ENNESIMA VITTORIA DEGLI ANTIFASCISTI PISTOIESI: ASSOLTI CRISTIAN BOERI E SIMONE NICCOLAI

La crisi aumenta la repressione ma allo stesso tempo anche le possibilità di cambiamento. Organizzarsi in ogni azienda, scuola e quartiere. Un futuro senza il capitalismo è possibile!

PISTOIA. Con alcuni giorni di ritardo rispetto all’udienza svolta il 28 dicembre rendiamo noto che il processo a carico di Cristian Boeri e Simone Niccolai si è concluso con l’assoluzione in formula piena.

I due compagni, il primo segretario della sezione Pistoia del Partito dei CARC, il secondo antifascista pistoiese slegato da ogni realtà organizzata, erano accusati dagli agenti della Digos Sandro Scaccia e Salvatore Principe, di essere stati gli organizzatori di un presidio non autorizzato svolto in occasione dell’apertura di un covo fascista nel 2015.

Le schiaccianti prove usate dai due agenti della Digos per accusare Boeri e Niccolai erano quelle di averli visti partecipare al presidio e di aver attaccato degli striscioni. Nulla di ciò è valso a dimostrare che i due siano stati i reali promotori dell’iniziativa: non c’è nulla di illegale a partecipare a un presidio antifascista e soprattutto non è vietato esporre bandiere e striscioni.

Come antifascisti riteniamo, comunque, che non debba neppure esserci niente di illegale nell’organizzare presidi contro le forze reazionarie e, pertanto, vediamo con molta preoccupazione i processi intentati contro liberi cittadini impegnati a difendere la Costituzione del 1948.

Emerge in maniera lampante il carattere persecutorio degli agenti della Digos di Pistoia, che a prescindere da come si sono svolti gli eventi hanno accusato in maniera arbitraria i due compagni. Niccolai per essere soggetto riconducibile al locale movimento antifascista, Boeri per la sua militanza nel Partito dei Carc, un’organizzazione politica verso la quale, nel corso degli anni, la Digos e la Questura di Pistoia hanno dimostrato un particolare, quanto immotivato, accanimento.

Con l’acuirsi della crisi del sistema capitalista, entrata nella sua fase acuta e terminale nel 2008 e ulteriormente aggravata dall’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, cresce la resistenza spontanea delle masse popolari per fare fronte agli effetti più gravi e nocivi della crisi. La classe dominate non è più in grado di garantire la coesione sociale che gli ha permesso negli anni passati di contenere il malcontento e l’organizzazione popolare. Il modo in cui sta affrontando l’emergenza sanitaria lo dimostra: i soldi per sostenere le grandi aziende capitaliste e le banche li trova nel giro di una notte, mentre i soldi per i commercianti, per i lavoratori precari e per coloro che a causa delle limitazioni sociali imposte con i DPCM hanno perso il lavoro non ci sono oppure tardano ad arrivare.

A fronte di questa situazione vengono messi in campo tutti gli strumenti repressivi che possono dissuadere le masse popolari dal partecipare alla lotta di classe. Su tutto viene promossa una informazione scorretta che non rende chiara la reale situazione in cui viviamo e chi sono i principali colpevoli; aumenta la diffusione di droghe, alcol, gioco d’azzardo, religioni e diversivi come il modo virtuale per saturare il tempo ai lavoratori; aumenta la repressione che da essere selettiva sta diventando sempre più dispiegata.

Solidarietà a Rosalba

Il 12 gennaio si svolgerà il ricorso in Cassazione a Roma contro le due condanne già subite da Rosalba Romano, accusata di aver pubblicato sul sito Vigilanza democratica, un sito che si occupa di denunciare gli abusi delle forze di polizia, un articolo dove veniva descritto il carattere violento usato dal XII° Reparto Mobile di Bologna in occasione delle loro azioni repressive. L’attacco a Rosalba si combina con altri attacchi repressivi che si stanno susseguendo nel nostro paese: dalla condanna a due anni di carcere alla militante NO TAV Dana Lauriola, alla conferma della sorveglianza speciale a Eddy Marcucci, non per crimini commessi ma per una presunta pericolosità sociale.

Stessa cosa sta avvenendo nella nostra città, dove una parte delle forze di polizia sta prestando il fianco alle peggiori operazioni speculative dei capitalisti, tentando con ogni mezzo di fiaccare la resistenza spontanea delle masse popolari che si organizzano. Esempi come il comunicato del sindacato militari SIULM(vedi:https://www.sindacatomilitarisiulm.com/2020/11/04/carabinieri-poligoni-e-esercitazioni-di-tiro-in-tempo-di-corona-virus/), su poligoni ed esercitazioni di tiro in tempo di Covid, ci fa ben sperare sulla possibilità che all’interno di questi istituti non tutti siano disposti a sacrificare la giustizia e la Costituzione Italiana per un po di prestigio e per fare carriera.

Negli ultimi 10 anni la locale Digos di Pistoia non solo ha messo in campo un attacco capillare e continuativo verso tutti i militanti del Partito dei CARC, ha provato anche a fargli attorno terra bruciata minacciando e intimidendo tutti coloro che di volta in volta si avvicinavano all’organizzazione.

I motivi di questo continuo accanimento sono dovuti all’analisi che il Partito dei Carc ha fatto sulla crisi del capitalismo e alla linea adottata per costruire un governo di emergenza che poggia sulla mobilitazione e sul protagonismo delle Organizzazioni Operaie e Popolari. Avere un progetto concreto su come promuovere la mobilitazione e l’organizzazione della classe operaia, affinché lotti per trasformare l’attuale sistema di produzione capitalista in un sistema che produce solo quello che serve e dove la produzione di beni e servizi non è legata al profitto di un singolo individuo è il motivo di tanto accanimento nei nostri confronti da parte degli agenti più aguzzini della classe dominante.

Questi esempi repressivi sono la tipica espressione di un sistema statale che non riesce più a gestire nel modo in cui lo ha sempre fatto le contraddizioni tra chi per vivere deve lavorare e chi invece vive dello sfruttamento del lavoro altrui. Un sistema democratico oramai in putrefazione che da una parte produce soltanto miseria e devastazione, dall’altra favorisce il risveglio e l’organizzazione di strati crescenti di masse popolari che a cento anni dalla fondazione del PCd’I (1921 – 2021) sono chiamate a fare ulteriori passi in avanti nella realizzazione dell’opera che la classe operaia e i comunisti del secolo passato non sono riusciti a portare acompimento, fare dell’Italia un nuovo paese socialista.

Sezione Pistoia del Partito dei CARC

Print Friendly, PDF & Email