everything I see. AGLIANA E IL SUO CENTRODESTRA CHE HA APPOGGIATO TUTTE LE SCELTE DELLA SPREGIATA SINISTRA

La sentenza del Dott. Pasquale Cerrone, passata in giudicato, contro il mai-comandante Andrea Alessandro Nesti che aveva trascinato in tribunale Linea Linera, Edoardo Bianchini e Alessandro Romiti. Notizie ai consiglieri per provvedimenti, anche disciplinari, necessari e conseguenti aldilà delle protezioni di cui il protetto ha sempre goduto in Comune e in procura


Partirono in tromba per far pulizia, tornarono a bomba sdruciti per via. La falce gettaron e pure il martello, ma pésti tornaron. Fu solo un macello. A forza di premi e pur di incentivi, gettarono i remi, più morti che vivi. Di menti ubriache fu inciucio: e fu tetra calare le brache a onor di La Pietra!


DI BRUCIATICCIO A AGRÙMIA C’È L’ODORE

CHI È STATO A SBRUCIACCHIARVI, IL SENATORE?


Alla fine diventano santi i personaggi come Ser Ciapperello da Prato in Boccaccio… E fanno anche miracoli! Non è buffo?

 

Il 4 dicembre di quest’anno, protocollata col n. 28800, Alessandro Romiti inoltrò, per le competenze del caso, la sentenza che troverete, tutti, allegata a quel protocollo là (e qui in sintesi).

Con la motivazione del giudice secondo cui «il fatto non costituisce reato», deve intendersi che tutto ciò che fu scritto su Andrea Alessandro Nesti era e resta vero e dimostrato: quindi giornalisticamente corretto e ineccepibile; o, se preferite, montanelliano, a smentire due giganti del giornalismo italiano da aula, i sostituti Claudio Curreli e Giuseppe Grieco.

Romiti, con la sua Pec, aveva chiesto ufficialmente al Comune di trasmettere a tutti i consiglieri le decisioni irrevocabili con cui le accuse del mai-comandante Nesti erano state demolite e trattate giornalisticamente in maniera impeccabile, da questo giornale e dai due giornalisti – il direttore, che sta scrivendo, e il redattore Romiti.

Secondo il pessimissimo uso di codesto Comune, incoraggiato – peraltro – dalla anarchica procura della repubblica di Pistoia, nessuno si è preso la cura di informarvi ufficialmente di un atto definitivo riguardante uno dei vostri più discussi e discutibili dipendenti, protetto dalle amministrazioni di sinistra, ma oggi anche da quella di pseudo-destra che, partita con il voler trattare in maniera legale il caso-Nesti, ha finito (forse per le pressioni e le protezioni sia della segretaria Aveta, che del sostituto Claudio Curreli, ovviamente spalleggiato da Coletta, Grieco ed altri) per diventare un fortino a difesa del Nesti medesimo.

Il quale, peraltro, allo stato attuale, e data la sua insistenza nell’incolpare gli altri dei problemi suoi e tutti da lui generati, dopo che è stato dimostrato e certificato in aula che tutto quanto diceva è un’emerita invenzione, rischia di essere sulla dirittura di arrivo di ipotesi di calunnia. E non aggiungo altro.

La segretaria Aveta è da sempre partigiana per il Nesti e la moglie; da sempre pendente, come una torre di Pisa, verso il nascondimento di cose e fatti reali. E perfino a voi consiglieri – che venite costantemente presi in giro, anche perché, per lo più, non sapendo né leggere né scrivere e non avendo interesse attivo a imparare, vi lasciate menare per il naso da un Trio Lescano al quale, sin da sùbito, s’è accodata pure la presidente del Consiglio (meglio Coniglio) comunale: la signora Milva Pacini.

Costei, invitata da Romiti a inoltrarvi la sentenza (perché dovete essere al corrente di che personaggi avete alle vostre dipendenze), prende ispirazione da Ciottoli, dal Sindaco poco-sindaco Benesperi e dal capo reale dell’amministrazione aglianese, la dottoressa nascondi-tutto Paola Aveta.

Il 18 dicembre scorso, Romiti ha inoltrato il documento alla Pacini con preghiera di inviarvelo quale presidente del Consiglio/Coniglio. Ma niente.

Altro che appoggiarli, Nerozzi! Fossi in te, gli leverei l’appoggio e glielo appoggerei altrove! Sai che musata sia Pedrito che quel tubatore-facocero del Ciottoli!

Poi, consultàtasi con la “troika comunale”, la Pacini ha iniziato a trovare scuse d’ogni tipo, anche se ha riavuto tale documento (causa: Pec in tilt per via di guasto sul sistema Urbi) pure sulla sua posta elettronica ordinaria. E non ha ancora provveduto.

Sono certo che il tentennamento della Pacini non vi dispiace affatto: perché vi permette di scantonare dalle vostre responsabilità; e nessuno di voi ha piacere di andare a toccare la cacca – come si dice – con lo stéccolo

Ma di fare il consigliere comunale, non ve lo ha imposto il medico. E, dunque, a volte dovete – e sottolineo dovete – fare di necessità virtù.

Perché oltretutto siete tutti avvertiti (e perciò siete divenuti corresponsabili in solido) dei danni di qualsiasi natura, compresi quelli di tipo erariale, che si sono creati con la sconcertante copertura quindicennale di Nesti, non altrimenti definibile che mafiosa. Un fenomeno che si è amplificato nel silenzio generale che ora vi accusa di tradimento dello spirito e della lettera delle leggi che riguardano gli obblighi di chi agisce nel pubblico ex art. 54 della Costituzione, a voi tutti ignota (come del resto anche alla procura di Coletta e dei suoi fidi scudieri).

Non volete leggere? Pazienza. Non sapete leggere? Pazienza. Ma avete tenuto lì chi lì non doveva starci: e non lo dicono il direttore di Linea Libera o il Romiti, ma il Consiglio di Stato dopo un paio di toccate del Tar della Toscana. Tutti provvedimenti contro i quali siete andati a testa bassa adottando – come del resto i magistrati (?) della procura pistoiese – il famoso atteggiamento delle tre scimmie: non vedo, non sento, non parlo. E mentre il popolo pagava per voi e per i vostri emetici compromessi.

Cosa rappresentate, in buona sostanza, del popolo aglianese, se non il mero (notate l’assurdo, se ne siete capaci) diritto di pagare le tasse e mettere le pezze sul culo degli amministratori quando hanno i pantaloni sfilacciati e le chiappe di fuori?

Ad Agliana il sindaco è come l’onorevole Mulè: Signora Presidenta! Lo avete letto o no?

È spregevole, a nostro avviso, il vostro sussiego altezzoso. Quello con cui predicate come preti della sinistra bergòlica dai vostri pulpiti di carta su cui vi ergete come predicatori pazzi guidati dalle turbe della rimoralizzazione di una situazione che avete fatto incancrenire seguendo falsi profeti ideologizzati e corrotti.

E la segretaria Aveta? Deve essere proprio lei a fare il sindaco prendendo in giro un Benesperi che quasi sempre non capisce neppure quello che pensa; e un Ciottoli che non sa fare di meglio che promettere, a chi parcheggia in divieto di sosta in zona-Santini, che se i vigili gli fanno la contravvenzione, lui tirerà fuori la sua carta di credito e pagherà di tasca propria? E badate che di queste affermazioni abbiamo prova certa, cari pisciotti!

Intanto leggete – o fatevi leggere – ciò che vi compete. Poi – è chiaro e conseguente – ci rivedremo a Canossa o, come disse Peppone a Don Camillo, «a Filippo» (con il prete non bergòlico che sùbito corresse l’ignoranza del comunista chiarendo: «A Filippi, Peppone… a Filippi!».

E dato che ci siete, prendete i vostri forconi e le falci fienaie. Presentatevi, se ne avete le palle, dalla vostra deviante segretaria, e ricordatele che deve ancora consegnarmi la lettera anonima fàttale arrivare sulla scrivania nel giugno del 2020, scritta contro di me e contro l’allora comandante Turelli, massacrata – dai sostituti De Gaudio e Serranti – «a lode e gloria del Nesti e di tutta la sua santa chiesa»…

La signora Paola non può sgattaiolare senza perdere un po’ di pelo, venendo meno ai suoi doveri neppure se, grazie alla sostituta Linda Gambassi, crede di essersela cavata con una archiviazione di comodo decisa a tavolino nella “procura delle nebbie”.

Vi piace vivere in un mondo della legalità alla Curreli, maestro di legalità ormai santificato come “Miss Giugno 2024” nel calendario della Nazione distribuito ieri dalla direttorA responsabilA Agnese Pini?

E stanotte gozzovigliate poco, perché vi fa male alla salute. Date retta!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Dopo avervela spedita, questa Pec finirà su Linea Libera. E ben corredata di foto. Il «redde rationem» non solo non è finito, ma è appena all’inizio.



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