elezioni olandesi. DUE O TRE COSETTE CHE SPIEGHEREMO A GENTILONI

Wilders, il secondo arrivato.

PISTOIA. Nel caso il primier Gentiloni dovesse tornare a farci un saluto, qua a Pistoia, non mancheremo di dirgli che le elezioni in Olanda non le ha vinte il partito laburista, ideologicamente e culturalmente suo alleato, bensì un partito di centrodestra che niente ha a che vedere col suo sgangherato Pd.

Addirittura la realtà è diversa e più complicata di questa, ma soprattutto di quella presentataci dai nostri pimpanti liberal.

Renzi e soci esultano a più non posso per la sconfitta che, a detta loro, ha incassato il razzista e xenofobo e fascista Wilders, leader del Pvv che effettivamente non ha vinto le elezioni ma, udite udite, è stato l’unico, assieme al partito dei Verdi, a guadagnare seggi, per la precisione cinque, mentre il vincitore ne ha persi ben otto.

Se tornerà il primo ministro Paolo a Pistoia gli spiegheremo anche che il suo acerrimo nemico Wilders è stato a lungo dirigente ribelle del partito del premier uscente, e vincitore, Rutte; che come tutti i figli ribelli e brillanti, dunque non come Alfano o Fini, si è staccato dal seno materno facendo fortuna autonomamente, e solo un pazzo potrebbe negargli una medaglia al valore per il risultato conseguito nel contesto di un’Europa egemone, entrante e che mette al bando chiunque gli si opponga.

Spiegheremo all’ignaro Gentiloni che il moderato Rutte ha conquistato il podio negli ultimissimi tempi, grazie ad alcune entrate sul palcoscenico coi fuochi d’artificio, e che comunque mal si adattano al temperamento mite del suo partito.

Una di queste è certamente la lettera che egli ha scritto riferendosi a tutti i musulmani in Olanda, dicendo loro in termini perentori di uniformarsi e diventare normali, accettando i valori laici di questa parte di mondo.

In secondo luogo, lo sappiamo tutti, a tre giorni dal voto ha bloccato l’ingresso già concesso al ministro turco Cavusoglu che si apprestava ad aizzare i turchi residenti in Olanda, raccontando loro che il referendum voluto da Erdoğan, e che spazzerà via gli ultimi accenni di laicità conquistati da Atatürk , sarà una manna dal cielo. Per loro, perché per noi sarà un incubo – Pd compresi e/o comprese.

Il presidente turco Erdogan.

Ecco dunque le due ultime trovate del moderatissimo Rutte che gli hanno permesso di vincere le elezioni,conquistando comunque soli trentatré seggi sui settantasei necessari per poter parlare di maggioranza, sia pur risicata, nei centocinquanta membri del Parlamento.

È stata una trovata puramente elettorale, alla quale il premier non crede neanche per sogno, ma almeno lui ha avuto le palle di inimicarsi il folto gruppo di figli di Allah presenti nel suo intransigente Paese.

Dalle nostre parti, attorniati e governati come siamo da pusillanimi, possiamo solo sognare una presa di posizione di questo tipo. Creeranno a breve un dicastero della psichiatria per far superare a ministri, ministre e minestre il dramma d’aver assistito a scene come questa o come il decreto di Trump contro i clandestini?

Ma noi faremo anche di più: spiegheremo a Gentiloni, se e quando tornerà in Toscana (meglio se mai), che questo evento elettorale non significa affatto che l’anti-europeismo e l’anti-islamismo sono stati bocciati, anzi: tale presa di coscienza avanza inesorabile, e perciò i governi appiattiti sui concetti di europeismo e multiculturalismo dovranno rivedere prima o poi le loro agende, facendo a cazzotti con la realtà e con i sondaggi pilotati.

In ultima analisi, proprio perché alla fin fine gli vogliamo bene, gli chiariremo il concetto di populismo, che, come corrente ideologica, si ispira al socialismo, nonostante oggi gli sia data un’accezione dispregiativa dagli analfabeti che pensano così di offendere chi, autonomamente e assumendosi le proprie responsabilità come fa quotidianamente Wilders (che vive con la scorta), si oppone alla dittatura del pensiero unico.

Ripeteremo questi concetti al premier improprio e all’ex premier improprio Renzi, a costo di tornare sull’argomento anche milletrecentocinquanta volte: tante quanto è il valore del trolley che, al posto del camper, sbatacchia a destra e a manca per l’Italia.

[Lorenzo Zuppini]

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