epigastralgìe comunali. CONTRARIAMENTE A QUANTO HA FALSAMENTE DICHIARATO AI GIUDICI, IL SINDACO BENESPERI LE ‘RUMINAZIONI’ NON LE PATISCE, LE FA VENIRE AGLI ALTRI

Ora è toccato a Silvio Buono. Che ha ragione in ciò che dice, perché quei due lì sono assolutamente inaffidabili, incapaci, parolai, mentitori anche sotto giuramento in aula, falsificatori di dichiarazioni e di malattie…



SILVIO BUONO SI DIMETTE

MESSO L’HAN TROPPO ALLE STRETTE


Revised – October 29, 2022 • 9:02:46 AM

Silvio Buono è disgustato dal trattamento-Benesperi

 

Anche Silvio Buono, ex-Lega e ora civico di Agliana, ha avuto l’assaggio della irresponsabilità politica e umana di Luca Benesperi.

Partito tre anni fa con l’ambizioso programma di arare il campo del Pd aglianese, diventato duro come il cemento della diga di Assuan dopo 70 di malgoverno comunista, questo laureato in legge, sindaco per caso, che non si rende neppur conto che mentire sapendo di farlo contro la realtà dei fatti, è calunnia (pur essendo sempre stato vittima di problemi sin da ragazzo, ha convinto i magistrati di Pistoia a dargli retta senza verifiche sulle sue costanti malattie del tubo digerente, scarichi di diarrea compresi); questo bimbetto, dicevo, corto di statura politica e morale, ma arrogantello e divenuto ancor più tale grazie alla vicinanza non benefica della sua segretaria generale: costui pur di stare “con il mestolo in mano”, ha tradito prima noi di Linea Libera, che lo avevamo aiutato a salire sul seggiolone/girello, e successivamente i suoi alleati della Lega, disfatti dall’incompetenza politica della segretaria Sonia Pira e, soprattutto, dal manovramento della Pira stessa posto in atto dal meloniano senatore La Pietra, un illustre favoritor d’inciuci alla maniera neo-democristiana.

Se si dovesse dire chi è che governa Agliana – anche se questo non piacerà punto a Claudio Curreli o a Giuseppe Grieco, ma men che mai al giudice Luca Gaspari – sarebbe un vero affar serio: e dovremmo propendere per una soluzione anomala e politicamente scorrettissima.

Ad Agliana vanno avanti gli Agnelloni-Ciottoli che reggono il gioco agli epigastràlgici calunniatori e mentitori come Luca Benesperi.

Ditelo pure in giro, perché questa è la realtà. Se arrivano querele, pace e amen. Ci rimettiamo fiduciosamente alla divina volontà degli dei della procura. Loro sono ispirati e infallibili: decidono i vincitori e i vinti non in base alle evidenze e alle risultanze dei fatti, ma sulle vibrazioni astrali dei fascicoli che custodiscono i capi d’imputazione, dai quali – imponendo sopra le mani – per osmosi “traggono gli auspici” (citando Foscolo) e desumono i sommersi e i salvati per incorporea ispirazione osmotica. E guai a chi non si chiama Turco!

Ciottoli, il cosiddetto anche Segatura, pende dalle labbra della segretaria Aveta – portata soprattutto a non rispettare le più elementari regole della buona amministrazione. Se vuole può querelarmi anche lei, ma ne dubito assai: è troppo più navigata del duo di FdI – non Fratelli d’Italia, ma Falsari dell’Informazione.

Ovviamente, data la sua innata capacità e inclinazione a fare non il politico, ma il cuoco – perfetto con le bistecche e le linguine alla bottarga, quando non complottava con la vigila Vilucchi per manipolare l’andamento dei vigili di Agliana –; Maurizio-Segatura si è assunto il compito di tenere e a bada il bimbo adottivo, mettendogli, appunto, il mestolo in mano. Ma solo all’apparenza. Gli dia anche un coperchio, qualche volta: così il Benesperi può divertirsi a suonare il tamburo – non di venerdì sera, però: perché è il giorno sacro delle pizze con gli amici a Prato. Allora, alla falsa epigastralgìa che vanta come una vittima dei malvagi, non fa male neppure tutto l’acido ossalico contenuto nei pomodori della Margherita.

Agrùmia olio, aglio e peperoncino

Così va il mondo e così vanno la politica e l’amministrazione in Italia e ad Agrùmia, Comune che ha tenuto per 15 anni un comandante dei vigili, protetto a oltranza dal partito dominatore e non solo, nel più rigoroso rispetto del disprezzo per il Tar, per il Consiglio di Stato e per la corretta amministrazione friendly verso il popolo lavoratore.

Noi di Linea Libera abbiamo già avuto il nostro premio dai due fasulli eterodiretti alla guida di Agliana.

Siamo stati generosamente pugnalati alla schiena da due avventurieri di infimo calibro e ci siamo visti condannare a capocchia perché abbiamo distrutto due fiorellini di serra: e dobbiamo dire che, dalla procura in giù, ci sono cascati tutti con quei due scugnizzi della calunnia a buon mercato.

Ma questo è successo non perché tutti quelli che hanno dato loro ragione, siano scemi: ma unicamente perché faceva loro comodo credere di poter togliere di mezzo noi pericolosissimi cronisti che scoprivamo le mele a tutti e senza pietà.

Ora è toccato a Silvio Buono. Che ha ragione in ciò che dice, perché quei due lì sono assolutamente inaffidabili, incapaci, parolai, mentitori anche sotto giuramento in aula, falsificatori di dichiarazioni e di malattie.

Personalmente mi spiace per il sostituto Grieco, scandalizzato del fatto che avevo diffuso il soprannome di Benesperi, il molto espressivo ed efficace cacaiola.

La verità storica, però, è quella che è. E, dai difetti fisici, non di rado nascono perfino i cognomi: vedi Sordi, Zoppi, Ciechi, Puzzo, Puzzoni, Guerci, Guercini, Straccioni, Porcelli, Uggiosi, Storti, Idioti, Tonti etc… Sono cognomi veri, non inventati.

Cacaiola, del resto, è la diretta conseguenza del suo problema: ma ha spinto i “perbenisti della giustizia” a scandalizzarsi di niente, dato che la verità è sempre la verità e, quindi, non è niente di male.

Infatti, se in procura, invece del facile copia-incolla, avessero svolto le indagini come dovute – cosa che potranno essere costretti a fare in séguito, viste le telefonate registrate sul mio cellulare illegalmente sequestrato, ma fortunatamente sottoposto a copia forense dallo stesso giudice Luca Gaspari –, avrebbero scoperto che Benesperi era affetto da sempre dalla notissima sindrome della storia cantata da Riccardo Marasco in Vita, morte e miracoli di Luca Cava.

Silvio, dammi retta. Visto che nessuno ti ascolta e che l’epigastràlgico ti percula, tògligli l’appoggio e fallo andare a terra direttamente. Sì che si conci il viso come merita un calunniatore col suo giannizzero a sua volta calunnione e falso testimone in aula dinanzi a Gaspari.

Insomma, Silvio, fa’ quel che loro sanno fare al meglio. E come, un tempo lontano, mi scrisse un grande collega italianista dell’Università di Parma: «Màndali a cacare!». Dàmmi retta.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Non sarà un lessico continente come quello della Boldrini, ma di sicuro un’analisi veritiera e alla Montanelli lo è. Se mai cucinata in salsa di Crozza, sàpida e giustamente satirica, irriverente e scòptica…


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