PISTOIA. Qualcuno lo definisce il destino dei tifosi della Pistoiese, qualche altro ci scherza sopra, sdrammatizzando. Certo è che essere supporter arancioni è proprio un “mestieraccio” perché non si è mai tranquilli, neppure negli anni vincenti come parrebbe questo 2014.
La squadra domina il campionato di serie D in lungo e in largo? Il vero tifoso della Pistoiese non gioisce o perlomeno non troppo pensando a quel che verrà, alla prossima stagione agonistica, alla possibilità che ancora una volta qualcosa o qualcuno si metta di traverso.
Ne ha vissute tante per essere sereno, specie negli ultimi 10-15 anni, un continuo saliscendi, un ottovolante d’emozioni di cui avrebbe fatto volentieri a meno. L’aficionado allora è diventato diffidente; caloroso, in verità, come a Firenze, Pisa o Livorno non lo era stato mai, ma fedele e presente sì. Adesso è titubante pure sulla presenza allo stadio, alle manifestazioni collaterali… è inutile, ha timore di restare per l’ennesima volta deluso da chi magari dice di avere nel cuore l’arancione e nel cuore non ce l’ha.
Mancano ancora 7 partite alla fine della stagione, attenzione a dare per concluso il torneo, fa bene ad ammonire tutti Massimo Morgia, coach/filosofo del bel gioco e della vita; ma il sostenitore arancione pensa già alla questione irrisolta dello stadio Marcello Melani oppure si spinge persino all’onerosa fidejussione per la futura iscrizione al campionato di serie C unificata.
Pensa, si tormenta, sta male, come direbbe Morgia non sa essere contento del presente, non sa apprezzare il gusto della vittoria. In questa storia hanno ragione un po’ tutti. Resta il fatto che chi a Pistoia ha visto persino i morti resuscitare (ad arte), beh non sa proprio più a che santo votarsi.