PISTOIA — CASCINA. Ci perdonerà, il Sindaco Ceccardi per il titolo confidenziale e solo all’apparenza, poco ossequioso.
Vogliamo solo fare un piccolo gesto di accredito e riconoscimento alle numerose donne che – assorbite dagli impegni familiari – rinunciano a svolgere attività politica.
Sicuramente, la “politica delle donne” sarebbe svolta in modo diversamente motivato e distinto dall’altro genere.
Queste le dieci domande:
- La sua candidatura alla Presidenza della Regione ha elettrizzato le opposizioni: può anticiparci i principali punti del suo programma politico?
Infrastrutture, attenzione al bilancio, rilancio del Made in Tuscany, attenzione ai bisogni sociali dei toscani. Esporteremo il modello Cascina a livello regionale.
- Se è vero che con la Lega, la nostra Regione, conoscerà finalmente la meritocrazia, come saranno arginate le sicure contestazioni dei sindacati?
Io mi confronto sempre con chi difende i diritti di chi lavora. Non con chi difende fannulloni e assenteisti.
- Crede che la crisi del Pd potrà essere meno influente in Toscana che è storicamente stata sempre “ipotecata” da Amministrazioni rosse?
La crisi del Pd in Toscana è già nei fatti e ha già una dimensione storica. Pisa, Massa, Pistoia, Arezzo, Siena e Grosseto sono tutte amministrate da forze di centrodestra. Livorno è governata dai Cinque stelle e a primavera anche le città di Firenze e Prato andranno al voto. Sarà la spallata finale.
- La Regione Toscana, spinge da tempo il Servizio sanitario verso una crescente privatizzazione latente: è d’accordo con questo modello di indirizzo?
Il servizio sanitario della Toscana ha tante eccellenze ma anche tante criticità. Se l’apporto dei privati può contribuire a risolvere queste criticità ben vengano. In Lombardia il modello sanitario regionale è molto più privatistico rispetto al modello Toscano e ha ottimi risultati.
- Cosa ne sarà con l’arrivo della Lega, delle numerose cooperative rosse impegnate nella lucrosa accoglienza dei migranti?
Da quando Salvini è diventato Ministro dell’Interno il numero di sbarchi sulle nostre coste è drasticamente diminuito. Quindi niente più necessità di individuare nuovi centri di accoglienza, niente più business dell’accoglienza per chi, fino ad oggi, su questo ha lucrato.
- Il panorama politico è molto fluido: pensa che le elezioni europee del prossimo Maggio influiranno con il loro esito nella consultazione elettorale regionale del 2020?
A livello europeo le elezioni del 2019 possono passare alla storia come una grande opportunità per riaffermare che l’Europa deve fare gli interessi dei popoli e non degli interessi speculativi. Tutti i partiti di massa che affondavano le loro radici nel Novecento perdono voti in tutto il continente.
Lo si è visto in Svezia e ultimamente anche in Germania. Gli equilibri stanno cambiando ma sono convinta che a livello regionale resterà fondamentale e decisivo il rapporto con il territorio. Le persone hanno bisogno di essere ascoltate e noi lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo.
- La Lega prevede compatibili l’unione del centro-destra, oppure essa è solo “alternativa” al modello nazionale del Governo giallo-verde? Sarà quest’ultimo esportabile anche nelle Regioni?
La Lega è al governo nazionale ed è al governo in tante realtà locali, in Regioni, Province, e Comuni e sta dimostrando di mantenere fede alle proprie promesse e di tenere la barra dritta. In ogni luogo siamo determinati per vincere perché siamo e vogliamo essere la forza del cambiamento. Chi ci vorrà seguire su questa strada sarà nostro compagno di viaggio. Al di là delle formule e dei tatticismi.
- Ci sono oltre 200 comuni che si apprestano alle elezioni amministrative di Maggio e il ballottaggio sarà decisivo in molte di esse: la Lega cercherà la priorità nei programmi o nel rafforzamento di una coalizione di forze antagoniste alle sinistre e così vincenti?
I punti imprescindibili del nostro programma di governo sono chiari e li ho già elencati all’inizio dell’intervista. È altrettanto chiaro che siamo alternativi ai governi che per 70 anni hanno amministrato la Toscana. Questi sono i punti fondamentali da cui non possiamo prescindere.
- Il commissariamento regionale della Lega è compiuto: lascerà “autonomia decisionale” alle delegazioni territoriali per la definizione delle alleanze comunali?
Ripeto che la Lega è, e sarà, la forza del cambiamento e deve esserlo a maggior ragione in Toscana. Non esistono formule magiche e valide in ogni situazione e contesto.
- Cosa ne pensa delle “quote rosa” in politica?
Esiste una mentalità vecchia e stantia che riduce le donne a delle poverette svantaggiate che non sanno competere con gli uomini. Niente di più falso! Le donne non sono “panda”, non sono una specie protetta. Ce la fanno da sole.
A Cascina sono donne il sindaco, il Presidente del Consiglio comunale, e nel gruppo consiliare della Lega abbiamo 7 consiglieri donna su 13. Erano 70 anni che non si vedevano così tante donne sui banchi del consiglio. Avanti il merito!
[Alessandro Romiti]