«Entra nel petto mio, e spira tue | sì come quando Marsia traesti | dalla vagina delle membra sue». Ecco gli auguri di Buon Natale pensati dal nostro giornale per la sfortunata terra pistoiese
Un triste albero di Natale per una città resa triste dalle istituzioni
NON PUÒ ANDARE SEMPRE COSÌ
CHE A PAGARE TOCCA SOLO AL POPOLO
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Il sindaco Tomasi ha fatto gli auguri ai pistoiesi. Sempre e solo parole, come al solito. Perché Pistoia, dall’epoca di Vanni Fucci che faceva le fiche a Dio, come scrisse Dante, non è mai mutata nei secoli, nei millenni.
Pavidi e culilingui, i fornai pistoiesi si sono sempre mostrati all’altezza del loro compito: usi obbedir tacendo e tacendo morir. Che erano i carabinieri, all’origine: poi divenuto motto adatto anche ai taciturni di via degli Orafi e del Canto al Balì. O della Sala.
Pistoia è qui: campo di quei che sperano; Chiesa del Dio vivente, dov’eri mai? qual angolo ti raccogliea nascente… Sto usando Manzoni della Pentecoste, per pitturare a parole il quadro di una città che teme se stessa, perché fondamentalmente si odia per la sua incapacità di sapersi rendere viva.
Badate bene: non parlo della «gente comune» che è cara a Coletta (e molto meglio assai che non lo fosse!), ma di tutti quei nobili di dentro le mura che, ormai, dal centro urbano, si sono trasferiti nelle periferie alte pedecollinari – Collegigliato, Sant’Alessio etc.
Flusso e riflusso dalla porta di dietro (Don Marzio del Goldoni in La bottega del caffè), i pistoiesi contadinoni con tanti scudi in tasca, come i mantovani cavallai Gonzaga si inurbarono nel medioevo e s’ènno dis-urbati dal dopoguerra ad oggi. Son rimasti, tuttavia, quei soliti pavidi discendenti dei panai romani che impastavano per gli eserciti repubblicani e imperiali in transito verso la Pianura Padana.
È una città senza storia e senza gloria, Pistoia. Terra di conquista: specie da parte di un fittissimo tessuto sociale partenopeo che ha imperato e impèra nella pubblica amministrazione, e perfino in quella specie di fabbrica giapponese che però ha radici a casa di gente come Bassolino o De Magistris.
Il tutto delegàtogli dai superbi parlamentari locali della sinistra: oggi perpetuati nei loro «disegni commerciali» da chi è venuto dopo di loro senza cambiare una beata minchia. Nomi? Purtroppo l’amico (deludente) Tomasi, che s’è accodato al remissivo e accomodante Patrizio La Pietra (il cognome indica la qualità principale della testa, anche se la Giorgia, che piace a Paolo Mieli, non se ne accorge).
Fine del piagnisteo natalizio? No certo! Perché quello che Pistoia è, si riflette anche in quello che in Pistoia accade e provoca danni. In maniera espressa nel suo tribunale. Non tutto: ma certo in procura e nell’àmbito delle esecuzioni immobiliari certamente sì.
Per la procura – e per il suo modus operandi – analizzo, stamattina, un uovo fresco di giornata deposto proprio ieri dalla Nazione: la droga a Quarrata-Piana con indagini (?) affidate alla direzione di Claudio Curreli.
La famiglia Curreli, oltretutto, rappresenta un buon 60% dell’attività giudiziaria pistoiese, sia in penale che nelle esecuzioni (anche capitali, come amo ripetere) affidate alla dottoressa Curci.
Osservate i risultati della famosa «indagine» sulla droga marocchina di Vignole, vistosamente smentita dal giudice monocratico dottor Pasquale Cerrone che, anziché confermare le richieste di Curreli (le sue numerose sviste dipenderanno anche dalle numerose attività anti-statali cui si dedica perfino in orario di servizio?), ha abbassato la pena richiesta per lo spacciatore e ha dichiarato l’insussistenza delle accuse curreliane per il distributore presunto, per il quale lo scout-Agesci aveva richiesto un anno.
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Curreli non è nuovo a forzature interpretative ed eccessi di potere: ha persino inventato il reato di stalking giornalistico con Coletta e Grieco, e tanto basti.
In certi errori c’è sempre cascato sin dalla gioventù, con Padre Fedele Bisceglia, quando il Csm avrebbe dovuto fermarlo subito dopo che aveva fatto sparire un fascicolo che scriminava il religioso. Ma il Csm ma non lo ha fatto.
E visto che ancor oggi Curreli e signora fanno quello che vogliono come gli pare col beneplacito del Csm (guardate qua cosa dice il presidente del tribunale Barbarisi) ditemi voi, lettori, se costui può essere considerato magistrato terzo e imparziale come da dettato dell’art. 54 Costituzione. Siamo sicuri e certi che costui lavora con disciplina ed onore? E mi fermo.
Passo – pur restando sempre in àmbito famiglia-Curreli – alla dottoressa Curci, sua moglie. Ripenso al caso Luciana Ferretti, ridotta alla fame e depredata senza mezzi termini delle sue proprietà: tanto può rivolgersi ai servizi sociali di Tomasi che ci fa gli auguri.
Ma ripenso anche all’ultraottantenne che, per un debito di 88 mila euro, s’è vista portare via 3 milioni di euro di patrimonio immobiliare, messi all’asta. Poi – evidentemente non bastava – perfino il figlio della anziana signora vede messo all’asta il suo usufrutto sulla casa di abitazione.
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E meno male che lo stato italiano non ha messo un vincolo anche sull’aria che respiriamo, altrimenti la dottoressa Curci ricorrerebbe perfino all’esproprio dell’ossigeno che ci spetta per diritto naturale. Secondo il suo modo di procedere, sembra fortemente attratta dall’istituto paleo-repubblicano romano di schiavitù per debiti. Meglio di lei soltanto apollo quando toglie addirittura la pelle a Marsia: grandioso Dante in Paradiso, 19: «Entra nel petto mio, e spira tue | sì come quando Marsia traesti | dalla vagina delle membra sue»…
Dunque: a Pistoia si può dire Buon Natale alla gente? Io non credo. Da uomo libero e da vero giornalista, perseguitato da pubblici ministeri e sostituti che offendono quotidianamente la Costituzione e le leggi della repubblica di Mattarella, oso dire semplicemente: Dio ci scampi dai conigli, quando mostrano gli artigli!
Che era una battuta senza senso, ma capace di fare riflettere, all’epoca in cui esisteva ancora la goliardia e non tutto il falsismo e la canaglieria che siamo, oggi, costretti a respirare nostro malgrado!
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Buon Natale è solo per coloro che a sera, quando vanno a letto, riescono a fare sonni tranquilli