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PISTOIA. Chi scrive è sinceramente preoccupato per la sorte del collega giornalista Gabriele Del Grande, su quale oggi è uscito anche un banner giallo su video della Rai 3 che ha rilanciato in etere le dichiarazioni dei familiari preoccupati, ma non troppo.
Hanno ragione a non esserlo: Erdoğan è un despota, ma mica è imbecille come certi integralisti islamici. Lui il fanatismo lo controlla e lo amministra, come con una carota e il bastone, soprattutto quando dispone di un sequestrato di nazionalità di uno Stato membro dell’Ue.
Siamo sicuramente preoccupati non per la sua sorte, ma per l’infausta esperienza culinaria che la tenerissima sorella di Gabriele gli ha promesso nella dichiarazione alla stampa, in previsione del suo rientro imminente: una cena sociale in paese per il suo benvenuto, rigorosamente vegana!
Dopo le migliaia di nastri gialli con il nome dell’altro compatriota Giulio Regeni, presto assisteremo alla riproposizione di minori – ma qualitativamente medesimi – striscioni pendenti fuori dai palazzi comunali con l’asterisco e il nome “Gabriele”, all’insegna della rivendicazione di una pretesa di idealismo astratto di tutela di comportamenti semplicemente spericolati o scriteriati (nel senso che sono senza un criterio di utilità concreta nel nostro sciagurato Paese).
Si deve sapere – e chi scrive lo sa perché lo ha fatto visitando l’Eritrea – che la visita in un Paese dove sussiste un regime militare e non uno Stato di diritto è un’esperienza a rischio sempre e lo è specificamente per coloro che fanno i curiosi.
Bene farebbe il Presidente dell’Ordine Carlo Bartoli a fare un corso ai giornalisti specificamente dedicato alla comprensione esatta delle differenze che sussistono tra un despota dittatore criminale e una democrazia parlamentare o presidenziale: sembra infatti conclamato che molti non lo sanno affatto.
Altrimenti, si rischia di venire travolti dall’onda dell’emergenza per il recupero dello “spericolato avventuriero”, pagando gli estortori con riscatti milionari di denaro pubblico.
Pretendere di andare a rivendicare impunemente i diritti calpestati e negati di masse che sono schiacciate da un regime dittatoriale del momento storico, è un’azione eminentemente spericolata: soprattutto se si ha in tasca un passaporto di altri Paesi e siamo giornalisti.
Comunque, un appello ai familiari: fategli trovare una bella rosticciana di maiale in onore di certi integralisti!
[Alessandro Romiti]