epigastralgici bipolari. IL BENESPERI CHIEDEVA RISERVATEZZA E NEL FRATTEMPO LA VIOLAVA INSIEME AL SUO COMPARE AGNELLONE

Il diavolo “fa le pentole, ma non i coperchi” e gli amministratori di Agliana, così maltrattati da noi di Linea Libera, hanno cominciato a inciampare in tutti i sassi delle loro false testimonianze e delle calunnie dinanzi a cui la procura di Pistoia si è inchinata come i Re Magi nel presepe


 

Avvisati dell’arrivo del Comune di un giornalista ficcanaso, i due organizzarono un agguato in portineria…

 

PISTOIA-AGLIANA. La consultazione degli atti del primo procedimento penale a carico dell’assessore Ciottoli (il secondo è ancora sul tavolo dei Pm) per l’aggressione a chi scrive, è una fonte generosa di ipotesi di reato commessi in 10 minuti. Ne abbiamo contati una decina con ben quattro protagonisti, non tutti identificati, dal testo degli interrogatori dei testimoni, dai “diversamente solerti” sostituti procuratori del terzo piano del palazzo di hiustizia.

“Ora l’abbozza di scrivere”, diceva il Ciottoli alla vigilA Vilucchi, dopo avermi aggredito all’interno del palazzo comunale di fronte al primo pubblico ufficiale (il sindaco), che rimase indifferente dinanzi alle escandescenze dello “squadrista” con un comportamento inammissibile per un ufficiale di pubblica sicurezza qual è un sindaco.

Commettendo un fatto gravissimo, come gli farà notare la stessa agente Vilucchi che, incaricata di fare le copie dei video e di secretarle, ne farà una copia in più per metterla a disposizione dei due (Bernesperi e Ciottoli), ponendola nel suo armadietto personale. Il direttore Bianchini osserva che, secondo lui, tutto questo sa di laido marciume mafioso.

La diffida del sindaco ai suoi dirigenti del 1° settembre: chiede la massima segretezza. Per sé hanno una copia illegale fatta dalla solerte vigilA Vilucchi…

Così la copia illegale del video dell’aggressione, sarà messa a disposizione esclusiva dei due protagonisti del “disegno criminoso” che avranno così la possibilità di controllare, in via preliminare rispetto all’interrogatorio, l’esatta dinamica dell’agguato, onde tentare una maldestra manipolazione della narrazione dei fatti per come avvenuti.

Adesso la segretaria generale Aveta lo aprirà un fascicolo disciplinare a carico di chi ha violato “il segreto d’Ufficio”? E Coletta & C. si degneranno, secondo il loro preciso dovere, di mandare a processo questi «pirati» della pubblica amministrazione o no?

Ciottoli, poi, scriverà alla sua fedelissima Vilucchi “… tanto c’ho l’Alduini e il sindaco”, alludendo al fatto che testimonieranno a suo favore, convinto che, al momento giusto delle testimonianze alla Pg, “canteranno all’unisono”. Ma si è sbagliato. Che farà la procura? Lo salverà comunque per «prossimità sociale»?

Il Ciottoli confessa alla Vilucchi di avere chiuso la porta in faccia al Romiti, commettendo un atto di violenza privata

A Ciottoli e Benesperi – ma anche alla procura – è il caso di ricordare che è difficile suonare un’opera sinfonica se gli se gli strumenti suonano ognuno per suo conto e secondo un altro spartito.

I due politici (?) consociativisti e dell’inciucio per il momento sono in attesa di giudizio (Benesperi è ancora “sospeso” dinanzi al Gip per le ipotesi di reato commesso nella circostanza indeicata) e possono solo confidare sull’inerzia – o incompetenza o «prossimità sociale» – dei Pm, che sembrano incapaci di capire l’italiano verbalizzato e/o essere privi delle basilari competenze logico-argomentative per le valutazioni connesse ai riscontri e alla comparazioni tra i diversi verbali in mano ai magistrati pistoiesi.

 

Segretaria della «legge del no»

Le risposte alle richieste di accesso agli atti sono monotonali: il “no” è la regola nell’amministrazione pedritiana, quella del cambiamento e del new deal che doveva differenziarsi da quella insopportabile di 75 anni di comunismo senza riprendere fiato.

La dottoressa Paola Aveta. Nega tutto a tutti e protegge il mai-comandante Andrea Alessandro Nesti

E mentre la segretaria generale Aveta “nega” a refe nero ogni richiesta di “accesso agli atti”, ai consiglieri comunali e ai giornalisti stessi aggrediti, minacciati e con tanto d’agguato (camorrista: non dimenticatelo), violentati privatamente (chi scrive) e diffamati, è dalla sua scrivania che spariscono – se non li ha addirittura consegnati lei – delle lettere riservate del direttore Bianchini che ricompariranno nella millesima e più delirante querela del mai-comandante dei vigili, Andrea Alessandro Nesti. E questo nella più assoluta benevola indifferenza degli ex colleghi della procura che trattano il Nesti come se non fosse incompatibile con loro data la sua «prossimità sociale» creatasi in 4-5 anni di servizio del mai-comandante come vice procuratore onorario dipendente del terzo piano del tribunale.

Come faranno a giustificarsi i due «lesti fanti» di Agliana? Rettificheranno le dichiarazioni rese alla polixia giudiziaria, confessando automaticamente di essere falsi testimoni quali in realtà sono? O chiederanno l’infermità mentale o presenteranno dei nuovi certificati di medici compiacenti, pronti ad attestare, sotto loro esplicita richiesta, la loro incapacità di ricordare i fatti?

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it
]


COSÌ LA GIUSTIZIA A PISTOIA

 

Tommaso Coletta

Che la dottoressa Aveta protegga il mai-comandante Nesti, è un fatto certo e documentabile da atti ufficiali del Comune.

Che la dottoressa Aveta violi continuamente le nome della legge 241 sull’accesso agli atti, è un fatto certo e documentabile da atti ufficiali del Comune.

Che la dottoressa Aveta sia protetta dalla procura di Pistoia è un fatto altrettanto certo e documentabile dalle stesse decisioni assunte dalla sostituta Linda Gambassi (n. 1993/20 r.n.r. – mod 44) e dal Gip che ha accolto la tesi-Gambassi.

Tutto questo nella più totale inerzia del procuratore capo Tommaso Coletta.

e.b.


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