everything I see. QUERELE A VANVERA: VICOFARINI, SE PER CASO VI CONDANNANO DON BIANCALANI, CHE RAZZA DI VITTORIA AVRETE OTTENUTO?

«Disobbedisco e accolgo» – e lo ripeto per la milionesima volta – è l’ultimo da perseguire e da perseguitare. E rammento a tutti che lui sta solo seguendo la sua retta coscienza, vera o falsa che sia – come diceva, nel 68, il canonico don Renato Gargini, mentore della fortuna di Luigi Egidio Bardelli, oggi amato perfino dalla prefettA Licia Donatella Messina che lo abbraccia, lo coccola e lo fa gongolare


«Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti;
e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti»

[Lc, 16, 10]


UNA DOGLIANZA DI QUESTO GENERE

È MENO DI UN MOSCONE SU UN ELEFANTE


Cattolico, capo scout, Claudio Curreli è impegnato in politica (vedi Statuto Agesci). La sua sede è anche il seminario vescovile: ma gli è tutto concesso solo perché lui è magistrato ed è più uguale degli altri cittadini per gli articoli 3 e 54 della Costituzione? O è un protetto di ferro grazie all’ultra casta dei giudici e a danno dei cittadini comuni che inquisisce senza rispetto dell’art. 358 cpp? Perché non la finiamo con le favole colettiane delle innocue «prossimità sociali»?

 

È da venerdì 26 gennaio che ero a conoscenza della denuncia di cui parla stamattina La Nazione. Non ne ho scritto una riga perché sono – a mio avviso – di quelle notizie che lasciano il tempo che trovano sotto la muffa della fuffa che sostanzialmente è una truffa. Truffa come quelle della Ferragni alla credulità popolare.

Appena uno sente denuncia, gli si avvizzisce la pelle: e c’è l’effetto emotivo. Per il quale non c’è bisogno di ragionare: il cervello rettiliano, la parte più antica e rozza dell’organo che per i più funziona infinitamente più della parte evoluta e logica, fa strizzare il culino al lettore.

E sembra che si sia dinanzi a una nuova impresa stile Enola Gay, con il lancio di una atomica su Hiroshima, mentre è solo lo scoppio di una bolla di chewing gum.

Quando mi hanno inviato l’articolo della Nazione, il mio primo pensiero è stato questo: denunciare Biancalani è, in metafora, come credere di poter curare una grave malattia oncologica con le Pastiglie Valda. Stesso risultato.

Don Biancalani – e lo ripeto per la milionesima volta – è l’ultimo da perseguire e da perseguitare. E rammento a tutti che lui sta solo seguendo la sua retta coscienza, vera o falsa che sia – come diceva, nel 68, il canonico don Renato Gargini, mentore della fortuna di Luigi Egidio Bardelli, oggi amato perfino dalla prefettA Licia Donatella Messina che lo abbraccia e lo coccola facendolo gongolare.

Guardate bene, Vicofarini, chi c’è al tavolo del vescovado: non in nome della legge contro l’immigrazione clandestina che dovrebbe rispettare senza battere ciglio, ma in nome della sua narcisistica professione di fede nelle terre (altrui) da aprire ad ogni costo, tanto a pagare siete e sarete sempre voi.

Il vostro nemico, cari diffamati da don Massimo, non è certo il prete delle barche dinanzi alla chiesa che riempie di foto della giunta ed anche con una certa vena satirica, come ho già scritto.

I vostri nemici – checché ne dica la scattante e un po’ rissosa Gip Patrizia Martucci – sono proprio le «autorità costituite»: in cima alle quali ecco un bell’esempio di magistrato che si fa gli affari suoi protetto – ci dice il presidente del tribunale di Pistoia, Maurizio Barbarisi – dallo stesso Csm che sa della sua incompatibilità e non ha proprio niente da dire.

Più che denunciare Biancalani, cari Vicofarini, riempite un pullman di voi stessi e portate cartelli a Roma dinanzi al ministero della [in]Giustizia, alla sede del Csm e a quella dell’Anm, con su scritto che un magistrato, di quelli che insegnano la legalità vestendosi da scout, non è che non possa fare quello che vuole: non deve assolutamente farlo. Un magistrato che, evidentemente, non è né terzo né imparziale né indipendente, perché lavora da scout con sede posta proprio in seminario.

O è troppo comodo per lui, per la moglie a fianco della quale lavora e don deve, riscuotere dalle nostre tasche di cittadini per poi impiparsene peggio di un tiranno e sfanculare la legge?

Sono personaggi come questi che hanno rovinato il nostro paese. Nani spirituali travestiti da giganti morali di mole tommasiana; protetti a Roma e sempre indenni anche a Genova. Dove altri nani della stessa specie, anch’essi travestiti da giganti, li assolvono qualsiasi cosa facciano e solo perché il tutto dipende da loro e fra i lupi nessun lupo mangia i lupi.

Guardate, per esempio, il Pm capo Coletta: che va dal Bardelli e si professa cardinale della fede legale con abito rosso simbolo dello stesso vestire cardinalizio, e che giura che per lui le amicizie («prossimità sociali») non contano, mentre poi si viene a sapere che lui la sorella di uno dei suoi capi fiorentini non la intercetta…

In che mondo vogliono farci vivere, Vicofarini, questi campioni della legalità che sono «i peggiori [d]anni della nostra vita»?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Il giornalismo alla Montanelli si fa così, cari giornalisti albigiani/albigesi di Carlo Bartoli & Giampaolo Marchini: non con le punture di vespa sbardellate come cose tragicamente serie e importanti.


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