everything I see. DALLA PROCURA DI PISTOIA LA GIUSTIZIA ESCE QUASI SEMPRE AMMACCATA…

«Non dàtemi di polemico e stalker e irrispettoso nei confronti delle «autorità costituite», come ha detto senza riflettere la Gip Martucci e come ha sentenziato Luca Gaspari che, pur essendo a conoscenza certa della verità dei fatti da me segnalati, ha assolto i colpevoli e mi ha perseguitato perché non obbedisco alla sopraffazione della procura»


Testimoni del nostro tempo a confronto


«LA FIDUCIA È UNA COSA SERIA»

SCRISSE BEPPE SEVERGNINI


la Repubblica, 17 febbraio 2024

 

Ognuno sotto le lenzuola può fare quello che vuole: basta che non rompa i coglioni agli altri.

Ma gli uomini che sotto le lenzuola pubbliche nascondono i loro vizi privati, per coprirsi di pubbliche virtù e rendersi santi come con la coperta dell’invisibilità di Harry Potter, quelli dovrebbero ottenere il trattamento-bonzo: essere cosparsi di benzina e là, un bel fiammifero svedese controvento, degno di Greta Thunberg e senza CO2.

Questo pensiero di oggi, 17 febbraio, festa del gatto, è venuto a galla come “i gnocchi” (dicono nel Bolognese) dopo avere dato un’occhiata alle testate che mi interessano di più: la Repubblica degli Agnelli, il Corsera “piddaiòlo”, La Verità scomoda e impietosa, Il Messaggero su cui ho scritto in gioventù, Libero (dal peccato e sicuro da ogni turbamento) e il Giornale.

Repubblica e Corsera bastano e avanzano a soffocarci con tutta la loro CO2 filo-radical sempre a favore di gente come chi teneva 24 mila euro nella cuccia del cane; o nullatenenti come Fedez, il lingua-in-bocca a Sanremo, con cui il non-presidente Mattarella amava selfieggiare insieme alla ninfa Galatea-Ferragni, mangia-grilli e friggi-ragni.

Tutta una varia umanità di benefattori che, se Dio esistesse davvero, farebbero come le zanzare in quelle lampadine blu che le friggono ogni volta che ci si avvicinano.

Ma dacché Dio non c’è, queste razze (che non sono pesci, ma orche voracissime) prosperano a danno nostro, “volgo disperso che nome non ha”, tanto per citare l’odiato (da tutti, non da me) Alessandro Manzoni.

Giuseppe Grieco. Vi sembra possibile che un sostituto in aula mi chieda perché io non mi sia iscritto a Fratelli d’Italia? Ma in che Burundi siamo caduti?

Così, spontaneamente, nel vedere che Francesco Borgonovo ci parlava del nuovo libro del generale Vannacci, con cui il militare esalta i confini, per contrapposizione o, se volete, per il terzo principio della dinamica (Isaac Newton lo aveva capito già nel 1687!), mi è venuto in mente il negatore dei muri (che devono essere abbattuti perché lo dicono lui e il papa), ma difensore dei Perrozzi che costruiscono cancelli, sbarramenti, catene, cavalli di troia, puttanate varie e cretine e proprio laddove, per legge dello stato e due regolamenti urbanistici del Comune di Quarrata, approvati (almeno il primo) sotto l’inutile sindaca Sabrina Sergio Gori e (il secondo) sotto il fallace e sciocco burrakista Mazzanti, le strade dovrebbero necessariamente essere libere e liberamente transitabili da uno, nessuno e centomila.

Ecco che allora, seguendo la misera logica di tipo aristotelico (del resto io sono assai limitato, perché non sono un magistrato come quelli della procura), il generale Vannacci con tutti i suoi liniti è un coerente; mentre il sostituto Claudio Curreli, con tutte le sue virtù, è un sostanziale disperso lungo una sorta di psichica ritirata dalla Russia. O napoleonica o nazi-fascista, a scelta.

Come non ho votato la Giorgia Meloni (anche se a Giuseppe Grieco avrebbe fatto assai comodo…) e anche se non voterò Vannacci: di Vannacci ho stima perché, militare che giurò fedeltà allo stato, ai suoi confini, alle sue leggi, ancor oggi va dritto per la sua strada; mentre di Curreli non solo non ho stima (ex articolo 21 della Costituzione), ma devo confessare di nutrire un solido nocciolo di disistima.

Per chiarezza – anche se l’ho detto decine di volte – questo nostro scout liberal-oppressore:

  1. è infedele allo stato perché è tenuto a rispettarlo (art. 54 Cost.) in ogni sua legge, a cui è soggetto (art. 117 Cost.), ma se ne frega;
  2. favorisce l’immigrazione clandestina e irregolare perché professa l’eresia della Terra Aperta come Bergoglio la benedizione delle coppie gay;
  3. sacrifica cittadini innocenti (i residenti di Vicofaro, assediati da illustri anonimi-irregolari anche con carichi penali sulle spalle) perché, pur essendo sempre qua e là, in strada, a parlare di legalità e nei giardini pubblici a piantare alberini per Falcone e Caponnetto, nega i diritti costituzionali agli italiani, ma concede favoritismi illeciti a chi sbarca senza permesso;
  4. vuole aprire – illecitamente – i confini del mondo, ma fa buttare in galera (ai domiciliari) chi ha chiesto, come me, che il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi liberi le sue strade interpoderali/vicinali (tre) e che esse vengano riaperte come prevede la legge; e lo stesso vale per le piazzole-slargo di Via di Lecceto, da sempre ad uso di pubblico parcheggio in quanto situate su fondi serventi (non l’ho detto io, lo ha detto e sottoscritto lo stesso non-dottor Perrozzi) di fondi interclusi.
    Ma evidentemente la cultura storica di Curreli non va oltre l’idea di raddrizzare le gambe ai cani, metafora per dire «ora fo condannare a nove anni di carcere Padre Fedele Bisceglia per violenza carnale a una monaca, pur sapendo che è innocente. Anzi: dopo aver nascosto un intero fascicolo a sua discolpa violando l’art. 358 cpp;
  5. pretende di giudicare gli altri, ma lui si ritiene ingiudicabile. Infatti – stando a quanto ha scritto e sottoscritto il suo difensore d’ufficio, il presidente Maurizio Barbarisi – è un protetto del Csm, che mirabilmente gli permette di lavorare nello stesso tribunale insieme alla moglie, Maria Nicoletta Caterina Curci, giudice delle esecuzioni immobiliari.

 

Non dàtemi di polemico e stalker e irrispettoso nei confronti delle «autorità costituite», come ha detto senza riflettere la Gip Martucci e come ha sentenziato Luca Gaspari che, pur essendo a conoscenza certa della verità dei fatti da me segnalati, ha assolto i colpevoli e mi ha perseguitato perché non obbedisco alla sopraffazione della procura.

Le «autorità costituite» il rispetto se lo devono meritare: non deve cadere sul loro capo per grazia di Dio e volontà della nazione. Ne devono essere degne, ma così non è a Pistoia!

Io vi ho raccontato sempre e solo quello che vedo. Quello di cui ho portato prove inconfutabili. Quello che è una certezza di violazione continua e ripetuta dello stato di diritto a Sarcofago City.

Che peraltro, care teste di rapa di pistoiesi, in procura ha un capo – stando a ciò che è risultato dinanzi al Csm – che perseguiterebbe chi vuole e assolverebbe chi gli pare e piace. Ricordate la Lucia Turco.

Perciò, Csm protettivo, Curreli non sarebbe più adatto a starsene a casa sua a mangiare i «su filindeu» e a bere, in santa pace, botti di Cannonau e di Vino al Mirto, più adatti alla sua scollata e traballante cultura dell’incoerenza? Dobbiamo, per legge, subire senza fiatare i soprusi del copia-incolla del Terzo Piano?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


 

IL RE È ORMAI SENZA PELLE

 

Gli uomini della procura di Pistoia sanno mostrare bene soltanto la loro inadeguata incoerenza.

Dal 2020 a ieri mi hanno rinviato continuamente a giudizio perché vedo, leggo ed esprimo liberamente le mie opinioni e i miei commenti in perfetta linea con l’articolo 21 della Costituzione, che i giornalisti dell’ordine ignorano.

Per i Pm e sostituti tutto ciò che scrivo è stalking e diffamazione. Eppure tutto quello che ho scritto su di loro – e sono decine e decine di articoli – viene considerato ineccepibile, dato che nessuno si azzarda a denunciarmi.

Ergo: dico la verità oppure no? Ergo: mi perseguitano o sono davvero (ma non ci credo proprio) terzi, imparziali e in dipendenti come Coletta che salva la sorella de procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco?

L’unica certezza, in Italia, non è quella del diritto: è quella del rovescio contro chi vede e dice che il re non solo è nudo, ma ormai è pure senza pelle…

e.b.


Print Friendly, PDF & Email