza che viene dal Casentino.
Invito in particolare quei casentinesi che pensano ancora di vivere il riposo del giusto, di trarre da soli, da queste parole, le loro conclusioni.
Non occorrono commenti o mi piace!
Ringrazio profondamente il sig. Mauro Fognani, che coraggiosamente ha reso pubblica la sua esperienza ed il sig. Paolo Moretti che l’ha condivisa, perché così facendo ci aiutano a capire quanto la nuova Sanità Rossiana, abbia trovato terreno fertile anche da noi che reputavamo di esserne al sicuro; fidandoci per la parola data di un politico amico o di un amministratore locale.
Dedicato anche a tutti coloro che il 31.05. hanno pensato, astenendosi, che fare altro sarebbe stato meglio che esprimersi nei seggi! Finché va bene…
Vedi: https://www.facebook.com/valerio.bobini/posts/913258602048994?pnref=story.
Articolo, ripreso dal link Mauro Fognani ha aggiunto 2 nuove foto.
Vi ho pensato…..
La mia mamma mi aspetta ogni giorno al centro riabilitazione dell’ospedale di Montevarchi, nel reparto dei gravi cerebrolesi.
La mattina che l’ho trovata a terra, rantolante, seminuda, statica pur nel tentativo continuo, non riuscito, di rialzarsi, mi è cascato il mondo addosso.
Ho chiamato il 118, cinque squilli, poi mi rispondono i Carabinieri.
Mi sono confuso, mi sono detto, vista la situazione, no, il carabiniere mi dice di non preoccuparmi che me la passa lui il 118.
Dopo 5 squilli senza risposta, la chiamata è deviata al 112.
Ti sembra tutto troppo lungo, sembra che tutto vada a rilento, rispetto al tuo desiderio di risolvere, di prestare aiuto, di fare qualcosa.
Tanto per non farmi mancare nulla, il giorno prima dei quel maledetto sabato 16 maggio, mi ero preso un bel colpo della strega. Cosa c’entra? C’entra e dopo si capirà il perché.
Abito a 500 metri dall’ospedale di Bibbiena, o da quello che ne resta, dopo 26 minuti (ventisei) arriva l’ambulanza con medico a bordo, da Subbiano (da Subbiano, marianna cane!) perché, mi spiegano, a Bibbiena ce n’era una sola ed era a Chiusi della Verna a fare un servizio.
Il medico fa subito una prima diagnosi: danno cerebrale. Tac, una pugnalata. Poi si reagisce, TAC, nel senso che ci vuole una TAC, ma è sabato mattina, poi a Bibbiena anche se ci fosse il tecnico non hanno assolutamente nulla per trattare il danno cerebrale, nulla, qui, cittadini di serie B, per un danno cerebrale puoi morire, ma anche per un infarto, visto che non abbiamo un reparto di cardiologia con la terapia intensiva dedicata. E dal primo di luglio sarà peggio.
Andiamo ad Arezzo, dove mi spiegano che “fortunatamente” è un ictus emorragico, e quindi il tempo di soccorso non è determinante, lo sarebbe stato, in modo cruciale, se fosse stato un ictus ischemico, allora li anche un minuto fa la differenza tra la vita e la morte e tra una modo di continuare a vivere piuttosto che un altro, con qualità di vita totalmente diverse.
Mi viene da dare a tutti voi un consiglio: se pensate di farvi venire un ictus, “prenotatene” uno emorragico, con i tempi di soccorso che abbiamo in Casentino, almeno non si aggiunge danno a danno, tanto arriveranno sempre troppo tardi.
Dopo che mia mamma è stata ricoverata in Neurologia ad Arezzo vi ho pensato……
Vi ho pensato, te, “compagno” Enrico Rossi, grande ragioniere, quello che da risposte nelle aree più popolose, dove si fanno le statistiche e dove ci sono i voti, te che sposti risorse pubbliche, anche mie, nelle ricche mani di operatori sanitari privati già ricchi, te che avrai sempre un elicottero e un posto di eccellenza ad accoglierti nel caso che tu ti senta male, te che ci hai di fatto alienato il diritto fondamentale “più fondamentale di tutti”, quello alla salute, quello ad essere trattati da persone quando si diventa il soggetto più debole e fragile della società, e non da pacchi postali, da numeri componenti statistiche che fanno vedere quanto sei bravo.
Vergognati. Te ne freghi di quelli che ti scrivono dalle aree “rurali”, sono pochi, sfigati, e poi hai preso un sacco di voti alle ultime elezioni, quindi questo dimostra, nel tuo modo di ragionare, di aver ragione. Spero che anche tu un giorno, magari all’Abetone, di notte con la tempesta, senza elicotteri che possano volare, tu abbia bisogno di uno di quegli interventi che salvano la vita, e in quel momento sarai un pacco postale come hai ridotto noi, e quelli che abitano quelle zone.
Non capiterà mai? Non esserne così sicuro. Magari dovrai fare una corsa disperata in ambulanza, verso uno di quei mega ospedali di città, nelle strade piene di buche del tuo amico assessore regionale al territorio e alla viabilità Vincenzo Ceccarelli.
Ecco, il secondo a cui ho pensato. Io conosco personalmente Vincenzo Ceccarelli, è casentinese anche lui, e con il colpo della strega, con il busto, dover guidare tutti i giorni, due volte al giorno tra Bibbiena ed Arezzo, tra le buche, toppe, asfalto sconnesso, avvallamenti, se vuoi Vincenzo sono in grado di fartene una mappa precisa, ti viene da pensarlo, molte volte.
Pensa a quei disgraziati che sono costretti a farlo in ambulanza, perché l’unico presidio ospedaliero di una valla chiusa come la nostra, è scientemente smontato giorno per giorno dalla vostra insensibilità, e dalla vostra insipienza. Ma voi ormai siete “quelli del potere” e certe sorti non vi toccano, o pensate che non vi tocchino, perché basta una telefonata con l’amico dell’amico e si hanno risposte rapide e qualitativamente elevate per tutelare il bene più prezioso che ognuno di noi ha: la salute. Ma chissà cosa ci riserva il futuro….
Vi ho pensato, e non ho finito con questi due signori, ho pensato anche ad un bibbienese eccellente, lui non chiede voti per fare quello che fa, lui è il direttore generale della sanità toscana, lui è Valtere Giovannini (non ho sbagliato, si chiama così, ho tirato giù il suo curriculum dal sito della regione Toscana).
Questo signore venne al castello di Poppi, una decina d’anni fa, o giù di li, a fare un convegno sul progetto di ospedale di prossimità, cioè di un ospedale con pochi posti letto, poca degenza, ma molta specializzazione, molta efficienza, molte apparecchiature moderne (in quel convegno portò medici che con apparecchiature all’ultimo grido ti stabilizzavano direttamente in elicottero, con primi soccorsi di altissima qualità ottenuti anche con l’ausilio di tecnologie avanzatissime), dove ti danno risposte di grande efficienza, dove ti salvano la vita, e poi ti rendono “indipendente dalla struttura”, una volta stabilizzato, e la degenza la fai a casa con il supporto, giornaliero ed efficiente, di “infermieri del territorio”.
Vergognati Valtere, mentivi sapendo di mentire, e te sai bene che non è la prima volta che lo fai pubblicamente, nella tua storia di vita.
Vi ho pensato, ma ora non vi penso più, non valete nemmeno il tempo e l’energia dei miei pensieri, adesso penso a riportare la mia mamma a casa, nelle migliori condizioni di salute possibili.
Nonostante voi.
Egr dott. Bobini,
Lei, molto umilmente, si schermisce e afferma che non sono necessari commenti. Ma come si fa a non commentare? Questa è una lettera addirittura allucinante, in certi punti. Non può finire qui! Io sono pistoiese, ma conosco un pochino il territorio aretino e casentinese, che, anche se non avesse altri difetti, è enormemente più esteso di quello pistoiese. Come si fa, dico ancora, a parlare di due sole ambulanze che devono coprire un territorio compreso tra Subbiano, Bibbiena, Chiusi della Verna, e magari, ci mancherebbe altro, se ce ne fosse bisogno, arrivare a Pratovecchio, Stia, e chissà dove ancora?
Questa, per chiudere con il commento, è una lettera che deve essere fatta girare il più possibile, in ogni modo e con qualunque mezzo, per mettere la massima pressione possibile addosso ai signori Rossi, Marroni, ecc; anche se non è il caso di farsi illusioni, dato che questa è gente sulla cui faccia rimbalza tranquillamente di tutto.
A proposito: sembra che Marroni, in una riunione di poco tempo fa con gli amici della montagna pistoiese, abbia detto loro che se non gli andavano bene le cose così come sono, potevano togliere il disturbo, o, meglio ancora, lasciare la montagna e andarsene. Forse Lei c’era anche ed è più informato di me; ma, se così stanno le cose, anche questo sarebbe un episodio da mettere in piazza per sputtanare duramente questo signore.
Piero Giovannelli.
Sig. Giovannelli, ero presente con Valerio Bobini e altri 5 componenti del Comitato all’incontro con l’Assessore Luigi Marroni, il 9 Dicembre 2014 quando ha fatto le affermazioni che Lei riporta nel Suo scritto, ma ne ha fatte anche altre, altrettanto gravi, per esempio: • Tutti i dati e le statistiche, ed è quello il metro di misura che usiamo e che per noi conta, ci permettono di rientrare nei parametri e di aver riconosciuta la sanità migliore in Italia. Parole di Marroni
• L’Assessore alla Sanità Toscana e la USL 3 non può pretendere che cittadini vengano da fuori a farsi curare e a fare interventi programmati di chirurgia a San Marcello al Pacini. Questi devono andare altrove, così come i cittadini della montagna, che, anche in caso di emergenza non si devono più fermare a San Marcello ma andare altrove, possibilmente al San Jacopo al fine di giustificare l’investimenti fatti dalla Regione Toscana con la “formula” del project financing.
• Non è un problema che ci riguarda noi come Regione e la ASL se i medici non vengono volentieri ad esercitare a San Marcello, trovate voi il modi di convincerli, noi non ci riusciamo, quante volte vi è stato detto sia da noi regione che dal sindaco di San Marcello
• E’ un problema solo vostro, cari cittadini della Montagna se i vostri sindaci non hanno capito nulla sulla riorganizzazione e hanno autorizzato la USL 3 a smantellare l’ospedale Pacini.
• Quando un componente del Comitato ha segnalato a Marroni che non veniva rispettato quanto scritto sulle tavole di bronzo a San Marcello il 6 Dicembre 2013, riguardo a Pronto Soccorso del Pacini http://iltirreno.gelocal.it/pistoia/cronaca/2013/12/07/news/marroni-blinda-l-ospedale-non-cambio-una-virgola-1.8256900?ref=search ha sostenuto che tra Dicembre 2014 e Gennaio 2015, sarebbe stata fatta una verifica su come procedeva “l’applicazione” dei patti territoriali che riteneva rispettati almeno tra il 60 e il 70% e, se per un presidio ospedaliero tipo quello di San Marcello, smantellato tra Gennaio e Marzo 2013 e a Giugno condonato lo smantellamento con la firma dei patti territoriali, c’è un errore di scrittura con la scritta nella stesura a pagina 4 “il funzionamento del Pronto Soccorso” porremo rimedio, cancellando quanto scritto e riportando Punto di Primo Soccorso
• Vi daremo comunque la possibilità, nel caso uno vada al Punto di Primo Soccorso e manchi il medico, di avere a disposizione a gratis un telefono per poterlo contattare.
• Chi non si sente sicuro dal punto di vista sanitario dove vive adesso, si trasferisca in località dove ritiene di avere una sicurezza maggiore.
Questo il contenuto dell’incontro con L’Assessore alla sanità Toscana Luigi Marroni, che appena arrivato ha proposto di incontrarci nella saletta di aspetto dove c’erano tre poltroncine e solo dopo la nostra protesta, ci ha ricevuto in una sala che era poco più di un sottoscala, dove si è di fatto sdraiato su una poltrona ed è stato per tutto il tempo impegnato a spippolare con i suoi telefonini e ad andare e venire dal suo ufficio. Dimenticavo di segnalare che all’incontro ha partecipato anche il Sindaco di Pescia e Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani.
Bene, sig. Ceccarelli. Grazie per tutte le precisazioni contenute nel Suo intervento, che rendono il quadro ancora più chiaro, nel senso allucinante e demenziale, per chi ha pronunciato certe frasi.
Ed allora, ribadisco: bisogna fare in modo che queste cose vengano diffuse alla grande, portate a conoscenza di più gente possibile e sbattute in faccia ai sig.ri Rossi, Marroni, ecc, in ogni occasione pubblica in cui sia possibile farlo.
Quanto al sig. Oresta Giurlani, che è persona a cui l’intelligenza, ma anche la furbizia e la capacità di stare al mondo non mancano, dica da che parte sta e se ha voglia davvero di combattere, compromettersi, “bruciarsi”, al limite; oppure mira solo a galleggiare in vista di nuove, possibili, opportunità di carriera.
Piero