PISTOIA. Continuano ad essere assegnati migranti nella provincia di Pistoia; giungono anche senza la necessaria certificazione medica, che in teoria dovrebbe essere fatta al porto di primo sbarco, cosicché la Questura è lasciata sola ad arrangiarsi nella maggior parte delle pratiche, con i poliziotti che si espongono sempre più spesso in prima persona.
I colleghi , riferisce Andrea Carobbi Corso (segretario provinciale del Sap), devono prelevare i migranti, provenienti dai luoghi di sbarco, nelle zone indicate per lo smistamento, fuori dalla nostra giurisdizione; poi li devono accompagnare in città, dove, svolte le varie, necessarie pratiche – sanitarie, amministrative e di fotosegnalamento –, vengono affidati ai responsabili delle strutture di accoglienza del territorio.
Nella nostra provincia, i migranti, alloggiati nelle circa cinquanta strutture, sono circa 600/700; un numero solo indicativo ed in costante aumento alla luce dei continui sbarchi; a questi dati vanno poi inevitabilmente aggiunti, quelli non censiti per vari motivi.
Ad allarmare particolarmente il Sap, continua Carobbi Corso, è il fatto che gli aspiranti rifugiati politici, giungano talvolta senza alcuna certificazione medica che determini il loro stato di salute; ne conseguono serie difficoltà operative per il personale di Polizia che deve operare le pratiche necessarie agli adempimenti di legge ma anche per tutti i cittadini che a qualsiasi titolo si recano negli uffici della Questura magari per il rilascio del passaporto, per andare in vacanza, o per una licenza o per qualsiasi autorizzazione di Polizia.
La situazione, per i poliziotti, risulta essere sempre più critica; la quasi totalità delle incombenze è scaricata sulle spalle delle singole questure, e dei suoi poliziotti, ed in particolare di coloro che effettuano gli accompagnamenti, i fotosegnalamenti , le varie verifiche ed ovviamente dell’Ufficio Immigrazione, che gestisce le pratiche.
[andrea carobbi corso – sap pistoia]
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