everything I see. LA PARABOLA DELLA PROCURA DI PISTOIA E DEI SUOI ABITANTI

Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. ● Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; ● trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra [Mt 13, 44-6]


Se la giustizia non è giusta, che razza di giustizia è…?


CHE FAI, PROCURA, IN CIEL?

DIMMI, CHE FAI, SILENZIOSA PROCURA?


 

 

La procura di Pistoia, al contrario, secondo everything I see, è più simile alla storia biblica di Sodoma e Gomorra.

Anche se popolata da cattolici e progressisti, sarebbe difficile, per il Signore Dio degli eserciti, trovarci dentro (in procura, intendo dire) 50-40-30-20-10 giusti, e ancor meno o anche uno solo come Lot, per poterla salvare dalla divina punizione di cui ci parlano le sacre scritture: poiché in quella “città di Pm e sostituti”, si tende a violare persino gli angeli inviati da Dio come narra la Bibbia.

Così, saltando di palo in frasca, mi viene da ripercorrere la storia di una istituzione (la procura) che, nata per affermare la legge e rispettare e far rispettare la Costituzione, di entrambe fa strame, contando su una frotta di non togati (Vpo e Got) agli ordini di magistrati i quali, alla maniera di Claudio Curreli, leggono le sacre scritture non seguendo la riga del codice con la manina d’argento (lo yad) ebraica, ma poggiandoci direttamente sopra l’indice in una sorta di atto sacrilego ogni volta che – oltre a tutte le altre mende – tale frotta ignora in toto il rigoroso rispetto dell’art. 358 cpp. sicura che non ne avrà conseguenza alcuna.

Lo yad (in ebraico יד, letteralmente “mano”; yiddish teitel) è un puntatore usato per guidare le letture pubbliche del testo del Sefer Torah. Durante la lettura della Legge, in sinagoga, il lettore sta sul lato destro, il “chiamato” al centro e il segan (rappresentante della congregazione) sul lato sinistro.

Come imposti la propria personalità e il proprio comportamento il sostituto Claudio Curreli, lo si evince dall’ermeneutica psico-scrittoria dei suoi ordini (talora espressi con insiemi tipo “«parole chiave» lettera scarlatta”).

Ecco che allora diventa evidente che:

1. Claudio tratta se stesso con sommo rispetto – eccesso di autostima? –, definendosi, nella chat pubblicata l’altro giorno, come PM, ed evitando di generalizzarsi per sostituto, come più correttamente dovrebbe. Fa pensare a una ipotesi di malcelata supervalutazione dell’ego.

2. Claudio tratta le sue “provette di laboratorio” con evidente spregio: «un Bianchini»; come se Bianchini fosse non una persona ma una cosa qualunque, una merce, un sacco di juta e/o di patate da lasciar muffire in cantina.
Torna in mente la famosa battuta in uno dei film della Pantera Rosa, quando il commissario Charles Dreyfus dice: «Clouseau? E cos’è un Clouseau?».

3. Claudio tratta quelle che lui definisce vittime della cosa-Bianchini come esseri umani: perciò presenta le loro qualifiche professionali con la maiuscola iniziale (Notaio, appunto) alla maniera di chi s’è fatto una mente che ragiona per schemi da pubblica amministrazione, burocrazia o esercito.

Quando poi scende in chat – come come se scendesse in sinagoga: vedi sopra – ecco che Claudio, in veste di lettore della legge, non rispetta l’ordine costituito, ma occupa la parte centrale dei tre che celebrano le Scritture: senza però usare la necessaria manina d’argento per seguire la riga del Codice.
Il “chiamato” vediamolo come il Vpo, che sostiene Claudio/Pereira, sta alla destra del padre; e il segan (il giudice magari non togato, «rappresentante della congregazione») sta a sinistra.

Il «rito», allora, ha inizio. Il Vpo dichiara di avere avuto istruzioni precise da Claudio e “preme” sul giudicante per far riconoscere la linea non della pubblica accusa, ma della pubblica (già preconfezionata) condanna.

Non scordate che Curreli, con il compiacimento di Tom Col e l’aiuto fattivo della Gip Martucci e del sostituto anziano Grieco, si è perfino inventato il reato di stalking giornalistico e/o dei giornalisti. E almeno l’inventiva, sotto questo profilo, non gli è mai mancata: l’aveva già esercitata ad abundantiam quando, da giovine, perseguitò Padre Fedele Bisceglia – chiaro, avvocato Tesi?

Curreli, Coletta e Grieco

A Pistoia, secondo everything I see, le cose funzionano in questo modo.

Poveri Vpo, che vendono se stessi per un piatto di lenticchie (ne parlerò prossimamente su queste pagine) e rinunciano alla propria dignità, umana e professionale, offrendosi, come sfruttati da Cooperativa Karibu di lady Soumahoro, per alleviare, da perfetti cirenei, il peso della croce che grava sulle spalle dei sostituti: il dover scendere in aula.

Nel caso specifico di Curreli, permettendogli di essere libero di seguire tutte le sue attività sia di piantumazione alberi, che di attività scoutistiche; che anche di altro in rotta di collisione con le norme della Costituzione e delle leggi dello stato.

Se poi non credete a quello che scrivo, aprite questo link e leggete analiticamente una significativa antologia delle varie attività extracurricolari di Curreli, il moralizzatore degli altri ma non di se stesso.

Edoardo Bianchini
[direttore@linelibera.info]


 

Sono convinto che, per salvare Pistoia-Gomorra dalla distruzione del terzo piano, sarebbe bastato anche un misero 10% di giusti delle varie categorie umane.

Ma, come dice il saggio, il male del mondo non dipende dai malvagi, ma da tutta quella parte degli inerti che, come gli angeli ignavi che non presero parte nella battaglia né per Dio né per Satana, fanno crescere la tracotanza dei pochi solo per non avere la bega di doversi schierare.

Infine si sottolinea di nuovo la coerenza mirabile di Curreli (e di sua moglie Nicoletta Maria Caterina Curci) nel sostegno a Roberto Scarpinato e alla libertà di espressione, ma facendo arrestare chi pubblica su Linea Libera. E senza rispettare l’art. 358 cpp!


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