Dopo il lancio delle notizia che presso la sezione delle procedure concorsuali e di esecuzione immobiliare sono in corso delle viste ispettive, alcuni commercialisti si tolgono dei sassolini dalle scarpe e ci riferiscono che alcuni di loro si sono estromessi da ogni collaborazione con il Tribunale
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PISTOIA. La città di Vanni Fucci ribolle. Ma non è la ribollita con fagioli scuri, cavolo nero e cotenna di maiale. Sembra che dopo il nostro intervento sulla presenza di una visita ispettiva del Ministero di Giustizia alle cancellerie delle esecuzioni immobiliari e concorsuali ci sia una certa agitazione anche in tribunale, tra i commercialisti e nell’androne del Palazzo.
Alcuni lettori – e sono più di tre, dunque credibili perché scollegati tra loro – ci riferiscono che i commercialisti hanno/avrebbero espresso delle proteste nella modalità di conduzione delle procedure concorsuali e non solo.
I lettori/professionisti non vogliono darci notizie più precise, ma il Consiglio dell’Ordine è certamente informato e sa bene di cosa stiamo parlando, perché sarebbero pervenute diverse rimostranze sul tavolo del presidente Angelo Vaccaro e del vice Fabrizio Poggiani, che conosciamo da tanto.
Parliamo di sperequazioni tra gli stessi professionisti e all’interno delle procedure che sembrano essere “disturbate” e “sofferenti”, in modo tale da indurre alcuni a ritirare la disponibilità per l’assunzione di incarichi nelle procedure fallimentari.
Insomma, alcuni si sarebbero stufati e avrebbero salutato le cancellerie con un ciaone.
Come al solito questa situazione è “espansa” all’interno della comunità degli addetti: tutti la conoscono, ma nessuno la riferisce nei dettagli per le inevitabili inferenze nel Palazzo.
I nostri confidenti ci pregano di mantenere il massimo riserbo sulla loro identità, ma ci raccomandano di dare impulso a un articolo di denuncia, perché sulla questione la reticenza si taglia a fette e loro sanno che non si deve attendere facendo finta di non vedere e voltandosi dall’altra parte.
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Ecco allora alcune domande per Angelo Vaccaro:
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Le risulta che alcuni associati malpancisti abbiamo espresso doglianze per le modalità di affidamento e conduzione delle procedure concorsuali/fallimentari?
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È informato che presso le cancellerie delle esecuzioni e dei fallimenti erano avviate delle visite ispettive da parte del Ministero?
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Il Consiglio ha posto la dovuta attenzione sulle reiterate situazioni di criticità che avrebbero portato alcuni associati a rinunciare a qualunque collaborazione a procedure fallimentari o affini su Pistoia?
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È vero che c’è una cerchia di eletti – o anche soliti noti – che hanno delle vie preferenziali dentro il Palazzo?
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Il criterio di rotazione tra gli iscritti è assicurato anche dall’Ordine oppure no?
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Quanti sono effettivamente gli iscritti che esercitano funzioni di ausiliario dei Giudici sul totale degli iscritti?
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È normale (ovvero cosa buona e giusta) che il Consiglio dell’Ordine taccia sui “malpancisti” e che la stampa organica sia completamente defilata sull’argomento nonostante l’evidenza di una ispezione ministeriale in atto?
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Infine, ma non ultimo quanto a importanza, l’Ordine non ha niente da osservare sul palese conflitto di interessi che investe alcuni magistrati sposati con altri magistrati e/o responsabili di cancelleria civile del medesimo Tribunale?
L’Ordine dei commercialisti ci scuserà se se non facciamo nomi, ma purtroppo i nostri referenti sono semplicemente terrorizzati dal pensar di dare informazioni più precis, per la possibilità di un controllo incrociato con riscontro a dati particolari che potrebbe metterli immediatamente al centro di una serie di azioni di “rieducazione”.
Non importa andare oltre. Tutti hanno visto come il tribunale di Pistoia si rapporta ai giornalisti e non solo: colpirne uno, con raffiche di arresti domiciliari, per educarne cento, alla Pol Pot. Se l’aria di Pistoia è questa, provate solo a immaginare che «regime» di libertà e di trasparenza aleggia sulla Città di Cino, docente di legge all’Università di Bologna!
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E adesso vi proponiamo un pregevole e stagionato pensiero di Vaccaro, rilasciato al Tirreno:
Per il commercialista la prima distinzione essenziale è l’appartenenza ad un Albo, che non significa solo l’iscrizione all’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, vuol dire anche la condivisione di atteggiamenti etici e l’accentuato rispetto per una doverosa deontologia; unitamente a questi elementi, il bagaglio di competenze professionali e tecniche assume una fisionomia che privati, imprese e pubbliche amministrazioni hanno a disposizione per ottenere risposte alle loro esigenze.
Condividiamo pienamente le osservazioni espresse dal Presidente nel novembre 2018 e crediamo anche noi di esserci spiegati in modo altrettanto eloquente, tanto da poter confidare in adeguate risposte da parte del neo eletto Presidente.
Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]