Nel caldo di questi giorni riaffiora la curiosa corrispondenza mail (ignorata dal giudice Luca Gaspari) che nel 2018, l’allora consigliere Luca Benesperi, inviava a Alessandro Romiti, chiedendo aiuto e supporto per il suo progetto politico. Ma… fatta la grazia, gabbato lo santo. Così, dopo l’ebrezza della vittoria, arrivarono false epigastralgìe e le ruminazioni notturne causate – hanno sostenuto – dalla malvagità criminosa di Linea Libera
Senza (altre) parole

PISTOIA-AGLIANA. Ecco un estratto di una piccola parte dell’archivio delle mail che il sindaco Luca Benesperi scriveva nel 2018 al nostro cronista Alessandro Romiti.
All’epoca, il sindachino, non aveva le false – e lo sottolineo: false – epigastralgìe certificate (giustamente) dal suo pediatra Guglielmo Sforzi. E non soffriva neppure di ruminazioni dovute alla turbante lettura di Linea Libera.
È bene ricordare – cosa che il tribunale non ha saputo o voluto fare in sede processuale – che tali certificazioni mediche risultano sempre stilate su semolici dichiarazioni spontanee del paziente, dal dirigente psichiatra Riccardo Dalle Luche.
All’epoca il Benesperi, da vero Capitan Fracassa, criticava anche Davide Scatragli, ex sindaco di Montaler, per non aver “rovesciato il Comune come un calzino”: lui, sosteneva, l’avrebbe fatto! Salvo poi ricredersi ad Agrumìa e piegarsi alle convenienze del consociativismo al babà.
Interessante la risposta del consigliere Benesperi, a commento alla mail dell’allora delfino di Giancarlo Noci, Federico Ferretti Giovannelli, poi sottoposto a frustranti discriminazioni antileghiste in giunta dal trio Ciottoli/Benesperi/Aveta.

In queste altre due mail Benesperi propone un chiaro e genuino parere sulla Procura della Repubblica (allora guidata dal Paolo Canessa), ma presso la quale erano stati depositati diversi esposti per la malagestio dell’inceneritore, oggi proposti alla archiviazione di un procedimento riunito.
Ce n’è anche per l’allora prefetto Angelo Ciuni, che chiudeva gli occhi sulle sistematiche violazioni assicurate dall’ottimo commissario politico Rino Fragai.
Ma molto bellina è la mail nella quale l’allora consigliere Benesperi/Capitan Fracassa – non ancora disturbato dalle turbe psicofisiche dei delinquenti di Linea Libera perseguitati da Claudio Curreli – esprimeva il suo genuino parere sugli uomini della Lega.
I lettori, potranno dunque avere – grazie al nostro archivio storico – una rassegna genuina dell’attuale pensiero benesperico, peraltro fondato su documenti consolidati e genuini, perché formati su una collaborazione sincera e amichevole con Alessandro Romiti, vilmente pugnalato alla schiena con denunce infami, calunniose e per le quali, avrete da leggervi delle ricche pagine nel corso di questo autunno-inverno.
Non se ne esce meglio il vicesindaco Baroncelli che, sappiamo, è sofferente ma reticente per questa surreale situazione, alla quale si trova costretto per mera (in)degnità politica e rispetto alle indicazioni imposte dal senatore La Pietra: un altro inciucista che ci disse – e lo disse a noi, con un testimone (era il luglio 2019 al Bar Bohero) – «I magistrati, lasciamoli stare, viste le vicende aperte sulla montagna pistoiese». Si riferiva al sindaco di Abetone, poi rinviato a giudizio.
La storia dimostra come la politica fatta con i partiti nazionali sia gravemente malata, anzi moribonda
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
GIUSTIZIA A TESTA BASSA
Ha fatto male il giudice Luca Gaspari a ordinare la copia forense del cellulare sequestratomi illegalmente da Claudio Curreli e Patrizia Martucci.
Peggio ancora ha fatto il sostituto Giuseppe Grieco a dichiarare a verbale di aver visto e consultato tutto quello che c’era nel mio cellulare. Le cose più importanti gli sono sfuggite tutte.
Fra queste il fatto – incontestabile – che Benesperi è sempre stato ammalato di diarrea e non solo (ruminazioni pure) sin da molto prima di essere stato fatto oggetto di stalking, violenza privata, estorsione e… mettiamoci anche il famoso “ginocchio della lavandaia” come ha scritto e fatto scrivere calunniosamente dalle avvocate che hanno incautamente applaudito alla nostra condanna.
Meglio era se la procura di Pistoia, invece di partire a testa bassa come i tori di Pamplona, senza fare serie indagini e col solo scopo di realizzare un film di successo e di cassetta, avesse perseguito (cosa che non ha assolutamente fatto) l’affermazione della giustizia, della verità e della legalità in tutta quella massa di scompisciate querele dal ragionier non-dottor Romolo Perrozzi in giù.
Domani, quando si verrà a sapere che Benesperi era cliente abituale di Careggi ancor prima che noi lo perseguitassimo, che figura faranno, in procura e in tribunale, dinanzi alla incontestabile certezza della copia forense ordinata proprio dal giudice Luca Gaspari che ha voluto condannarci senza ricercare la verità?
Io non vorrei proprio essere in loro: ne morirei per la vergogna. Posso esprimere una mia opinione personale, vero?