elezioni. ANCHE MAGLIONE (M5S) RISPONDE ALLE DOMANDE SCOMODE SUL “SISTEMA PISTOIA”

Sant’Ansano, uno dei tanti “gioielli” in abbandono

PISTOIA. Linea Libera aveva lanciato il pubblico dibattito (vedi: Amministrative. Domande scomode e analisi del “sistema Pistoia”) su alcuni temi.

Finora hanno accettato di partecipare solo Tomasi e Nicola Maglione. Ecco l’approfondimento del candidato sindaco pentastellato. 

Il panorama cittadino offre un tesoro in termini di gioielli architettonici dalle potenzialità enormi che ad ogni tornata elettorale assumono i contorni più fantasiosi e variopinti. Un esempio su tutti la fortezza Santa Barbara. Pensiamo alla vicina Firenze e alla sua fortezza del Belvedere, senza scomodare la famosa Da Basso….

Al Belvedere si organizzano mostre dibattiti etc. Le città toscane che hanno investito nel loro passato portando a nuovo splendore le loro mura e le loro fortezze hanno incassato molto presto i frutti di quell’investimento in termini di turismo e circolazione di idee.

Le fortezze, i palazzi storici, le dimore d’epoca non devono essere chiuse e sigillate a prendere la polvere, ma si devono aprire al mondo culturale e sociale perché ovunque sono protagoniste di eventi che spaziano dalla moda alle mostre ai convegni.

Il mastio della fortezza monumentale [collezione Paolo Cerretini]
Come può intervenire la politica? Innanzitutto ponendosi delle domande. I Dialoghi sull’Uomo quanto sono costati alla Fondazione in questi anni? Qualche milione di euro… sono quasi 10 anni che viene organizzata portando persone in città per 3 giorni. Milioni di euro spesi per circa trenta giorni di afflusso.

Domanda: se avessimo investito lo stesso tempo e le stesse energie per definire con il demanio il passaggio al Comune della fortezza e avessimo investito i soldi dei dialoghi nella ristrutturazione della fortezza, cosa avremmo oggi in città? Un flusso turistico diversificato e continuo durante tutto l ’anno che viene alla fortezza per una rassegna di musica, per una mostra, per una fiera e così via.

Per non parlare degli accordi che possono essere stipulati con i privati per allestire ristoranti o lounge bar all’interno della stessa e renderla viva tutto l’anno. Bene i Dialoghi o Leggere la città, ma in questo contesto rischiano di rimanere isolati e isolare la città stessa. Capitolo a parte poi, il Piccolo Teatro Mauro Bolognini, un ’altra risorsa importante troppo spesso dimenticata.

Il carbonile Antonini di Gello

Il Comune lo ha dato in gestione all’Atp, la mia proposta è quella di restituirlo alla gestione diretta del Comune. Il teatro di Montecarlo di Lucca, altro piccolo gioiello vicino, viene concesso gratuitamente alle scuole e alle realtà del posto.

A Pistoia si chiedono cifre esose che una scuola non può sostenere. Quante energie sprigionerebbe un luogo come quello attivo e aperto molti giorni durante l’anno? Gli spazi ci sono, manca la volontà politica di aprirli e renderli fruibili come in comuni vicini già fanno.

Per tornare alla domanda e dirti cosa farei io, molto semplice: mettere in atto tutte le strategie possibili per restituire ai cittadini la sua storia e i suoi monumenti, senza la paura di far torto a qualcuno, essere liberi significa anche poter prendere queste scelte. Aprire i nostri monumenti vuol dire essere pronti a ricevere in città nuovi volti e nuove risorse imprenditoriali e non sempre questo è visto dai cittadini come un buon auspicio.

Dobbiamo uscire dal nostro provincialismo e aprirci anche se qualcuno potrebbe rimanerci male. Tra dieci anni vorrei vedere la nostra Fortezza funzionante e operativa come la Fortezza Da Basso di Firenze… E credimi, è possibile. Certo se ci muoviamo a compartimenti stagni non potremmo pensare di fare quel salto di qualità: rischiamo di completare l’area ex ceppo (è quasi una battuta, visto che resta incompiuta già quella dell’ex-Breda) e avere la solita Fortezza.

Dobbiamo ottimizzare le risorse e fare in modo che la città venga ridisegnata nel suo complesso. Nessuno deve rimanere indietro non vale solo per i cittadini, ma anche e soprattutto per i quartieri e i loro monumenti.

Secondo tema: il soggetto pubblico deve avere la responsabilità di fare delle scelte verso il privato che vadano nell’interesse della collettività senza la paura anche in questo caso di pestare i piedi a chissà chi. Il mondo professionistico di sport quali calcio e basket oramai sta sempre più affrancandosi dal pubblico attraverso la costruzione e la realizzazione di stadi e strutture di proprietà, come è giusto che sia.

Sono vere e proprie aziende che muovono denaro e devono far quadrare i conti al pari di qualsiasi altro soggetto commerciale. Un Comune non può far da stampella economica a una squadra di calcio o basket altrimenti lo dovrebbe fare per tutti. Il Comune deve agevolare e lavorare affinché le realtà professionistiche trovino a Pistoia un terreno ideale per far crescere le loro squadre e costruire le loro strutture, in poche parole il loro business.

Dall’altra parte investire le risorse nella riqualificazione delle strutture e degli impianti che ospitano altre discipline sportive dilettantistiche che non ci dimentichiamo sono praticate dalla maggioranza dei cittadini. Giocatori di basket e calcio sono in numero inferiore rispetto ai podisti, i pugili, i nuotatori, i ginnasti ecc..

Lo Stadio Melani

Basket e calcio sono certo importanti, io come sindaco posso solo ascoltare e agevolare, non certo ostacolare, da tifoso non posso che sperare che le società abbiano la voglia di investire per vincere e farci sognare.

Il Comune o il sindaco non deve trovarsi più al centro di polemiche sciocche con le tifoserie, per non creare incomprensioni e fare in modo che ognuno rispetti il suo ruolo la soluzione è semplice: i presidenti facciano i presidenti investendo per vincere e dotarsi di impianti adeguati, i tifosi gioiscano o si arrabbino con i propri dirigenti, il sindaco vigili e agevoli.

Una nuova finanza per l’economia circolare

Una delle nostre 5 stelle riguarda proprio l’ambiente e quindi anche la gestione dei rifiuti in un’ottica finalizzata alla soluzione del problema nel rispetto della città e dei suoi abitanti. Parma è un insegnamento per tutti come il maestro Ercolini di Capannori con il suo modello replicabile: “rifiuti zero” che “non parla di rifiuti, ma di un tipo di democrazia diversa, che mette in mano ai cittadini la responsabilità”.

L’amministrazione uscente non si è preoccupata della questione, direi che non vede o non vuole vedere il problema anche se, spesso come singoli cittadini o attraverso i portavoce, abbiamo rappresentato la nostra indignazione chiedendo l’avvio di percorsi di formazione, informazione ed organizzazione di raccolta differenziata, di valorizzazione del riciclo e di smaltimento corretto non inquinante.

Alcuni di noi hanno anche vivacemente protestato per le modalità con le quali avviene la raccolta nel centro storico: il sabato sera sarà capitato a tutti di camminare tra sacchetti di spazzatura depositati, secondo le indicazioni del comune, davanti i portoni delle abitazioni.La città merita altro, merita rispetto, merita pulizia. Qualche indicazione pratica nel merito:

  • stimolare la riduzione nella produzione di rifiuti partendo dall’eliminazione degli imballi alimentari e non solo. Per primi i supermercati sarebbero chiamati ad un adeguamento in tempi brevi;
  • estendere la raccolta differenziata a tutta la città con il sistema porta a porta e portarla ai minimi di legge;
  • favorire l’uso dei contenitori per il compost presso ogni abitazione, limitando la produzione di organico oggi copiosa;
  • stabilire un calendario completo di indicazione di orari per il passaggio dei mezzi di raccolta, che tenga conto della fruibilità della città da parte di tutti, cittadini e turisti.
Economia circolare: un pilastro dei 5 Stelle. Iniziativa del 5/6/2017

Per raggiungere l ’obbiettivo di “rifiuti zero” con la massima efficienza, come già accennato, si solleciterà la collaborazione dei cittadini con opportune campagne di informazione che motivino e non impongano. Massimo impegno sarà chiesto alle scuole che potranno favorire la crescita di cittadini migliori.

Il servizio idrico è strettamente correlato al rispetto dell’ambiente la cui gestione non può che essere, per sua stessa natura, di esclusiva competenza pubblica. Abbiamo assistito in questi anni ad una speculazione per fini politici, propagandistici, elettorali e di bilancio che di fatto ha portato ad un importante abbandono della rete di distribuzione per manutenzioni o rinnovamenti non effettuati, oltre a sprechi e disservizi che tutti abbiamo subito.

Per ultimo non dimentichiamo la “vessazione” a danno del cittadino con voci in bolletta che non hanno riscontro in alcun servizio: intendo per esempio il costo per depurazione, in assenza di depuratori.

La ripubblicizzazione del servizio idrico, quindi, è inevitabile: sarà una operazione costosa ma necessaria per ricostruire la rete idrica ed azzerare gli sprechi di un bene così prezioso oltre a migliorarne la qualità. Ma è anche un dovere: così hanno deciso i cittadini con un referendum che aspetta ancora di essere attuato. Sennò di quale democrazia stiamo parlando?

E i referendum? Come dice il Marchese del Grillo…

C’è poi dell’altro: il rispetto di un bene prezioso in questione richiede interventi tesi a razionalizzarne l’uso; è mia intenzione avviare uno studio di fattibilità per limitare l’uso di acqua potabile per soli fini alimentari, favorendo il recupero e riutilizzo di acque piovane, dove possibile, e/o costruzione di pozzi artesiani per tutti gli altri impieghi.

Certamente è un progetto ambizione ma, ad una attenta riflessione, è anche ineluttabile. Mi piace, talvolta, ricordare la bellezza degli acquedotti romani: ancora oggi mi lascio sorprendere dal raffinatissimo ingegno che li ha prodotti.

La verifica del bilancio sarà la prima cosa che sarà fatta quando avremo finalmente tutte le chiavi della città, comprese quelle dei cassetti che risultano inaccessibili se non da chi è al governo della città. Questa verifica risulta necessaria, non solo per una corretta pianificazione dei lavori e dei progetti che abbiamo in mente, ma soprattutto per quella trasparenza che oggi manca nel Comune di Pistoia.

L’esperienza derivante dalle amministrazioni a 5 Stelle dimostra come troppo spesso le amministrazioni di centro sx e centro dx, indistintamente, hanno creato attraverso escamotage contabili delle gravi irregolarità; non ultimo il caso del disavanzo di 30 milioni nel comune di Prato.

Nicola Maglione

Siccome ci siamo stancati di sentire le solite promesse elettorali basate su nessun dato certo, noi vogliamo distinguerci e ribadire che prima verificheremo la salute del Comune attraverso la verifica puntuale del bilancio, poi potremo iniziare ad aggiustare il Presente per migliorare il nostro futuro.

Tutte le realtà governate dal MoVimento 5 stelle, dati alla mano, sono riuscite ad abbattere il debito dei propri Comuni dal 20% al 40% e tutto questo semplicemente con una buona e normale basata sui bisogni reali dei cittadini, sul buon senso e soprattutto dal non dover rendere conto a nessuno.

Il Reddito di Cittadinanza non potrà essere introdotto a Pistoia perché il Comune non ha le risorse per introdurlo autonomamente ed è per questo che il 20 Maggio scorso sono stato, assieme a migliaia di attivisti, alla marcia Perugia-Assisi, perché alcune necessità locali devono essere affrontate a livelli più alti.

Quest’ultimo aspetto dovrebbe far pensare al comportamento dei partiti in città, a livello locale si dicono favorevoli a politiche a difesa del cittadino, ma si trovano ad appoggiare, senza se o senza ma, politiche nazionali che i loro stessi partiti portano avanti pensando al benessere di pochi e non a quello della collettività.

Questa logica la ritroviamo su argomenti fondamentali come il reddito di cittadinanza, la sanità e l’istruzione. A Pistoia creeremo un ulteriore fondo di solidarietà anche attraverso il taglio volontario degli emolumenti, questi soldi andranno a finanziare progetti per il sociale.

Nicola Maglione

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