PISTOIA. Simona Selene Scatizzi, membro della segreteria comunale Pd con delega all’istruzione, interviene in merito al Piano di Edilizia Scolastica.
La stragrande maggioranza degli edifici scolastici di questo Paese, e, pertanto, della nostra Provincia e del nostro Comune, necessitano di interventi urgenti di ogni tipologia: #scuolenuove #scuolesicure #scuolebelle. È un dato, purtroppo, inconfutabile.
4.400 sindaci hanno risposto alla lettera aperta indirizzata loro dal Presidente del Consiglio il 3 marzo scorso, nella quale si chiedeva di indicare per ogni territorio una emergenza (specificando la scuola scelta, il valore dell’intervento, la modalità di finanziamento prevista e i tempi di realizzazione).
La nostra amministrazione comunale ha scelto di intervenire su parte del plesso dell’Istituto Cino da Pistoia – un prefabbricato del 1967 ormai inagibile dal punto di vista statico e pericoloso per la presenza di amianto – dopo aver valutato il rapporto fra rilevanza, urgenza e importo dei costi dell’opera. Ha quindi provveduto all’invio del modulo relativo al progetto nei tempi richiesti dal Governo e secondo le modalità divulgate dall’Anci.
Nel comunicato del Governo del 4 luglio, che accompagna il piano delle risorse finanziarie stanziate, e che ci vede esclusi, si apprende che per la tipologia di intervento di costruzione e grande manutenzione di edifici scolastici (#scuolenuove), è stato privilegiato, in questa prima tranche della manovra, lo sblocco delle risorse legate al patto di stabilità 2014 per un valore di 244 milioni, mentre ulteriori 300 milioni sono in attesa di essere sbloccati nel 2015. I progetti di intervento di edilizia scolastica immediatamente cantierabili e finanziabili completamente con fondi propri di questo tipo – specifica la nota governativa – «sono stati tutti accolti nei Dpcm firmati dal Presidente». Mentre si legge che «per gli altri sindaci che – rispondendo all’appello del governo – hanno chiesto finanziamenti o lo sblocco del patto per interventi che inizieranno nel 2015, si aprirà una nuova possibilità con il prossimo Documento programmatico di economia e finanza e con i mutui in fase di attivazione con oneri a totale carico dello Stato».
Il Cipe nella seduta del 30 giugno ha provveduto già, invece, ad assegnare al “Piano Scuola” per lavori di ristrutturazione, riqualificazione energetica, messa in sicurezza e piccola manutenzione degli edifici (#scuolesicure e #scuolebelle) una quota di finanziamento effettivo proveniente dalla riprogrammazione 2014-2020 del Fondo di Sviluppo e Coesione (510 milioni), in aggiunta alla quota parte di risorse che proverrà dal Decreto del fare, che assegna alle Regioni i fondi da trasferire agli enti locali (122 milioni), e dai progetti finanziati dal Ddg 267 del Miur (40 milioni).
Questo in estrema sintesi il quadro riassuntivo della complicata opera di reperimento e ripartizione degli investimenti che ha interessato il piano di edilizia scolastica nella sua fase di avvio.
Resta l’amarezza di non avere avuto immediata soddisfazione, come tutti gli altri capoluoghi toscani, per il progetto presentato dal nostro comune.
Ritengo di dover fare alcune considerazioni, che credo abbiano pesato su questo risultato: lo stanziamento da parte del Governo di risorse inferiori (1 miliardo e 98 milioni) rispetto a quelle inizialmente dichiarate allocabili (3,5 miliardi); i criteri di preferenza dei progetti non ancora resi noti alla data di scadenza fissata per il loro protocollo; la mancanza di una chiara specificazione, successiva alla lettera aperta ai sindaci, sulle diverse tipologie di interventi per i quali si prevedevano possibili investimenti, che di fatto potevano permettere di seguire anche una strategia di richieste diversificata.
Mi auguro, però, come auspicano i nostri rappresentanti locali in Parlamento, che il progetto di demolizione e ricostruzione dell’immobile dell’Istituto Cino, sia per lo sforzo economico di cofinanziamento da parte dello Stato, sia per l’importanza e l’urgenza che l’intervento richiede – sicuramente a livello nazionale non l’unico fra i progetti presentati ed esentati da questa prima fase del Piano ad avere tali caratteristiche – sia fatto oggetto di una solerte e successiva presa in carico nel Piano di edilizia scolastica del Governo, non appena la seconda fase prenderà in esame i progetti che prevedono, come il nostro, l’investimento combinato di risorse provenienti dallo sblocco del patto (1 milione per il biennio 2015-2016) e dal finanziamento statale diretto (2,5 milioni).
Simona Selene Scatizzi
Membro della Segreteria Comunale Pd con delega all’Istruzione