elezioni 2018. L’ITALIA MERITA I CONGIUNTIVI SBAGLIATI E NON LA FLAT TAX

Maurizio Carrara e Patrizio La Pietra

PISTOIA. Con quali occhi dobbiamo guardare le elezioni appena avvenute, e il relativo risultato, è ben difficile dirlo. Stallo, ingovernabilità, larghe intese o grosse coalizioni (buone ai Verdini di turno, cioè a chi conta praticamente zero), grattacapi per Mattarella che si trova a dipanare un’intricata matassa.

Quel benedetto 40% non lo ha raggiunto nessuno, eppure qualcosa è successo. La sinistra è definitivamente passata a miglior vita. Il Partito democratico è sceso sotto la soglia fatidica del 20%, praticamente attaccato alla Lega di Salvini che, però, veniva da anni burrascosi. Al contrario, il Pd renziano è ricordato come quello del 41% alle europee di quattro anni fa.

Ettore Rosato ha difatti dichiarato che questa, per il Pd, è una clamorosa sconfitta e che passeranno all’opposizione. Sì, quando la tua fetta di torta si restringe, non ti rimane altro. Quindi viene sfatato il mito della Lega come accozzaglia di rozzi contadini padani: l’anima di questo (nuovo) partito è chiara: destra dura e pura, liberale e non sociale, e per questo motivo non accostabile alle varie Casapound.

Forza Italia sconta, a parere di chi scrive, la leadership usurata e che non sa più emozionare come in passato. È stato un disincanto per chi, oltre alla rivoluzione liberale, ha sempre creduto in un Berlusconi sostanzialmente infinito e inarrestabile. La sua grandezza ha comportato l’enorme difficoltà nel trovare un successore almeno degno di quell’eredità: tipico guaio in cui incappano i campioni veri.

Da Pistoia, però, un’ottima notizia restituisce serenità a questa ingarbugliata situazione: Maurizio Carrara e Patrizio La Pietra, rispettivamente con Forza Italia e con Fratelli d’Italia, sono entrati in Parlamento. Si tratta, come per la Lega, di una destra liberale e conservatrice, capace e vogliosa di produrre ricchezza anziché limitarsi ad erodere quella prodotta da qualcun altro.

Sono quelli della flat tax, della burocrazia da ridurre ai minimi termini, dell’immigrazione da regolamentare seriamente espellendo tutto il ciarpame fattoci recapitare da degli irresponsabili. Maurizio Carrara viene dal mondo dell’imprenditoria: chissà che quel volpone di Berlusconi non abbia allungato gli occhi sull’imprenditore pistoiese.

E al netto di ciò, dobbiamo esser felici di essere riusciti a mandare nella stanza dei bottoni le nostre migliori energie. Nota dolente, a questo punto: il Movimento 5 stelle ha fatto incetta di voti, al sud soprattutto. La loro pesante irrazionalità, unita ad una palese cultura di sinistra anti-capitalistica, crea panico.

Basta essere garbati con chi non lo è mai stato con noi: i grillini raccolgono voti non solo nel popolo degli esasperati, ma anche tra coloro che dell’esasperazione han fatto il proprio marchio di fabbrica: piagnoni, nullafacenti, ridicoli indignados, schiavi della rete eterodiretti da una società privata. Non a caso, dalle regioni più produttive in Italia (al nord, chiaramente) non gli arrivano voti.

Reddito di cittadinanza, soggetto provocatore nella Pubblica amministrazione, numero identificativo alle

Molti simboli e molta confusione

forze dell’ordine per tutelare maggiormente i delinquenti, e molto altro ancora che certifica la totale irrazionalità demagogica che gonfia le vele dei grillini. Agli sfaccendati non puoi impedire di votarli, ma puoi mettere a nudo la loro palese grossolanità.

E il signor Di Maio farebbe meno il galletto se negli ultimi anni ci fosse stato un governo serio anziché quell’accrocco di giovinastri impenitenti e illusi che, coi loro comportamenti, ne hanno ingrossato le fila. Hanno creato un mostro pericoloso, e adesso tocca a noi questa gatta da pelare.

Il problema, di fondo, è che questo paese è diviso tra chi nel malumore ci sguazza e chi, prendendo atto che la vita non è tutta rosa e fiori, si rimbocca abitudinariamente le maniche. Ed è un’inclinazione culturale, prima che personale.

Fin quando le campagne elettorali non verranno ascoltate disboscando, con occhi ed orecchie per selezionare, arrancando nella foschia demagogica, la faccenda rimarrà drammaticamente complicata.

[Lorenzo Zuppini]

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