ermengarde. «PARLATEMI DI DIO: SENTO CH’EI GIUNGE» OVVERO COME PERCULARE LETTORI ED ELETTORI MOSTRANDOSI PII, MITI E LEGALITARI

Gli antichi, che pur “mangiavano le foglie e buttavano i fichi”, avevano le idee chiare. Sapevano, come afferma Adelchi, che nel mondo «gran segreto è la vita» e che «loco a gentile, ad innocente opra non v’è; non resta che far torto, o patirlo. Una feroce forza il mondo possiede, e fa nomarsi dritto». Ma sotto l’ombra del diritto e della legalità, quante porcherie si celano, signori giuristi padroni delle vite altrui!


Sul Montalbano devastato dal Comune di Quarrata, ente caro alla procura pistoiese, per piagnucolare si usa il verbo frincare, evidentemente concorrente del più noto frignare


SERVE DAVVERO ALLA POPOLAZIONE

IL TESTO SACRO «LA COSTITUZIONE»?

AL SOL VEDERE QUANTO ELL’È IGNORATA

ERA L’ISTESSO SE NON ERA NATA!


 

Certo che la verità deve dare proprio noia se tutti quelli che la rincorrono finiscono in galera

 

Il mondo è pieno di “galli della Checca”. Questo detto è preso dall’Elisir d’amore, di Gaetano Donizetti, opera in cui si canta che “il gallo della Checca tutte vede e tutte becca”.

Significa ostentare grande baldanza; ed anche essere impertinenti. Oppure, ancora, darsi arie da irresistibile seduttore. Un po’, come in questo caso, il megadirettore del Corriere, giornale che fiancheggia tranquillamente la sinistra radical degli eletti di Dio con sacchi di € in soffitta.

La ragione si dà ai bischeri, si dice sul Montalbano. Ovviamente per contentarli e farli sentire coccolati e protetti – sostanzialmente per fare come ci pare e andare loro in quel posto.

Il tono bonario e paternalistico di Fontana mi ricorda il famoso aneddoto del giudice che ascolta le due parti e, all’una dopo l’altra, ripete: «Hai ragione». Hanno ragione sia l’attore che il convenuto. E quando il figlio del convenuto, presente in aula, obietta al giudice, dalla sua fanciullesca bocca della verità, che non è logico che possano avere ragione sia l’attore che suo padre convenuto, il giudice esclama a suggello: «Bravo! Hai ragione anche tu!».

«Quando le cause riguardano poteri costituiti – scrive Fontana – le difficoltà tendono a moltiplicarsi».

Vi ricordate cosa scrisse la Gip Patrizia Martucci quando, sull’onda emotiva di un Claudio Curreli che lavora a favore dei clandestini, di un ragionier non-dottor Perrozzi e di Andrea Alessandro Nesti mai-comandante dei vigili di Agliana, o di due calunniatori seriali come Benesperi e Ciottoli di Agrùmia, decise – sbagliando tutto e (a mio parere) sapendo di sbagliare – di infliggermi 104 giorni di arresti domiciliari della vergogna?

Ve lo rammento. Scrisse che lo stalker, che sarei io, non mostrava alcun rispetto nei confronti delle famose (e non di rado immonde) «autorità costituite».

CURRELI CHIESE GLI ARRESTI. E io fui redarguito e punito perché non mostravo alcun rispetto nei confronti delle «autorità costituite»!

Luciano Fontana lo sa come funziona il mondo, perché al Corriere aiutano ogni giorno il mondo a funzionare così com’è. Fermo restando che contentano i lettori dando loro ragione: il che, per tornare al Montalbano, è ciò che si dà regolarmente ai bischeri per poi commettere nefandezze a sfare.

«Se le critiche diventano automaticamente diffamazione – conclude pacatamente Fontana – i diritti di chi scrive e di chi legge, e forse [ma non è sicuro… – n.d.r.] anche la democrazia sono in grave pericolo».

In altri termini èccoci dinanzi alla scoperta dell’acqua calda o del famoso tagliabrodo automatico caro al mio professore, Ugo Noferini, ai tempi della scuola media a Poggio a Caiano.

Il problema è che l’Italia è piena di manzoniane Ermengarde che vogliono che si parli loro di Dio perché sentono ch’Ei giunge. Ma è solo per finta.

Provate a suggerire a Fontana, a Gramellini, a tutti i suoi cortigiani meneghini (ma anche a Belpietro e al suo staff della Verità, o a Libero o a Il Giornale) di scendere a Pistoia per parlare con la piramide della procura di Tommaso Coletta: vedrete sùbito come stanno realmente le cose.

Giuseppe Grieco, sostituto e facente funzione, ideatore degli «Untouchables» credo, a distanza di anni dall’operazione, che abbia sbagliato i soggetti da mettere sotto la lente d’ingradimento. Voi che ne dite?

Fra il muro di omertà degli avvocati che preferiscono non aver grane coi giudici; l’obbedienza prona di certi discutibili signori della polizia giudiziaria; il silenzio colpevole dei cattolici che fanno finta di non vedere per non aver grane su Vicofaro e i suoi sconci; i politici che invece di vigilare sui diritti costituzionali tirano in silenzio (ma si leccano i baffi) stipendi ed emolumenti, che non gli costano poi tanto sudore quanto agli spaccapietre della cava di arenaria della fu ditta Attucci di Montorio che ha lastricato l’intera Pistoia; i non-giornalisti di un albo toscano che pare (e forse è) una specie di circolo del Pd, le «autorità costituite» della Gip Patrizia Martucci diventano dei veri e propri Moloch: intoccabili e vogliosi di umani sacrifici.

Che siano amministratori vergognosi, ignoranti e indecentemente prevaricatori, o giudici medesimi in persona, convinti di poter fare di tutto perché, con l’okkupazione del potere garantìtagli dalla sinistra, si sono creati una vera e propria gabbia de fero, tutti mischiati e tutti fieri di appartenere a una Anm, associazione nazionale magistrati, che qualcuno dovrebbe spiegarci quale scopo abbia, dal momento che loro, visti da vicino, sono semidei se già per Costituzione sono intangibili e infrangibili: la realtà non cambia per il ladruncolo che prende 10 anni di galera per aver rubato qualche pezzo di cacio e otto salsicce a Sassari.

È questa l’uguaglianza imposta dal famoso articolo 3 che permette a Claudio Curreli di operare anche contro lo stato che lo paga; e che consente a Luca Gaspari, giudice che non legge ma decide a corpo e non a misura di infliggermi 2 anni e 10 mesi di carcere perché ha in mano tutte le prerogative del faraone d’Egitto che ordinava allo scriba di chiudere i decreti con la famosa formula «così sia scritto e così sia fatto» come Yul Brinner nei Dieci comandamenti di Cecil B. DeMille?

Ecco. Ora provate a invitare i giornalistoni di Milano a Pistoia per mettere il naso nella terra dei Turco e degli Aveta. E se vi rispondono che “avete ragione”, preoccupatevi.

Perché vuol dire che vi stanno prendendo per il culo come Fontana.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]



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