EVARISTO PACINI: IMPEGNO, PASSIONE, UMILTÀ

Evaristo Pacini. La cerimonia di intitolazione del parco pubblico
Evaristo Pacini. La cerimonia di intitolazione del parco

PIEVE A NIEVOLE. [a.b.] È stato intitolato alla memoria di Evaristo Pacini lo spazio verde pubblico attrezzato di via F.lli Cervi in località Via Nova. Pacini, ex impiegato Breda, morto all’età di 58 anni nel 2008 è stato tra i fondatori della Polisportiva Via Nova di Pieve a Nievole e allo stesso tempo si era impegnato molto per diffondere lo sport e il calcio che aveva seguito sia nel settore amatoriale che da dirigente del Comitato Uisp della Valdinievole.

In occasione della cerimonia istituzionale – svoltasi nei giorni scorsi – a cui hanno preso parte Gabriella Parlanti e Diego Pacini (familiari di Evaristo) oltre agli amici – ex sindaci Massimo Alamanni, Salvatore Pomponio e Riccardo Cardelli il sindaco di Pieve a Nievole Gilda Diolaiuti ha voluto ricordare la figura di Evaristo, nato e cresciuto a Pieve a Nievole e da qui mai allontanatosi.

Ecco di seguito il discorso ufficiale pronunciato per l’intitolazione di questo spazio con le motivazioni che hanno portato l’amministrazione comunale a fare questa scelta:

È sempre difficile parlare di chi non c’è più. Si rischia di scadere nel patetico, nel mediocre, nel facile buonismo, in frasi fatte e ripetitive che emozionano magari, ma che non rappresentano nulla, se non i luoghi comuni in cui si rischia di scivolare in circostanze come questa, e ciò è proprio quello che Evaristo Pacini non avrebbe voluto. Noi vogliamo raccontare e rappresentare il vero Evaristo come a lui avrebbe fatto piacere, ed è quindi doveroso fare uno sforzo, che ci consenta di andare oltre l’emozione che spesso prende il sopravvento quando, in circostanze come questa, siamo costretti a parlare al passato, quando i ricordi prendono il posto del presente.

Evaristo era un ragazzo nato e cresciuto in una famiglia come tante, apparteneva a quella generazione dei Beatles e dei Rolling Stones, ma anche a quella di Che Guevara e delle lotte di classe, la generazione della speranza e delle conquiste sociali, dove i valori dell’uguaglianza e del rispetto dei diritti e della dignità di tutti, diventavano orgogliosamente valori e motivi per cui valeva la pena lottare e vivere.

Il lavoro, la famiglia, l’impegno politico e sociale hanno fatto da cornice al suo percorso e lo hanno accompagnato per tutta la sua vita. Fin da ragazzo Evaristo ha regalato volentieri il suo tempo e il suo impegno per far crescere il “Circolo Stella Rossa” fra le cui mura prese vita la “Polisportiva calcio via Nova” della quale fu uno dei maggiori animatori. Sì, animatori, perché anche se negli anni Evaristo era diventato il vice-presidente di questa società sportiva, non fu mai un semplice dirigente, anzi è più giusto dire che non si atteggiò mai da dirigente, ma si preoccupò soprattutto di animare appunto la società, di farla crescere, di farla funzionare, di impegnarsi affinché sport, socializzazione e formazione trovassero un giusto equilibrio, affinché ai ragazzi arrivasse un giusto messaggio, di rispetto, di valori e di principi da spendere non solo nell’attività sportiva ma anche e soprattutto nella vita.

Lo trovavamo in tuta o in maglietta e pantaloncini corti, impegnato a lavare le divise o a preparare il thè per ristorare i suoi ragazzi durante gli allenamenti o le partite, coinvolgendo in queste attività pratiche anche la sua famiglia. Quale migliore messaggio di questo, potevano ricevere da un dirigente le nuove generazioni? E anche nel ciclismo locale fece la sua parte.

Evaristo era tutto questo: impegno, passione e umiltà. Ma quello che fa grande la sua memoria, quello che lo caratterizza al di sopra di ogni altra cosa, è la certezza che tutto ciò che ha fatto, lo ha fatto disinteressatamente, anteponendo sempre l’interesse di tutti a quello personale.

Il luogo in cui ora ci troviamo è il luogo dove lui passava sempre più le sue giornate, anche quando le sue condizioni di salute iniziarono a peggiorare, impegnandosi fin da ultimo a favore della sua comunità.

Ed è giusto che da oggi in poi questo parco risuoni del suo nome, come messaggio di speranza, e di rinascita di valori e passioni per le nuove generazioni, e come ricordo del significato profondo delle sue scelte di vita.

In memoria di Evaristo Pacini, da oggi questo parco è, una volta di più, suo e nostro.

Gilda Diolaiuti
Sindaco di Pieve a Nievole

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